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Tra chi ha sperimentato il vaccino anti-Covid di Moderna ci sono state reazioni avverse, ma non è corretto parlare di catastrofe

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28 maggio 2020
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Giovedì 28 maggio la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione via WhatsApp che chiedeva di verificare una notizia, pubblicata il 22 maggio dal sito web dell’associazione Children’s Health Defense presieduta da Robert F. Kennedy Jr., dal titolo «Sperimentazione del vaccino catastrofica: il vaccino di Moderna ha un tasso del 20% di infortuni nel gruppo ad alto dosaggio».

Secondo l’articolo – scritto da Robert F. Kennedy Jr., nipote dell’ex presidente John F. Kennedy e tra i principali finanziatori di pubblicità antivaccinista su Facebook – «il vaccino supportato da Anthony Fauci e finanziato da Bill Gates» avrebbe provocato tre «gravi reazioni avverse» nel gruppo di quindici persone sottoposte ad alto dosaggio del vaccino sperimentale.

La notizia è vera ma va contestualizzata nel quadro più ampio della sperimentazione, ritenuta complessivamente promettente.

La notizia delle tre reazioni avverse è contenuta nel comunicato stampa del 18 maggio di Moderna (azienda farmaceutica con sede a Cambridge, negli Stati Uniti, specializzata in ricerca e sviluppo di farmaci a base di mRNA) che parla di «reazioni avverse di grado 3» riscontrate in tre partecipanti al gruppo cui era stata somministrata una dose di 250 microgrammi di vaccino (la più alta, agli altri due gruppi è stata inoculata una dose rispettivamente di 25 e 100 microgrammi). In tutti e tre i casi, tuttavia, si è trattato di sintomi «transitori» e che si sono poi risolti spontaneamente.

Il «grado 3» delle anomalie cliniche è quello considerato «grave» dalla tabella pubblicata dalla Food and Drug Adminstration (l’ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici) e precede il livello massimo di pericolosità, il «grado 4» in grado di mettere a rischio la vita del paziente. Al grado 3 sono associati livelli di dolore tali da rendere necessario l’utilizzo di antidolorifici, difficoltà a riposare ed eritemi di dimensioni superiori ai 10 centimetri.

La sperimentazione del vaccino mRNA-1273, avviata da Moderna lo scorso 24 febbraio, include un segmento di RNA copiato da una versione sintetica del virus Sars-Cov-2 e mira a riprodurre il meccanismo con cui il virus attacca le cellule umane, così da scatenare la risposta immunitaria all’infezione. Non si tratta di una forma indebolita del virus (come nel caso del vaccino in fase di sperimentazione a Oxford) e dunque il vaccino non può causare i sintomi della malattia.
La sperimentazione ha concluso la fase 1, ovvero il test su 45 volontari tra i 18 e i 45 anni, ed è già stata approvata per la fase 2 quando saranno introdotti gruppi di volontari più anziani, tra i 55 e i 70 anni. Stando alle dichiarazioni di Moderna, la sperimentazione è risultata complessivamente tollerabile per l’organismo e ha prodotto una reazione immunitaria in 8 dei 45 volontari ammessi al trial.

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