Il 26 settembre 2022 la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione che chiedeva di verificare le informazioni contenute in un post pubblicato il 24 settembre, contenente lo screenshot di un documento del Senato della Repubblica italiana in cui si leggono riferimenti alle «sperimentazioni HAARP» (High Frequency Active Auroral Research Program, un progetto finanziato da diverse organizzazioni militari statunitensi finalizzato allo studio della ionosfera per scopi di comunicazione civili e militari), a «sostanze tossiche utilizzate per le operazioni di aerosol» composte da «metalli, polimeri, silicati, virus e batteri» e all’alluminio, definito «una sostanza neurotossica che danneggia il sistema nervoso centrale».
Nella parte finale del documento si fa esplicito riferimento a «piogge prodotte dalle scie chimiche». Lo screenshot è accompagnato da un commento, scritto dall’autore del post, che recita: «Clima e Scie chimiche. Sti caxxo di complottisti non sbagliano mai… Echecazzo!!! Dormi sa!!! È tutto nero su bianco. Avoja a vede il TG…Fonte: il SENATO ITALIANO».
Si tratta di un’informazione presentata senza il contesto necessario alla sua comprensione, che veicola una notizia falsa.
Innanzitutto, come abbiamo chiarito in numerose occasioni, quella legata alle “scie chimiche” è una teoria cospiratoria priva di fondamento secondo la quale gli aerei diffonderebbero nell’atmosfera sostanze tossiche allo scopo di controllare il clima, ridurre la popolazione umana o somministrare vaccini contro la Covid-19.
Il documento riportato nello screenshot esiste realmente, ma non si tratta di un’ammissione ufficiale dell’esistenza delle scie chimiche, bensì di un «atto di sindacato ispettivo». Come si legge sul sito del ministero dell’Interno, nella nozione di «atto di sindacato ispettivo» rientrano interrogazioni e interpellanze, prerogative grazie alle quali il parlamento italiano esercita la propria funzione di controllo sull’attività del governo.
Nel caso specifico, si tratta di un’interrogazione presentata il 27 marzo 2014 da un singolo esponente del Parlamento, l’ex senatore Domenico Scilipoti, che aveva già presentato lo stesso atto nel febbraio 2011. In entrambi i casi, gli esecutivi di allora non ritennero opportuno rispondere alle interrogazioni.
Al tempo, infatti, la posizione delle istituzioni italiane sul tema delle scie chimiche era già nota e sintetizzata in due risposte scritte pubblicate rispettivamente nel 2008 e nel 2009 dal sottosegretario di Stato all’ambiente Roberto Menia e dal ministro della Difesa Ignazio La Russa, che escludevano ogni collegamento tra le scie di condensazione degli aerei e una possibile azione di controllo sul clima.