No, questo migrante non sta pretendendo «46 euro al giorno» - Facta
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No, questo migrante non sta pretendendo «46 euro al giorno»

Venerdì 14 agosto 2020 la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione via WhatsApp che chiedeva di verificare l’autenticità di un’immagine e l’attendibilità di alcune informazioni pubblicate il 9 agosto su Facebook. 

Il post oggetto di verifica contiene la foto di un ragazzo migrante che regge un cartello giallo, su cui si legge «46 euro al giorno per persona che servivano per l’accoglienza». L’immagine è accompagnata da un testo che recita «Tu pretendi 46 euro al giorno, non avendo fatto un cazzo nella tua vita. Ai nostri pensionati invece gli impongono 500 euro al mese, cioè 15 euro al giorno, dopo essersi spaccati la schiena tutta la vita…giustizia dove sei?».

L’immagine in questione risulta modificata, così da stravolgere il pensiero della persona ritratta in foto, mentre le informazioni contenute nel post sono imprecise. Ma andiamo con ordine. 

La foto originale è tratta da questo articolo, pubblicato il 24 gennaio 2013 dal sito della cooperativa Global Project, ed è stata scattata a Venezia nel corso di una manifestazione per «la dignità e la libertà», organizzata dai migranti per protestare contro la scadenza della convenzione tra prefettura e cooperative che si occupano di accoglienza. Com’è possibile notare, dalla foto originale è stata cancellata un’intera frase, che rende il messaggio del cartello molto chiaro. Nel cartello non modificato si legge infatti «Chi si è tenuto i 46 euro al giorno per persona che servivano per l’accoglienza».

Il riferimento è alla convenzione con cui la Prefettura di Venezia aveva affidato alla Caritas i servizi di accoglienza dei richiedenti asilo, stabilendo il contributo statale in 46 euro al giorno per persona. L’uomo ritratto in foto, dunque, si chiede dove siano finiti i 46 euro al giorno per persona previsti dalla convenzione, denunciando una mancata rendicontazione di come sia stato speso il denaro dalla Caritas. 

Secondo un rapporto pubblicato dal ministero dell’Interno, i costi per la gestione ordinaria dell’accoglienza nel 2013 si attestavano «nel range di 30-35 euro per gli adulti e a 45 euro per i minori accolti dai Comuni». Come spiega Unhcr, tuttavia, la somma viene destinata a cooperative ed enti locali, che si occupano di fornire «servizi di ingresso (identificazione); servizi di pulizia personale e dell’ambiente; erogazione di pasti; fornitura di beni di prima necessità (lenzuola, vestiti ecc.); servizi di mediazione linguistica e culturale». L’importo di denaro gestito dal singolo migrante, il cosiddetto pocket money, ammonta invece a «2,50 euro al giorno fino al un massimo di 7,50 euro a nucleo familiare, e una singola ricarica telefonica di 15 euro all’arrivo». Una realtà ben diversa da quella descritta nel post oggetto di verifica.

Quanto alle informazioni sulle pensioni italiane, il riferimento è alla pensione minima, che per l’anno 2020 ammonta a 515,28 euro per 13 mensilità. Secondo l’Osservatorio pensioni 2020, pubblicato da Inps, il numero delle pensioni inferiori ai 750 euro rappresenta il 60,5% del totale, ma solo il 43,3% di queste è dovuta a requisiti reddituali bassi (le altre, insomma, rappresentano integrazioni a pensioni già percepite). I dati Istat più recenti in nostro possesso, risalenti all’anno 2016, indicano che la media dei redditi pensionistici italiani ammontava a 17.580 euro lordi all’anno, ovvero 1.352 euro lordi spalmati su 13 mensilità.

Il trattamento previdenziale minimo si aggira dunque attorno ai 500 euro, come indicato nel post oggetto di verifica, ma non è una condizione che riguarda la maggior parte dei pensionati.

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