La frase xenofoba sui diritti acquisiti da chi capita «in casa» di altri non è una citazione di Platone - Facta
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La frase xenofoba sui diritti acquisiti da chi capita «in casa» di altri non è una citazione di Platone

Giovedì 8 ottobre 2020 la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione via Facebook che chiedeva di verificare le informazioni contenute in un post pubblicato il 5 ottobre 2020 sul social network. Il post oggetto della nostra verifica contiene un’immagine raffigurante il dettaglio di Platone tratto dall’affresco La scuola di Atene, realizzato nella stanza delle Segnature (a Roma) tra il 1509 e il 1511 da Raffaello Sanzio, e una presunta citazione a lui attribuita che recita: «Quando il cittadino accetta che chiunque gli capiti in casa possa acquistarvi gli stessi diritti di chi l’ha costruita e c’è nato; quando i capi tollerano tutto questo per guadagnare voti e consensi in nome di una libertà che divora e corrompe ogni regola ed ordine, così muore la democrazia: per abuso di se stessa. E prima che nel sangue, nel ridicolo».

Si tratta di una citazione falsa.

Il contenuto oggetto della nostra verifica, pubblicato su Facebook il 5 ottobre 2020

Come spiegato un articolo di Livenet – testata giornalistica di natura generalista con sede a Napoli – datato 3 agosto 2020, il contenuto è comparso per la prima volta su Facebook in un’altra forma che riportava anche il riferimento all’opera in cui la frase sarebbe contenuta, ovvero l’ottavo libro della Repubblica, opera filosofica scritta in forma di dialogo tra il 390 e il 360 avanti Cristo. 

La citazione attribuita a Platone, nella sua prima apparizione su Facebook

Il testo dell’opera è disponibile per intero a questo link e come si può notare, non contiene la frase oggetto di verifica.

La frase più vicina a quella contenuta nel post è invece la seguente: «Un meteco si eguaglia a un cittadino e un cittadino a un meteco, e lo stesso vale per uno straniero. In effetti accade questo. E accadono altri piccoli inconvenienti dello stesso tipo: in una tale situazione un maestro ha paura degli allievi e li lusinga, gli allievi dal canto loro fanno poco conto sia dei maestri sia dei pedagoghi; insomma, i giovani si mettono alla pari dei più anziani e li contestano a parole e a fatti, mentre i vecchi, abbassandosi al livello dei giovani, si riempiono di facezie e smancerie, imitando i giovani per non sembrare spiacevoli e dispotici». La frase, com’è evidente, è lontana da quella xenofoba contenuta nel post oggetto della nostra verifica. 

Il passaggio dell’VIII libro della Repubblica che richiama quello citato nel post

Una frase più simile a quella oggetto della nostra verifica è invece contenuta nel libro La stecca nel coro, volume pubblicato nel 1999 da Indro Montanelli e più precisamente in un passaggio nel quale il giornalista fornisce una sua personale interpretazione della Repubblica di Platone. «Quando il cittadino accetta che, di dovunque venga, chiunque gli capiti in casa possa acquistarvi gli stessi diritti di chi l’ha costruita e c’è nato; quando i capi tollerano tutto questo per guadagnare voti e consensi in nome di una libertà che divora e corrompe ogni regola ed ordine» spiega Montanelli, «c’è da meravigliarsi che l’arbitrio si estenda a tutto, e che dappertutto nasca l’anarchia e penetri nelle dimore private e perfino nelle stalle?». L’estratto è stato inoltre pubblicato sul Corriere della Sera del 12 settembre 2001, nella rubrica Piccola Stanza di Indro Montanelli ed è presentato come «una libera traduzione» del giornalista.

L’estratto contenente la «libera traduzione» di Indro Montanelli

La frase contenuta nel post oggetto della nostra analisi è dunque la citazione (non letterale) di un commento alla Repubblica di Platone pubblicato da Indro Montanelli nel 1999 e non, come sostenuto nel post su Facebook, una citazione tratta direttamente dall’opera del filosofo greco e, quindi, a lui attribuibile.

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