Questa tabella sui votanti registrati in alcuni Stati americani alle elezioni presidenziali del 2020 contiene dati non corretti - Facta
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Questa tabella sui votanti registrati in alcuni Stati americani alle elezioni presidenziali del 2020 contiene dati non corretti

Il 5 novembre 2020 su Facebook è stata pubblicata un’immagine che mostra una tabella dove vengono riportati i presunti “votanti registrati” e i “voti previsti” delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti dello scorso 3 novembre, vinte dal candidato democratico Joe Biden. Nella tabella si vede che in diversi Stati come Nevada, Pennsylvania, Minnesota, North Carolina, Wisconsin, Michigan, Arizona, Georgia – alcuni di questi decisivi per la vittoria di Biden – risulterebbero più voti che elettori registrati. 

Sotto la tabella viene citata come fonte anche il sito World Population Review, un dettaglio che come vedremo è particolarmente importante. L’immagine è accompagnata da questo commento scritto da chi ha pubblicato il post su Facebook: «PIu VOTI che VOTANTI BROGLI». 

Questa è una notizia falsa. 

La tabella in questione, infatti, non mostra i dati degli elettori registrati nel 2020 negli Stati citati ma quelli nel 2018, come si può verificare qui. Shane Fulmer, fondatore della World Population Review, ha dichiarato all’AFP che la pagina – citata come fonte nella tabella oggetto della nostra analisi – «è stata aggiornata dopo che mi è stato segnalato che la tabella mostrava i dati del 2018 (qui la copia cache della pagina prima di essere aggiornata)».

Nel 2020, infatti, in Nevada si sono registrate per votare 1.821.864 persone (e non 1.277.000 come si legge nella tabella del post su Facebook), in Pennsylvania 9.091.371 (non 6.469.000), nel Minnesota 3.589.622 (e non 3 milioni), in North Carolina 7.360.000 (non 5.160.000), in Wisconsin 3.684.726 (non 3.129.000), in Arizona 4.281.152 (non 3.262.000) e infine in Georgia 7.587.625 (non 4.840.000).

In nessuno degli Stati americani, inoltre, è stato riscontrato, in base ai dati ufficiali, un’affluenza superiore al 100%, come anche verificato da diversi siti di fact checking statunitensi (qui, qui e qui).

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