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Sì, in Israele i tamponi per la Covid-19 si possono fare per strada utilizzando delle specifiche cabine

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6 maggio 2020
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Il 5 maggio la redazione di Facta ha ricevuto via WhatsApp molte richieste di verifica di un post, diffuso negli ultimi giorni attraverso l’app di messaggistica, che mostra una foto che ritrae una donna che si sottopone a un tampone nasale presso un punto di prelievo all’aperto. L’operatore che effettua il prelievo si trova all’interno di una cabina, protetto dal contatto con la paziente da un pannello trasparente e lavora con le braccia infilate dentro lunghi guanti installati nella cabina stessa. La cabina, bianca con delle scritte azzurre in caratteri ebraici, presenta su una delle pareti delle grafiche raffiguranti particelle virali analoghe a quelle che nelle ultime settimane sono state utilizzate per rappresentare Sars-CoV-2, il virus all’origine dell’epidemia di Covid-19.

La foto, nella forma in cui è circolata sui WhatsApp è accompagnata, in alto, da un messaggio. Si legge: «Israele, tampone gratuito ai passanti e risultato in 24 ore via sms. Stiamo assistendo inermi al fallimento della nostra nazione».

La foto è reale e la ritroviamo, per esempio, in un articolo pubblicato il 16 aprile 2020 dal Daily Mail, con la didascalia «un’altra cabina, prodotta da Maccabi Healthcare Services, è operativa in una clinica a Jaffa», città israeliana. Lo stesso soggetto, con un’inquadratura leggermente diversa, è presente in una serie di scatti (qui per esempio) nell’archivio fotografico per la stampa Getty Images, con la didascalia: «I servizi sanitari israeliani del Maccabi (HMO) installano una cabina di prova COVID-19 che consente agli operatori sanitari di raccogliere campioni di tampone da individui nella città costiera di Tel Aviv, il 16 aprile 2020».

Molte immagini simili, raffiguranti persone che si sottopongono a un test presso quello che sembra proprio uno stand adibito al prelievo di campioni, sono apparse di recente anche su alcuni media sia stranieri (qui, qui e qui per esempio) che italiani (qui e qui).

Le immagini descrivono una reale iniziativa messa in atto in alcune città israeliane per assicurare che tra l’operatore e la persona che si sottopone al test per Sars-CoV-2 non vi sia alcun contatto. Alcuni video mostrano da vicino come vengono effettuati i tamponi: qui quello diffuso il 19 aprile dall’agenzia di stampa LaPresse e qui quello pubblicato il 5 maggio dalla Cnn.

Il progetto nasce dalla collaborazione tra la sopra citata Maccabi Healthcare Services, una delle quattro organizzazioni ufficiali di assicurazione sanitaria ad Israele e la I.M. Segev Industries, azienda che si occupa di design urbano in chiave smart city, con l’aiuto della Manufacturers Association of Israel (l’Associazione dei Produttori locale), proprio per far fronte all’emergenza Covid-19. Anche altre organizzazioni per l’assistenza sanitaria del Paese stanno adottando sistemi analoghi.

La redazione di Facta ha contattato i colleghi fact-checker di The Whistle. Ci hanno spiegato che è vero che i test sono gratuiti, come riportato nella segnalazione che ci è stata inviata via WahtsApp, ma per i soli cittadini che hanno sottoscritto un’assicurazione sanitaria.

Infine precisiamo che il servizio non viene fornito, come sostenuto nella segnalazione, a generici «passanti» bensì, come ha riportato il 17 aprile 2020 La Stampa, previa prescrizione del proprio medico di famiglia e una valutazione dei sintomi. I risultati del tampone, disponibili in poche ore, vengono poi registrati direttamente sulla cartella clinica elettronica della persona che si sottopone all’esame: per attivare il servizio, è sufficiente scorrere la tessera sanitaria digitale al momento del test.

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