Il 28 ottobre 2020 la redazione di Facta ha ricevuto via Whatsapp la richiesta di verificare se è vero che «la mascherina riduce la quantità di ossigeno che inspiriamo e aumenta la quantità di anidride carbonica che espiriamo». Il riferimento è ai dispositivi di protezione individuale utilizzati durante l’emergenza sanitaria da Covid-19.
È vero che le mascherine possono diminuire la quantità di ossigeno inspirato e aumentare leggermente il tasso di anidride carbonica nel sangue, ma come abbiamo già approfondito si tratta di una variazione piccola e gli studi in merito sembrano mostrare che le mascherine non causano alcun problema fisiologico (e di sicuro non causano il cancro né la candida polmonare, come alcuni esempi di disinformazione hanno sostenuto in questi mesi).
Vediamo brevemente alcuni studi scientifici che hanno trattato la questione.
Secondo uno studio del 2010 pubblicato sulla rivista medica Respiratory Care che ha analizzato le risposte fisiologiche, l’ossigeno e l’anidride carbonica in 10 soggetti sottoposti a un’ora di cammino su tapis roulant, è stato osservato che le mascherine N95 (equivalenti alle FFP2) possono causare un temporaneo innalzamento della concentrazione di CO2 nel sangue, e che l’aria nello spazio tra il volto e la mascherina risulta impoverita di ossigeno e con un eccesso di CO2. Non si osserva però nessun significativo effetto fisiologico sui soggetti.
Nel 2012, uno studio analogo su 20 soggetti sugli effetti delle mascherine chirurgiche notava un leggero aumento dell’anidride carbonica nelle arterie ma, anche qui, nessun cambiamento fisiologico significativo, anche dopo un’ora di camminata veloce su un tapis roulant con mascherina.
Più recentemente, uno studio pubblicato il 2 ottobre 2020 sulla rivista medica Annals of the American Thoracic Society ha fornito dati rassicuranti anche per quanto riguarda le persone con problemi respiratori. Lo studio ha misurato la saturazione dell’ossigeno nel sangue con e senza mascherina chirurgica in due campioni: 15 medici senza condizioni pregresse e 15 veterani anziani affetti da grave broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco). La Bpco è una malattia infiammatoria cronica dei polmoni che riduce significativamente la capacità respiratoria. Quest’ultimo campione aveva un’età media di quasi 72 anni, con capacità polmonare sotto il 50 per cento. Sottoposti a leggero esercizio fisico (6 minuti di camminata) con costante monitoraggio dell’ossigeno, non è stato osservato nessun significativo cambiamento nella saturazione dell’ossigeno né nella ritenzione di anidride carbonica in nessuno dei due campioni.
Perché allora è così diffuso il timore che la mascherina ci causi problemi respiratori? Probabilmente è ricollegabile alla sensazione di disagio che alcuni percepiscono usando la mascherina.
Il 70 per cento degli operatori sanitari di un ospedale di Toronto (Canada) durante l’epidemia di Sars del 2003 riteneva in effetti le mascherine il presidio protettivo più fastidioso. Gli autori dello studio su Annals of the American Thoracic Society ricordano che le sensazioni di fastidio dovute alla mascherina sono probabilmente dovute a «reazioni neurologiche […] dall’area altamente termosensibile del volto coperta dalla mascherina, o alla temperatura più alta dell’aria inspirata […] o a fenomeni psicologici come ansia, claustrofobia o risposte emotive alla difficoltà percepita a respirare». In effetti, secondo un altro studio del 2012, usare le mascherine N95 aumenta la temperatura della parte del volto coperta dalla mascherina, il che può spiegare in parte la sensazione di disagio.
In conclusione, indossare la mascherina tecnicamente può ridurre la quantità di ossigeno che inspiriamo e aumentare l’anidride carbonica espirata, ma non è qualcosa di cui dobbiamo preoccuparci in alcun modo. La sensazione di disagio che proviamo non è legata a una difficoltà effettiva di respirare.