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Perché Bill Gates è diventato il bersaglio perfetto per le bufale sul coronavirus

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14 maggio 2020
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Il magnate e filantropo americano Bill Gates è tra i principali bersagli delle fake news sul coronavirus circolate dall’inizio della pandemia, in Italia e non solo. Negli Stati Uniti, secondo un’analisi del New York Times, condotta con i dati dell’agenzia di media intelligence Zignal Labs, tra febbraio e aprile le teorie del complotto legate al nome del cofondatore di Microsoft sono state citate 1,2 milioni di volte sui social network, il 33% in più della seconda teoria antiscientifica più diffusa: quella secondo cui le onde radio della tecnologia 5G trasmetterebbero il coronavirus (qui tutte le bufale sul 5G).

Con l’esplosione della pandemia, Bill Gates ha assunto per i complottisti di tutto il mondo il ruolo che gli stessi in passato, soprattutto dallo scoppio della crisi dei migranti, avevano attribuito a George Soros, imprenditore ebreo nato in Ungheria ma arricchitosi negli Usa, anche lui come Gates divenuto filantropo a sostegno di cause liberali: la figura del “burattinaio”, il “capitalista spietato” in grado di indirizzare le sorti del mondo a proprio piacimento per interessi personali. Quella narrazione su Soros, poi sposata da diversi partiti di destra anche in Europa, secondo un’inchiesta di BuzzFeed sarebbe nata in Ungheria dall’idea di due consulenti politici americani di Viktor Orbán – per le ironie della storia, anche loro di origine ebraica come Soros – dopo la vittoria di Fidesz alle elezioni del 2010.

Ma come e quando sono nate invece le teorie del complotto su Bill Gates? Ben prima del coronavirus, ma con un filo conduttore lungo quasi dieci anni: i vaccini.

Bill Gates, i vaccini e «l’eugenetica per la spopolare il mondo»

Tutto comincia nel maggio 2002. Il Wall Street Journal rivelò il primo acquisto da parte della Bill & Melinda Gates Foundation, nata due anni prima per sostenere l’educazione e la salute nel mondo, di 205 milioni di dollari in azioni di nove case farmaceutiche.

L’articolo raccontava che fino a quel momento la fondazione dei Gates aveva svolto un ruolo di intermediario tra i produttori di farmaci e i Paesi più poveri, e sottolineava che il magnate era un sostenitore della proprietà intellettuale dei vaccini (in modo analogo a quanto faceva con i software di Microsoft), unico modo secondo lui per continuare a investire nella ricerca di cure. Tra il 2002 e il 2006 l’articolo diede adito a speculazioni da parte di antivaccinisti americani, arrivate fino in Italia, sul nuovo business di Gates e sulle sue «apparenti buone intenzioni – scriveva il sito complottista in lingua inglese 100777– con risultati disastrosi, visto quel che già sappiamo dei vaccini». Cioè – è l’infondata tesi di base degli antivaccinisti – che facciano male alla salute.

Nel 2010 si diffonde la prima teoria del complotto sulla fondazione di Gates. Lo speaker radiofonico statunitense Alex Jones, che all’epoca aveva una trasmissione ascoltata da 2 milioni di persone alla settimana – un personaggio colorito e sopra le righe, definito da Rolling Stone «l’uomo più paranoico d’America» – lanciò l’accusa che Bill Gates volesse «utilizzare i vaccini per sterilizzare e spopolare il pianeta, una tattica che fa parte di una grande cospirazione dell’élite globale per prendere il controllo su ogni cosa».

Alex Jones era fatto questa idea ascoltando un Ted Talk di Bill Gates del febbraio dello stesso anno. Nel suo intervento sul cambiamento climatico, il magnate sosteneva, tra le altre cose, che il pianeta fosse sovrappopolato rispetto alle risorse disponibili: «Il mondo oggi ha 6,8 miliardi di abitanti. Ci dirigiamo verso i 9 miliardi. Se facciamo un buon lavoro con i nuovi vaccini – è la frase critica – la sanità, la salute riproduttiva, possiamo diminuirlo forse del 10-15%».

Secondo Jones, Bill Gates sarebbe dunque un sostenitore di crudeli teorie eugenetiche, che vogliono ridurre la popolazione mondiale attraverso vaccini che provocherebbero la morte o la sterilità delle persone.

In realtà, Gates stava facendo riferimento a una teoria sul comportamento umano e su che cosa spinga i genitori a fare (o non fare) figli: far del male alle persone, per ucciderle o renderle sterili, non c’entra nulla. Nel suo discorso del 2010, Gates parlava della cosiddetta child survival hypothesis, o “ipotesi della sopravvivenza del figlio”, una teoria demografica in voga negli anni Settanta: ne aveva già parlato nella lettera annuale del 2009 della sua fondazione. Scriveva Gates nella lettera: «I genitori (nei paesi più poveri, ndr) scelgono di avere molti figli per aumentare la probabilità che alcuni di loro sopravvivano, di modo per poter essere aiutati quando saranno vecchi». Rendendo disponibili più vaccini, Gates vuole in realtà abbassare la mortalità infantile e far sopravvivere più persone.

Così, seguendo questa teoria, «se aumenta la probabilità che i bambini sopravvivano fino all’età adulta, i genitori possono ottenere il loro obiettivo senza dover fare tanti figli», spiegavano i Gates nella lettera del 2009. In questo modo, dunque, si avrebbe l’effetto di far successivamente ridurre la popolazione, o almeno stabilizzarla.

Questa teoria, approfondita anche da esperimenti sociali delle Nazioni Unite e citata in una raccolta di fonti documentali sull’infanzia redatta dall’Unicef nel 1990, è dibattuta ancor oggi nel mondo scientifico e, insomma, non è detto che funzioni. Uno studio pubblicato su Science nel 2014 dubita che ci sia un nesso tra una minor mortalità infantile e un ridotto tasso di crescita della popolazione. Potrebbero avere più effetto altri fenomeni, come il livello di istruzione delle donne e la diffusione della contraccezione.

Che la teoria sia valida o meno, Bill Gates era entrato nel mirino degli antivaccinisti. Che da allora elaborano nuove e fantasiose ipotesi di complotto, ad esempio allo scoppiare dell’epidemia di Zika in Brasile nel 2016. Secondo una di queste, riportata dal New York Times, dietro quel virus ci sarebbe stata «la mano occulta dei Big Pharma per diffondere la malattia a scopo di lucro». Gli stessi complottisti «dicono anche che miliardari come Bill Gates siano sostenitori dell’eugenetica e vogliono combattere la sovrappopolazione promuovendo vaccini velenosi per i bambini». Già anni prima del coronavirus, dunque, Bill Gates era accusato – senza alcuna prova – di essere coinvolto nello scoppio di un’epidemia in Brasile. Nel 2020 la storia si ripete.

«Bill Gates ha predetto il coronavirus e ha il brevetto per il vaccino»

Le notizie false su Bill Gates e il coronavirus hanno cominciato a circolare anche in Italia fin dalla fine dello scorso gennaio, quando in Italia non c’erano ancora casi registrati. Secondo la prima di queste a diffondersi nel nostro Paese, la fondazione Bill & Melinda Gates aveva «predetto il coronavirus»: in uno status su Facebook, diventato anche un articolo pubblicato da alcuni “siti di controinformazione”, si sosteneva che la fondazione a fine 2019 avesse simulato la pandemia da coronavirus in una esercitazione virtuale dal nome “Evento 201” tenutasi a New York, in cui si parlava di un virus che avrebbe «causato 65 milioni di morti».

La conferenza si è davvero svolta, ma l’intento dichiarato dell’incontro era favorire una cooperazione globale per contrastare gli impatti economici e sociali di gravi pandemie. Il fatto che nuove pandemie si sarebbero sviluppate, prima o poi, era infatti già ben conosciuto dalla comunità scientifica. Come avevamo spiegato su Facta, durante quell’evento a New York non fu diffuso alcun virus (a differenza di quanto faceva intendere il titolo di quel post) e non fu fatta nessuna previsione sulle possibili vittime.

Nella stessa falsa notizia si diceva che Bill Gates avesse finanziato il Pirbright Institute, un centro di ricerca britannico che si occupa soprattutto di malattie degli animali, che «possiede il brevetto per il virus mortale». Anche questo è falso: il Pirbright Institute detiene due brevetti su virus Sars che colpiscono gli animali e che con il Covid-19 non hanno nulla a che vedere.

Bill Gates non ha nemmeno «predetto il coronavirus». Da anni invece – come testimonia l’ormai celebre Ted Talk di Monaco di Baviera del 2015 dal titolo “Non siamo pronti per la prossima epidemia”, 35 milioni di visualizzazioni negli ultimi mesi – metteva in guardia sui rischi della possibile diffusione di un virus in quest’epoca, ritenendo che patogeni di malattie come Sars e Mers non fossero arrivati in aree urbane per pura fortuna. Per questo invitava a predisporre un sistema sanitario in grado di combattere una grave epidemia a livello globale, anche attraverso lo sviluppo dei vaccini. Il coronavirus che causa la malattia Covid-19 si è poi rivelato molto simile al virus «che si diffonde per via aerea» immaginato nel 2015 da Gates.

«Bill Gates vuole sterilizzare la popolazione: guardate l’ingresso della fondazione»

Nelle settimane dell’epidemia, poi, è girata in Italia la vecchia storia secondo cui Gates avrebbe ammesso anche esplicitamente che «i vaccini servono a sterilizzare e a ridurre la popolazione». Stavolta sui social è stato fatto circolare un fotomontaggio dell’ingresso della sua fondazione a Seattle, con una scritta – in realtà inesistente – “Centro per la riduzione della popolazione mondiale”.

Così come non è vero che il filantropo si sarebbe rifiutato di far vaccinare i suoi figli, una vecchia notizia inventata di cui abbiamo parlato ad aprile, né che in una recente telefonata con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte l’ex imprenditore abbia chiesto di far impiantare un chip sottopelle agli italiani, legato – ancora una volta – a un possibile vaccino.

«Bill Gates vuole provare il vaccino sui senegalesi»

Le teorie del complotto su Bill Gates, ovviamente, sono molto diffuse anche fuori dall’Italia. Il suo nome in queste settimane è stato gridato nelle piazze di diverse parti del mondo in cui si manifestava contro le misure di lockdown, come negli Usa e in Australia, mentre in Germania è girato un falso video di una protesta di massa contro il presunto “nuovo ordine mondiale”, e nel tweet veniva citato direttamente Bill Gates (ma la scena è in realtà del 2017, in Polonia, e la protesta contro il partito di governo).

In Francia invece è girata una bufala secondo cui Gates avrebbe incontrato il presidente senegalese per sperimentare il vaccino sulla sua popolazione (ma la foto è del 2016). In Spagna, su WhatsApp e Facebook, si è diffusa una finta dichiarazione di Bill Gates che avrebbe definito il coronavirus «il grande correttore» venuto per «insegnarci qualcosa che abbiamo dimenticato». C’è persino chi a maggio ha messo in giro la finta notizia che Bill Gates fosse stato arrestato dall’Fbi per aver «creato» il coronavirus. Tutto falso.

Che cosa c’è di vero?

Come spesso accade con i luoghi comuni, anche le notizie false a volte nascono con un fondo (molto piccolo) di verità, poi impastato con fatti distorti e storie inventate. Ad esempio è vero che, attraverso la Bill & Melinda Gates Foundation, creata con sua moglie nel 2000  «per sviluppare nuovi strumenti e strategie per ridurre l’impatto delle malattie infettive», il magnate è diventato negli anni uno dei principali finanziatori dell’Organizzazione mondiale della sanità: nel biennio 2018-2019 ha contribuito al suo bilancio con oltre 530 milioni di dollari, secondo solo agli Stati Uniti.

Sempre nel 2000 Bill Gates ha fondato Gavi (“Alleanza per i vaccini”), che in vent’anni ha raccolto circa 18,6 miliardi di dollari, di cui più di 4 direttamente dalla fondazione di Bill e Melinda Gates.

Bill Gates, per Forbes il secondo uomo più ricco del mondo dopo Jeff Bezos, in questo periodo critico ha intensificato i suoi rapporti con molti politici, anche europei: di recente ha davvero telefonato a Giuseppe Conte e alla presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen, mentre sua moglie ha parlato con il premier spagnolo Pedro Sanchez.

È impegnato anche economicamente nella corsa al vaccino e sta collaborando con le istituzioni europee: la sua fondazione ha partecipato alla raccolta lanciata dalla Commissione, che ha ottenuto 7,4 miliardi di euro da diversi partner, ma non è chiaro quanti di preciso arrivino dalle casse di Bill Gates e sua moglie. La fondazione ha raccontato al Wall Street Journal di aver speso finora 305 milioni di dollari per contrastare la pandemia.

In conclusione

Il complottismo su Bill Gates dura da quasi vent’anni. A portare avanti le teorie contro il magnate sono stati inizialmente gli antivaccinisti, che hanno interpretato male – in buona o in cattiva fede – le teorie sociologiche sulla riduzione della popolazione sostenute da Gates. Il suo impegno nella diffusione di vaccini ha portato poi a credere che il secondo uomo più ricco al mondo voglia nuocere alla salute delle persone per fini di potere o di guadagno. Lo avevano già accusato di essere coinvolto nell’esplosione dell’epidemia di Zika, nel 2016, e negli ultimi mesi vedono la sua mano anche dietro la pandemia di coronavirus.

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