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La conferenza stampa del dottor Bacco è un elenco di informazioni false o fuorvianti

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19 ottobre 2020
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Nelle ultime settimane è tornato a circolare su Facebook un video di oltre 8 minuti, presentato dagli utenti come l’«audizione del prof. Bacco presso la Camera dei Deputati». Si tratta di un filmato a camera fissa girato nell’area stampa della Camera dei Deputati. In esso un uomo – che nel video non si presenta, ma che dalla didascalia contenuta nel post è identificato come “dottor Pasquale Bacco” – lancia diverse accuse al sistema medico italiano in prima linea contro la pandemia di Covid-19. Non si tratta di un filmato recente: è stato girato, come vedremo, oltre due mesi e mezzo fa.

Il video, contenente diverse imprecisioni e informazioni false, minimizza la pericolosità della malattia provocata dal nuovo coronavirus, critica i protocolli medici adottati e tratteggia un presunto tentativo di accentuare i rischi della Covid-19. Contiene anche un attacco al lavoro e alle credenziali della dottoressa Ilaria Capua, scienziata ed ex deputata nota per i suoi studi sui virus influenzali.

Il filmato è stato pubblicato originariamente il 28 luglio 2020 dalla deputata del gruppo misto Sara Cunial, uno dei personaggi più in vista delle tesi anti-vacciniste e negazioniste della Covid (di cui ci eravamo occupati qui e qui). Cunial lo aveva pubblicato sul proprio profilo Facebook e in seguito è stato rilanciato il 2 agosto 2020 dall’emittente radiofonica Radio Radio, che negli scorsi mesi ha contribuito in diversi casi alla diffusione di disinformazione sul nuovo coronavirus e di cui ci eravamo occupati qui e qui.

Tornato a circolare negli ultimi giorni, lo abbiamo esaminato punto per punto.

L’evento e il protagonista

L’uomo che parla nel video, come conferma anche la presentazione dell’evento fatta dall’onorevole Cunial sulla propria pagina Facebook, è il dottor Pasquale Mario Bacco, medico legale iscritto dal 1999 all’Albo provinciale dei medici chirurghi di Salerno, nonché fondatore di Meleam, società del settore medico attiva in Puglia.

La pagina dell’Ordine dei medici dedicata a Pasquale Bacco

Fin dall’inizio della pandemia, Bacco si è distinto per alcuni interventi volti a negare la reale pericolosità della Covid-19 («Questo virus non è capace di uccidere. È un virus banale, semplice» aveva ad esempio dichiarato il 10 maggio 2020 a Il Giornale, «Ovunque ci sia una risposta immunitaria adeguata viene annientato») e per uno debole studio pubblicato sul suo sito web e rilanciato acriticamente da diversi mezzi d’informazione (ad esempio qui e qui), che retrodaterebbe la comparsa del virus Sars-Cov-2 in Italia al mese di ottobre 2019. Tale studio non solo non è stato pubblicato su nessuna rivista scientifica sottoposta a revisione ma non offre neanche alcun dettaglio tecnico su come sia stato condotto, e quindi è impossibile anche accertarne la validità o riprodurne i risultati.

Il video in esame non ritrae un’audizione, come riportato nel post oggetto della nostra verifica, ma una conferenza stampa dal titolo “Coronavirus: emergenza sanitaria o democratica?”, come si può verificare sulla pagina della web tv della Camera che il 28 luglio ha trasmesso l’evento. Bacco non è insomma stato convocato da una Commissione parlamentare in qualità di esperto, come accade nelle audizioni, ma è stato soltanto invitato a un evento organizzato dall’onorevole Sara Cunial all’interno del palazzo.

Ma che cosa ha detto Bacco e perché le sue affermazioni sono potenzialmente pericolose? Passiamole in rassegna una per una.

Le vittime Covid-19 e le «patologie pregresse»

Al minuto 43:35[1] dell’intera conferenza stampa Bacco ha sostenuto che «Il covid non ha ucciso nessuno. Nessuno, neanche una persona che non avesse problematiche legate al sistema immunitario oppure a patologie pregresse». Si tratta di una informazione falsa.

Una statistica del 26 agosto 2020 pubblicata dal Center for Disease Control americano indica che in Usa il 6 per cento dei deceduti da Covid-19 non aveva altre patologie pregresse né è deceduto a causa di complicazioni come sepsi o insufficienza renale. In Italia, a ottobre, l’Istituto Superiore di Sanità ha identificato un 3,4 per cento di decessi privi di patologie pregresse. Si tratta di un numero ridotto ma certo non è «nessuno». Ciò non significa poi che tutti gli altri fossero già in punto di morte. Come ha poi ricordato il professore di epidemiologia William Hanage della Harvard University’s School of Public Health, commentando le statistiche del Cdc su Livescience, molte di queste persone avevano malattie assolutamente non fatali e non sarebbero morte senza la Covid-19. Un malato di diabete o un paziente con la pressione alta sarebbero potuti vivere decenni se non avessero contratto la Covid-19.

Di certo, anche se fossero colpiti esclusivamente le persone con diabete, pressione alta o obesità, non sarebbe comunque un dato rassicurante: in Italia il 10 per cento degli uomini e il 7 per cento delle donne sono diabetiche e il 31 per cento della popolazione italiana è iperteso.

Precisiamo poi che un paziente con Covid-19 che muore di complicazioni dovute alla malattia è comunque morto a causa del Covid-19, che ha indotto la complicazione, così come un paziente Aids può essere dichiarato deceduto a causa di un cancro, ma non avrebbe mai avuto quel cancro senza l’Aids.

I farmaci che «portano alla guarigione immediata»

Al minuto 44:42 Bacco ha sostenuto che «abbiamo eliminato completamente i farmaci che oggi portano alla guarigione immediata: L’eparina, gli anti infiammatori, l’idrossiclorochina – addirittura demonizzata da un giornale che aveva una reputazione ma ora l’ha persa, Lancet». Le informazioni sono fortemente imprecise e potenzialmente pericolose vista l’emergenza sanitaria in corso.

Stando a quanto ad oggi sappiamo, l’uso di eparina sembra associato (come pubblica proprio la rivista che avrebbe «perso la reputazione», ovvero Lancet) a una prognosi migliore e a diminuzione di mortalità in alcune classi di pazienti ben determinate, ma di certo non porta ad alcuna «guarigione immediata» e serve cautela. Almeno uno studio dell’Università di Padova ha trovato un rischio superiore di emorragie con la somministrazione di eparina e mortalità più elevata. Non risulta comunque sia stata eliminata «completamente», tanto che l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha avviato una sperimentazione sull’eparina già ad aprile 2020 ed è tuttora tra i trattamenti indicati dall’Aifa.

È vero che a marzo 2020 c’era stato un allarme da parte del ministro della Salute francese sull’antinfiammatorio ibuprofene, che aveva dichiarato il 14 marzo «potrebbe essere un fattore aggravante dell’infezione». Oggi sappiamo che l’ibuprofene e gli altri antiinfiammatori non steroidei non peggiorano il corso del Covid-19. Di certo però non portano a nessuna «guarigione immediata».

Sull’idrossiclorochina (Hcq) – un farmaco antimalarico che riduce la replicazione dei coronavirus in vitro e che è stato molto discusso da quando Donald Trump ne parlò come di un «punto di svolta» contro la pandemia – la situazione è ancora da chiarire. A giugno 2020 c’è stata molta confusione quando due studi scientifici, uno su Lancet e uno sul New England Journal of Medicine, che sembravano indicare un maggiore rischio di decessi in seguito all’uso di Hcq, sono stati ritirati a causa di seri problemi nell’affidabilità dei dati. In seguito all’incidente Lancet ha dichiarato di aver rafforzato i requisiti e i controlli sugli studi che pubblicheranno. Ciò nonostante, se è vero che alcuni studi sembrano mostrare qualche effetto positivo dell’Hcq altri, come un ampio studio clinico uscito a ottobre 2020, non mostrano nessun beneficio. L’Hcq può avere inoltre seri effetti collaterali.

In conclusione, nessuno dei farmaci citati da Bacco porta ad alcuna «guarigione immediata». Eparina e idrossiclorochina non sono esenti da rischi e nessuno di questi farmaci è stato «eliminato completamente» dalla terapia.

«Abbiamo bruciato i polmoni»

Al minuto 44:59 Bacco ha detto che «abbiamo dato la ventilazione profonda. Io non so se vi rendete conto di che cos’è la ventilazione profonda. Noi abbiamo bruciato i polmoni. L’ossigeno che buttavamo nell’apparato respiratorio, per la tromboembolia polmonare, non essere neanche poteva utilizzato. […] Abbiamo sparato sui polmoni. Li abbiamo ossidati. Li abbiamo bruciati».

È vero che la ventilazione meccanica invasiva è un intervento medico serio e con un concreto rischio di complicazioni o danni collaterali, inclusi danni da tossicità di alte concentrazioni di ossigeno. Esistono alcune osservazioni cliniche che mostrano una incidenza significativa di barotrauma (danni da pressione) durante la ventilazione forzata nei casi di grave insufficienza respiratoria da Covid-19.

In generale, quando si arriva alla ventilazione meccanica invasiva la situazione è già grave, e come ha scritto la dottoressa Hannah Wunsch del Dipartimento di Terapia Intensiva di Sunnybrook Health Sciences Centre di Toronto, il beneficio di questo trattamento varia a seconda dell’età, delle malattie coesistenti e della generale fragilità del paziente. È però impossibile rinunciare in tutti i casi alla ventilazione meccanica invasiva, in quanto per circa il 5 per cento dei pazienti la terapia intensiva è necessaria qualora misure di supporto respiratorio meno invasive non funzionino.

Il confronto con la Svezia

Al minuto 46:19 Bacco ha sostenuto di aver parlato «con degli amici svedesi che ci ridono in faccia […]. Voi dite che siccome non abbiamo chiuso abbiamo avuto più morti? Ma sono frottole mondiali». Anche in questo caso, quanto detto dal medico ha grandi lacune.

La Svezia ha una mortalità da Covid-19 assai superiore a quella dei Paesi confinanti e culturalmente confrontabili, come Norvegia e Danimarca. Come sostenuto a inizio ottobre in un’analisi della risposta svedese alla pandemia pubblicata su Science, «nel complesso della popolazione l’impatto dell’approccio svedese è inconfondibile. Oltre 94.000 persone sono state diagnosticate con Covid-19, e almeno 5.895 sono morte. Il paese ha subito circa 590 morti per milione — analoghe a 591 per milione negli Stati Uniti e 600 in Italia, ma molto superiori alle 50 per milione in Norvegia, 108 in Danimarca e 113 in Germania.» I dati sono quelli resi disponibili dall’agenzia di salute pubblica (Folkhälsomyndigheten) svedese.

Gli asintomatici

Al minuto 47:05 Bacco ha parlato di «asintomatici e malati» e sostenuto che «la medicina dice che un malato ha dei sintomi. Nuovi malati: ma se io non ho sintomi che malato sono? Voi allora siete tutti malati dei milioni di virus di cui siete infetti». Le cose in realtà non stanno proprio così.

La percentuale di asintomatici, ovvero individui positivi al SARS-CoV-2 che non sviluppano mai sintomi, secondo un’analisi pubblicata dalla rivista scientifica PLOS Medicine che ha preso in considerazione 79 studi sulla percentuale di asintomatici nelle infezioni da SARS-CoV-2, è circa del 20 per cento. A questi vanno aggiunti i presintomatici, ovvero coloro che non hanno sintomi al momento della diagnosi ma li sviluppano in seguito.

Un asintomatico non è «malato» nel senso che non ha sintomi di malattia, ma gli asintomatici Covid-19 restano importanti da tracciare in quanto, come già osservato a gennaio 2020 dai medici di Anyang in Cina nei primissimi stadi della pandemia, sembrano capaci di trasmettere il virus e quindi propagare la pandemia – come mostrato da ulteriori studi (es. qui, qui, qui, qui) – anche se l’importanza precisa del loro ruolo nella crescita del contagio è ancora incerta.

La polemica nei confronti di Ilaria Capua

Al minuto 47:57 Bacco apre una parentesi polemica nei confronti di Ilaria Capua, dottoressa ed ex deputata (eletta con Scelta Civica e incarica dal 2013 e il 2016), nota negli ultimi mesi in Italia per essere stata spesso tra gli opinionisti in eventi televisivi a tema Covid-19. Bacco ha sostenuto che Capua sia «pluriindagata» e si domanda «Ma chi è questa dottoressa? Cos’ha fatto mai nella sua vita questa signora per permettersi – tra l’altro non è neanche un medico – per parlare di medicina a tutti gli italiani?».

È vero, come sostiene Bacco, che nel 2014 la dottoressa Ilaria Capua fu iscritta nel registro degli indagati con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, all’abuso d’ufficio e traffico illecito di virus. Ciò che il dottor Bacco omette è il successivo proscioglimento da ogni accusa «perché il fatto non sussiste» arrivato nel 2016 (qui una ricostruzione dell’episodio).

Per quanto riguarda l’affermazione secondo cui Capua non sarebbe «neanche un medico», il riferimento è alla sua laurea in medicina veterinaria, con specializzazione in igiene e sanità animale conseguita nel 1991. Titoli a parte, l’autorevolezza di Capua deriva dal suo curriculum professionale e in particolar modo dall’esperienza come direttrice del Dipartimento di Scienze Biomediche Comparate dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie di Legnaro  – dove nel 2000 sviluppò la prima strategia di vaccinazione contro l’influenza aviaria – e dallo studio del ceppo africano dell’influenza H5N1, che nel 2006 la portò all’inedita decisione di depositare i dati ottenuti sulla sequenza genetica in un database ad accesso libero anziché in uno ad accesso limitato.

Seconda ondata

Nella parte conclusiva del suo intervento, al minuto 48:39, Bacco ha ritenuto che la «seconda ondata» della pandemia di Covid-19 sarebbe «qualcosa di impossibile» e una barzelletta. Ha sostenuto che «siamo molto vicini, anche se non è tecnicamente corretto, all’immunità di gregge […] Tre quarti della popolazione è immune. Perché non c’è bisogno necessariamente di contrarre un virus, si può entrare in contatto anche con delle particelle virali. Noi abbiamo uno schermo del 75 per cento di un virus che già era ridicolo».

Come anticipato sopra, la conferenza stampa da cui è tratto il video è del 28 luglio 2020 (qui il video completo della conferenza stampa, caricato originariamente dalla deputata Sara Cunial), quando la diffusione del contagio in Italia era vicina al minimo storico (quel giorno si registrarono 12 morti e 212 nuovi casi) e la seconda ondata doveva ancora arrivare.

Nel frattempo è arrivata: abbiamo visto che il contagio è risalito fino a oltre 8.000 casi accertati al giorno, con conseguente aumento dei decessi e dei ricoveri in terapia intensiva (qui i nostri colleghi di Pagella Politica hanno spiegato come mettere i numeri nel giusto contesto).

Percentuale di casi di Covid-19 diagnosticati in Italia per stato clinico al momento della diagnosi e settimana di diagnosi – Fonte: Iss

Non c’è alcuna prova che siamo vicini all’immunità di gregge, come dimostra peraltro il repentino aumento dei casi di infezione: l’indagine sierologica di agosto 2020 ha mostrato che circa il 2,5 per cento degli italiani è stato a contatto col virus. Le stime più ottimiste per la immunità di gregge richiedono un’esposizione intorno al 40 per cento.

È possibile che in qualche modo Bacco si riferisse a studi che trovano una risposta immunitaria pregressa al coronavirus Sars-CoV-2 nel 20-50 per cento della popolazione, dovuta probabilmente a infezioni con altri coronavirus. Non è oggi assolutamente chiaro però se e in che misura questa risposta immunitaria protegga dal virus o possa addirittura invece peggiorare la risposta dell’organismo all’infezione. A ottobre, su Nature Review Immunology, sono stati pubblicati modelli matematici per investigare la possibile rilevanza di questa immunità pregressa sull’eventualità di una immunità di gregge. Il risultato è che molto probabilmente non cambia niente di significativo rispetto al comportamento della pandemia che già conosciamo.

La «Covid-19 non c’è più»

Infine, al minuto 49:21, Bacco ha sostenuto che la «Covid-19 non c’è più. Cioè, esiste un virus banalissimo, un virus lento, la metà dei ceppi sono già morti. Certo, il virus c’è, c’è stato, mica abbiamo detto di no. Ma qualsiasi malattia curata male o non curata può portare a delle problematiche».

Ricordiamo che la Covid-19 è significativamente più mortale, ad esempio, dell’influenza stagionale. In Inghilterra e Galles, per esempio, tra gennaio e agosto 2020 la Covid-19 da solo ha causato 3,4 volte i morti di influenza e polmonite non-Covid insieme. Come ha riportato Lancet, la proporzione di persone sintomatiche che richiedono ricovero in ospedale è maggiore per il Covid-19 rispetto alla pandemia di influenza del 2009 e in particolare il rischio di ricovero in terapia intensiva è cinque o sei volte superiore; la letalità è stimata vicina all’1 per cento rispetto allo 0,026 per cento dell’influenza del 2009. Inoltre il numero di riproduzione del virus Sars-CoV-2 in assenza di misure restrittive è probabilmente maggiore di quello dell’influenza stagionale (tra 2 e 4, contro 1,28 per l’influenza; per la pandemia di influenza del 2009 era stimato a 1,5 ); in altre parole, si diffonde più rapidamente.

In conclusione

Parecchie delle affermazioni medico-scientifiche del dottor Bacco nello spezzone di conferenza stampa che ha trovato grande diffusione in questi giorni sono fuorvianti se non decisamente false.

Quanto detto da Bacco sulla mortalità da Covid-19 e sui soggetti con malattie pregresse è fuori contesto perché dimentica che una sostanziale percentuale della popolazione soffre di tali condizioni a rischio. Sull’immunità di gregge e sulla scarsa pericolosità del virus le affermazioni di Bacco sono completamente in contrasto con i dati epidemiologici a disposizione e disegnano un quadro falsamente rassicurante della pandemia di Covid-19 e della sua pericolosità. L’approccio “morbido” della Svezia – lungi dall’essere un esempio da seguire – è invece un’eccezione negativa in termini di mortalità rispetto ai Paesi scandinavi che hanno applicato provvedimenti di contenimento della pandemia.
Le affermazioni di Bacco sul trattamento farmacologico e di terapia intensiva del Covid-19 sono anch’esse false o fuorvianti, dichiarando come salvavita farmaci che, nella migliore delle ipotesi, sono forse utili a una sottoclasse di pazienti, e addossando la mortalità da Covid-19 alla ventilazione invasiva, di sicuro a rischio di complicazioni ma necessaria in vari casi come extrema ratio.

[1] Il minutaggio fa riferimento alla registrazione dell’evento da parte di Radio Radicale. Qui la conferenza stampa completa.

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