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Il Pentagono non «ha ammesso silenziosamente» di aver finanziato 46 laboratori in Ucraina

Il Pentagono non «ha ammesso silenziosamente» di aver finanziato 46 laboratori in Ucraina

17 giugno 2022
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Il 15 giugno 2022 su Facebook è stato pubblicato uno screenshot di una notizia in cui si legge «Il Pentagono ammette silenziosamente di aver finanziato 46 laboratori biologici in Ucraina dopo mesi di rigetto delle accuse russe come propaganda».

Il riferimento è alle notizie infondate o false circolate dall’inizio dell’invasione militare russa dell’Ucraina, diffuse anche dalle autorità russe, riguardo a presunte armi biologiche prodotte nei laboratori presenti in Ucraina e gestiti dagli Stati Uniti d’America. Su Facta ci siamo occupati diverse volte di questi casi di disinformazione (qui, qui e qui).

Il contenuto oggetto di analisi veicola una notizia presentata in maniera fuorviante. Andiamo con ordine.

Lo scorso 9 giugno il Dipartimento della Difesa statunitense ha pubblicato un comunicato «sugli sforzi di riduzione delle minacce di distruzione di massa con Ucraina, Russia e altri paesi dell’ex Unione Sovietica». Nel testo si legge che gli Stati Uniti hanno collaborato «per migliorare la sicurezza biologica e la sorveglianza delle malattie dell’Ucraina per la salute umana e animale, fornendo negli ultimi decenni supporto a 46 laboratori ucraini non militari, a strutture sanitarie e a siti diagnostici delle malattie». Il comunicato prosegue spiegando che questo lavoro è stato «spesso condotto in collaborazione con organizzazioni esterne, come l’Oms e l’Organizzazione mondiale per la salute animale (Oie)». Inoltre, si legge ancora, «l’Ucraina possiede e gestisce i suoi laboratori di salute pubblica e le infrastrutture associate e gli Stati Uniti sono orgogliosi di collaborare, cooperare e fornire assistenza a sostegno di questa infrastruttura». 

Come hanno evidenziato i colleghi statunitensi di PolitiFact, già a marzo 2022 il Pentagono aveva comunicato più o meno le stesse cose, aggiungendo che erano stati investiti circa 200 milioni di dollari in Ucraina nel supportare «46 laboratori, strutture sanitarie e siti diagnostici», migliorando «la sicurezza biologica» del Paese.

Come avevamo spiegato in un precedente articolo, infatti, tali strutture sono possedute e finanziate dal governo ucraino, ma dal 2005 sono parte di un trattato firmato tra Stati Uniti e Ucraina per «ridurre al minimo le potenziali minacce biologiche». Il trattato è inserito in uno sforzo più ampio finalizzato a ridurre la minaccia delle armi di distruzione di massa esistenti noto come Cooperative Threat Reduction Program (programma cooperativo di riduzione delle minacce), avviato dal Dipartimento della Difesa americano nel 1991 dopo la caduta dell’Unione sovietica. In conseguenza del trattato, i laboratori ucraini ricevono supporto tecnico e finanziamenti dagli Stati Uniti, e al loro interno vengono condotte ricerche su agenti patogeni con l’obiettivo dichiarato di «ridurre la proliferazione di minacce biologiche e aiutare a ridurre il rischio di pandemie frutto di malattie impattanti come la Covid-19». Non esiste tuttavia alcuna prova che nelle strutture di ricerca vengano sviluppate «armi biologiche».

Non è vero quindi che il Dipartimento ha ammesso «silenziosamente» di aver supportato 46 laboratori biologici in Ucraina. Si tratta infatti di una notizia nota e comunicata in più occasioni dal Pentagono. ​​

In questo approfondimento abbiamo ricostruito come è nato e si è diffuso il mito dei biolaboratori in Ucraina. Di questo argomento ci siamo occupati anche in un episodio del nostro podcast.

Photo credits: Wiyre Media via Flickr

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