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Il vaccino anti-Covid non riduce permanentemente il numero di spermatozoi

Il vaccino anti-Covid non riduce permanentemente il numero di spermatozoi

27 giugno 2022
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Il 25 giugno 2022 su Facebook è stato pubblicato un post in cui si legge che «​​il vaccino Covid di Pfizer riduce il numero di spermatozoi negli uomini» e che questo sarebbe «un altro effetto della tirannia del vaccino forzato». Nel post è presente un link che rimanda alla fonte della presunta notizia: un articolo pubblicato il 19 giugno 2022 dal sito The gateway pundit.

Si tratta di un contenuto presentato in modo fuorviante, che veicola una notizia falsa. Andiamo con ordine.

Iniziamo dalla fonte citata nel post oggetto di analisi. The Gateway Pundit è un sito web in lingua inglese di cui ci siamo già occupati per alcuni contenuti di disinformazione sulla politica americana e sui vaccini contro la Covid-19. 

Chiarito questo aspetto, passiamo al contenuto. Il 17 giugno 2022 è stato pubblicato sulla rivista Andrology uno studio sottoposto a revisione tra pari (peer review) che mostra come il vaccino anti Covid-19 prodotto da Pfizer alteri temporaneamente la concentrazione di sperma. Nello studio si legge che, in base all’analisi dello sperma di 37 donatori, è stata registrata una riduzione temporanea della concentrazione di spermatozoi tre mesi dopo la vaccinazione con il vaccino anti-Covid Pfizer e un successivo recupero. Il volume e la motilità dello sperma sono rimasti invece stabili. Le conclusioni dello studio riportano che la causa di questa riduzione non è da rintracciare in un effetto diretto del vaccino sulle cellule testicolari. Per gli stessi autori, la spiegazione più ragionevole è nella risposta immunitaria che il corpo ha dopo la somministrazione del vaccino. Nello studio viene riportato anche che la febbre causata dall’infezione del nuovo coronavirus può influenzare in negativo la produzione di sperma.  

Contattato dai colleghi dell’Associated press, Itai Gat dello Shamir Medical Center di Israele, tra gli autori dello studio citato, ha spiegato che questi risultati non sono allarmanti, spiegando che si tratta di conseguenze tipiche di quando si ha la febbre: «Quanto osservato nel nostro studio è molto simile al calo dello sperma documentato dopo comuni malattie febbrili (come l’influenza)». Gat ha precisato che i ricercatori hanno scoperto che dopo sei mesi la riduzione della concentrazione di sperma era «scomparsa»: «Siamo giunti alla conclusione che la riduzione è temporanea e che il risultato a lungo termine rimane buono».

Già a gennaio 2021 la Society for Male Reproduction and Urology (Smru) e la Society for the Study of Male Reproduction (Ssmr) avevano comunicato che «la febbre può causare cali temporanei nella produzione di sperma. Pertanto, se un uomo avverte la febbre come effetto del vaccino contro la Covid-19, potrebbe sperimentare un calo temporaneo della produzione di sperma, ma sarebbe simile o inferiore a chi ha la febbre a causa di un’infezione da nuovo coronavirus Sars-CoV-2».

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