Il 25 agosto 2021 la redazione di Facta ha ricevuto via WhatsApp un articolo, pubblicato il 24 agosto 2021 da L’unione sarda, secondo cui le figlie di un paziente ultranovantenne avrebbero rifiutato una trasfusione urgente per il padre perché non volevano sangue di donatori vaccinati contro la Covid-19. L’articolo sostiene che le donne «temevano, secondo il racconto degli operatori sanitari, che sarebbe stato iniettato l’Rna, la molecola alla base dei vaccini più usati in questo periodo». 

Si tratta di una preoccupazione priva di fondamento scientifico, come l’articolo de L’unione sarda fa correttamente notare. In generale, non esiste alcuna controindicazione nel ricevere sangue da donatori vaccinati.

Per prima cosa ricordiamo che le persone vaccinate contro la Covid-19 possono donare il sangue, nonostante siano state diffuse notizie false in senso contrario. Questo perché tutte le principali agenzie che si occupano di donazione del sangue ritengono sicuro il sangue donato in seguito ai vaccini finora approvati contro la Covid-19, tra cui la Food and drug administration (Fda) statunitense e la Croce Rossa. L’unica eccezione è per i vaccini che usano virus attenuati, per i quali il vaccinato deve aspettare 14 giorni prima di donare. Si tratta di un caso, alla data in cui scriviamo, del tutto teorico, in quanto nessun vaccino basato su questa tecnologia è stato approvato contro la Covid-19.

In ogni caso una trasfusione difficilmente potrebbe trasmettere una quantità significativa dell’mRna vaccinale o della proteina Spike prodotta dai vaccini. L’mRna viene distrutto dall’organismo dopo pochi giorni mentre, come avevamo approfondito in passato su Facta, la proteina Spike dopo la vaccinazione è presente nel circolo sanguigno per pochi giorni e in concentrazioni 60mila volte inferiori a quelle che potrebbero indurre effetti tossici di qualsiasi tipo.