Dagli Stati Uniti all’Italia, perché i complottisti ora hanno paura dei sistemi pubblici d’allarme - Facta
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Dagli Stati Uniti all’Italia, perché i complottisti ora hanno paura dei sistemi pubblici d’allarme

di Francesca Capoccia

Il 4 ottobre 2023 alle 14:20 (eastern time) l’Ente federale per la gestione delle emergenze degli Stati Uniti d’America (Fema) ha inviato un messaggio di allarme su tutti i cellulari, radio e televisioni presenti sul territorio nazionale americano. Il testo, in inglese, recitava: «THIS IS A TEST of the National Wireless Emergency Alert System. No action is needed» (in italiano: «Questo è un test del sistema nazionale di allarme wireless per le emergenze. Non è necessaria alcuna azione»). Si tratta del test periodico del sistema integrato di allerta e allarme pubblico (Ipaws) che, con un messaggio, avvisa la popolazione sull’eventuale emergenza in corso.

Come successo per il sistema di allarme pubblico italiano IT-Alert, di cui abbiamo parlato in precedenza su Facta.news, sulla tematica è iniziata a circolare molta disinformazione. Alcuni cospirazionisti statunitensi sostengono che il test inviato da Fema attiverebbe «agenti patogeni dormienti», come virus «Marburg ed Ebola», che sarebbero stati iniettati nella popolazione tramite il vaccino anti Covid-19, e che possono essere azionati solo tramite una frequenza 5G. In altri casi, invece, si sostiene che il segnale ad alta frequenza che arriva su telefoni, televisori e radio attiverebbe l’ossido di grafene, un materiale a base di carbonio derivato dalla comune grafite che, secondo alcune teorie del complotto infondate, sarebbero presenti nei vaccini anti-Covid causando seri danni alla salute. Per non diventare degli «zombie», i cospirazionisti suggeriscono di spegnere i telefoni, o di impostarli in modalità “silenziosa”. 

Ma dietro a queste teorie del complotto non c’è alcuna verità. Innanzitutto, il sistema di allarme Fema opera grazie alla collaborazione di operatori radiofonici ed emittenti radiofoniche e televisive. Come spiegato dallo stesso ente, tutti i telefoni accesi dotati di connessione attiva alla rete telefonica e che si trovano nel raggio d’azione di una cella telefonica, ovvero ripetitori in grado di diffondere il segnale radio, riceveranno il messaggio di allerta. Fema precisa inoltre che, anche se alcuni modelli più recenti di telefoni cellulari hanno un’impostazione che consente di rinunciare ai test e agli avvisi, non si potranno disattivare i test previsti per l’anno 2023. Dunque, che un telefono sia o meno dotato di tecnologia 5G, ovvero una connessione mobile di nuova generazione, non influirà sulla ricezione dell’avviso. Questa tecnologia non attiverà nemmeno alcun «agente patogeno» o «ossido di grafene» perché non può interagire virus e vaccini. La presunta correlazione tra trasmissione del nuovo coronavirus e rete 5G è stata smentita in diverse occasioni

Questa nuova teoria cospirazionista con al centro il sistema di allarme statunitense affonda le sue radici nella teoria del complotto per cui nei vaccini sono contenute sostanze dannose e nocive per le persone. In realtà, i vaccini anti Covid-19 sono stati dichiarati, in base agli studi realizzati, sicuri ed efficaci dalle autorità sanitarie nazionali e internazionali. Perciò non c’è alcun motivo fondato di credere che alle persone sia stato inoculato il virus Marburg ed Ebola, oppure l’ossido di grafene, come invece sostenuto da chi mette in dubbio l’efficacia e la sicurezza dei vaccini anti Covid-19.

Photo credit: Fema via Instagram

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