Saper localizzare una notizia è importante perché permette di comprendere dove un evento è realmente accaduto e di verificare la credibilità delle informazioni veicolate. Un caso che dimostra quanto questa regola sia vera è quanto successo a Bucha nell’aprile del 2022
In quell’occasione il ruolo di fact-checker e debunker era stato fondamentale per risalire a come erano andate, per davvero, le cose e per dimostrare che quanto sostenuto dalla propaganda russa non era basato su fatti o dati. Un ruolo centrale era stato giocato dalle immagini satellitari che avevano permesso di fare chiarezza sull’accaduto.
Vediamo, nei dettagli, di che cosa stiamo parlando.
Bucha e le immagini satellitari del New York Times Bucha, cittadina ucraina a pochi chilometri a nord-ovest di Kiev, era stata invasa dall’esercito russo a partire dal 27 febbraio 2022 e completamente occupata il successivo 12 marzo. Nonostante gli sforzi della controffensiva ucraina di riprendere il controllo del territorio fossero iniziati pochi giorni dopo l’occupazione, l’operazione era poi stata portata a termine solo alla fine del mese di marzo. Il 31 marzo 2022 infatti le truppe ucraine e alcuni giornalisti erano potuti rientrare in città e avevano presto denunciato uccisioni indiscriminate di civili da parte dell’esercito russo.
I filmati diffusi in quelle ore mostravano numerosi cadaveri in abiti civili abbandonati lungo le strade della città. La Russia aveva da subito smentito ogni responsabilità nel massacro, attaccando la credibilità dei materiali fotografici e scaricando la responsabilità dei decessi sulle truppe ucraine appena rientrate nella città.
L’analisi di alcune immagini satellitari in un articolo pubblicato dal New York Times aveva però provato come 11 dei cadaveri filmati per le strade di Bucha il 1° aprile 2022 fossero già presenti, nelle stesse posizioni, l’11 marzo 2022, data in cui la consigliera comunale di Bucha Ekaterina Ukraintseva indicava che la città fosse caduta in mano russa.
Le immagini satellitari hanno quindi svolto un importante ruolo nello smentire la posizione del Cremlino, dal momento che i corpi senza vita erano presenti nelle strade di Bucha già tre settimane prima che l’esercito abbandonasse la città.
Come approcciarsi alla verifica di un luogo Questo esempio mostra che la verifica di un luogo e, in particolare, l’analisi del “dove” una notizia si svolge può fare la differenza e rivestire un ruolo importante per risalire alla corretta interpretazione di un’informazione.
Come procedere? Prima di iniziare a lavorare sulle immagini, è importante porsi le giuste domande e osservare i dettagli del contenuto che si ha di fronte.
Ad esempio, se ci si imbatte in una fotografia presente sui social network è necessario chiedersi dove si trova di solito, dal punto di vista geografico, l’account che ha pubblicato lo scatto e se ci sono altre foto che testimoniano la stessa scena nella stessa posizione.
È poi fondamentale tenere a mente che le geolocalizzazioni dei social network (i “tag geografici” che si possono associare, ad esempio, ai contenuti pubblicati su Facebook o Instagram) non sono verificati. Ogni utente può liberamente decidere di taggare il luogo che preferisce e, magari, dichiarare di trovarsi geograficamente dall’altra parte del mondo.
Infine, l’abilità più importante per verificare un luogo è l’osservazione: i dettagli di foto e video forniscono spesso indizi per la ricerca. Strade, montagne con un profilo particolare, segnaletica, insegne, targhe delle auto aiutano di solito la geolocalizzazione (cioè, appunto, situare geograficamente un contenuto).
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