Orientarsi nell’universo dell’informazione non è semplice e imbattersi in una notizia non è abbastanza per concedere subito la propria fiducia. Spesso è necessaria qualche verifica per provare a capire se è vera o falsa.
Proprio perché informarsi è sempre più un processo, può tornare utile porsi le giuste domande, così da interrogarsi sull’affidabilità di una notizia. Si tratta di un contenuto originale? Chi è l’autore? Qual è la fonte? Quando è stata data, per la prima volta, la notizia? Dove è nata e perché? Queste sono solo alcune delle domande utili per stabilire che tipo di informazione si ha davanti. Se porsi questi interrogativi può sembrare semplice, rispondere non sempre lo è.
Con questo articolo inauguriamo la rubrica Verificare le notizie che accompagnerà per le prossime settimane e ogni mercoledì i lettori di Facta.news. Pubblicazione dopo pubblicazione, faremo chiarezza su diversi aspetti legati al contrasto della disinformazione, condividendo con il nostro pubblico consigli e strumenti che aiutano fact-checker e debunker nel loro lavoro di verifica.
Farsi le domande giuste First Draft, progetto che ha dedicato la propria attività al contrasto della cattiva informazione online, ha individuato cinque diversi passaggi indispensabili per la verifica di una notizia.
Per stabilire se una notizia è affidabile è necessario individuarne la provenienza (il contenuto è originale?), la fonte (chi è l’autore?), la data (quando è apparsa per la prima volta?), il luogo (dove è nata?) e la motivazione (perché se ne parla?).
Per affrontare ogni passaggio è importante sfruttare a pieno il proprio senso critico, chiedendosi ad esempio se la notizia vuole persuaderci di qualcosa e perché. Avere un’idea dei motivi possibili per cui una notizia ci viene data è spesso fondamentale per contestualizzarla correttamente.
Quando un contenuto è originale Capire se la notizia che si legge o il contenuto che si incontra sui social network è originale è importante per inquadrare correttamente una notizia. Con “contenuto originale” intendiamo la sua prima versione, quella pubblicata inizialmente.
Attenzione: capire se un contenuto è originale non è la stessa cosa che capire se quel contenuto è vero. Non è corretto pensare che, solo perché conosciamo la fonte originale di una notizia, allora quella notizia è vera. Anche le notizie false hanno un loro contesto originale, ma restano comunque errate.
Pensando, ad esempio, ad un articolo pubblicato sul nostro sito, la sua versione originale è proprio quella pubblicata su www.facta.news e non quella ripresa in un secondo momento da altre testate o siti Internet. Se invece stiamo analizzando una fotografia, la sua versione originale è quella scattata dal suo autore e non il successivo utilizzo che ne fanno gli utenti online. Nel caso di un messaggio audio WhatsApp, l’originale è quello registrato e inviato dalla persona che sentiamo parlare.
Avere ben chiaro qual è il contenuto originale è importante perché permette di contestualizzare correttamente la notizia che si sta verificando, capire dove e come è stata condivisa e magari ricostruire le intenzioni dell’autore. Sarà quindi più semplice capire se si tratta di un contenuto correttamente inserito nel suo contesto oppure estrapolato e utilizzato per altri fini.
Un esempio pratico Prendiamo un esempio. Nel corso del 2021 l’Italia era impegnata con la somministrazione della prima dose dei vaccini anti-Covid e così anche molte altre nazioni del mondo.
Tra i pionieri della campagna vaccinale c’era Israele, dove la somministrazione di massa della prima dose del vaccino Pfizer/BioNTech è iniziata il 19 dicembre 2020. Nei mesi (e anni) successivi la disinformazione sui vaccini anti-Covid è stata tra i principali filoni di false notizie che hanno riguardato la pandemia: tra i complotti di maggior successo c’è quello basato su un’errata lettura dei dati dei sistemi di sorveglianza vaccinale, che hanno finito per trasformarsi da strumenti utili per analizzare la sicurezza dei vaccini a database utilizzati per veicolare disinformazione.
La falsa notizia che analizziamo si inserisce proprio in questo contesto. A luglio 2021 è circolata sui social network italiani un’immagine che sembra mostrare un articolo pubblicato da Ansa Med, progetto dell’agenzia Ansa dedicato alla regione mediterranea e del vicino oriente. Il titolo dell’articolo, stando a quanto riportato online, sarebbe: “Israele: Dei 20 morti per COVID di ieri, 15 erano vaccinati. Il ministero della sanità ha dichiarato che, però, sono morti in forma più leggera. Prosegue la campagna vaccinale”.
La critica venata di ironia mossa da alcuni utenti dei social network era duplice: sia di aver considerato – paradossalmente – “più leggeri” dei presunti decessi correlati al vaccino anti-Covid, sia di una generale insicurezza della campagna vaccinale, responsabile di alcuni decessi.
In realtà, per quanto l’immagine potesse sembrare un articolo realmente pubblicato dall’agenzia, non era così.
Per verificare questa notizia (e altre simili) è importante cominciare dalla ricerca, risalendo alla fonte originale: in questo caso quindi non tanto il post pubblicato su Facebook, che si limita a riprendere un presunto contenuto pubblicato altrove, ma l’articolo di Ansa Med.
La ricerca può procedere in almeno due modi: una prima strategia è cercare su Google il titolo dell’articolo (o almeno una parte significativa di esso) e chiedere al motore di ricerca di mostrarci ciò che è presente online. Otterremo un risultato simile a quello che riportiamo qui sotto.
In questo caso, oltre a non comparire alcun articolo con quel titolo tra i primi mostrati, la ricerca ci restituisce anche un articolo di debunking, ovvero di verifica delle informazioni. Ciò accade perché Google, in alcuni casi, indirizza i propri utenti verso eventuali articoli di verifica già pubblicati sull’argomento cercato.
Una seconda strategia è chiedere a Google una ricerca più precisa, facendo sì che ci vengano mostrati solo i risultati presenti all’interno di un sito particolare: in questo modo è possibile scoprire se all’interno del sito www.ansamed.infoè stato pubblicato l’articolo con il titolo che ci interessa. Impostare una ricerca di questo tipo è semplice, basta sfruttare una delle possibilità offerteda Google e di cui vi parleremo meglio nelle prossime settimane.
Anche in questo caso, Google mostra che, in origine, le parole del titolo «morti in forma più leggera» non sono comparse in alcun articolo pubblicato dalla testata.
Contattare la redazione
Per avere ulteriore conferma di come sono andate le cose, è bene – quando possibile e quando ci si imbatte in casi di disinformazione simili – cercare di contattare la redazione così da verificare la notizia con i diretti interessati.
In questo caso, Ansa Medaveva smentito di aver dato una simile notizia, dichiarando che si trattava di un «fake».
In conclusione
Prima di considerare una notizia vera e affidabile, è importante attivare il proprio senso critico e interrogarsi sulla sua nascita. Identificare la versione originale di un contenuto ci aiuta a contestualizzarlo correttamente.
Se, navigando sui social network o su Internet, capita di imbattersi in un titolo o in un articolo troppo bizzarro per essere vero, forse non lo è: cercare l’articolo su Google, risalendo alla prima versione pubblicata dalla testata è una semplice e veloce strategia che può aiutare a scoprire se la notizia è reale o no.
C’è un argomento che vorresti vedere trattato riguardo la verifica delle informazioni? Contattaci via WhatsApp cliccando qui o via email all’indirizzo segnalazioni@facta.news per farci sapere quale tema ti piacerebbe trovare nella rubrica settimanale “Verificare le notizie”!
Questa foto non dimostra che Trump è in fin di vita
Lo scatto usato come prova è in realtà di dicembre 2020, quando il corteo dei veicoli dell’allora presidente Donald Trump stava entrando al Trump International Golf Club