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Queste foto di aerei non provano l’esistenza delle “scie chimiche”

Queste foto di aerei non provano l’esistenza delle “scie chimiche”

22 settembre 2022
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Il 21 settembre 2022 la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione che chiedeva di verificare la pagina di un forum in cui sono state postate varie foto che, secondo quanto riportato, sarebbero collegate alla tecnologia utilizzata dagli aerei per rilasciare le “scie chimiche”.

Si tratta di una serie di immagini presentate senza il contesto necessario per la loro comprensione, che veicolano una notizia falsa. Andiamo con ordine.

Quella legata alle “scie chimiche” è una teoria cospiratoria priva di fondamento secondo la quale gli aerei diffonderebbero nell’atmosfera sostanze tossiche allo scopo di controllare il clima, sterminare l’essere umano o, più recentemente, vaccinare contro la Covid-19 le persone a loro insaputa.

Fatta chiarezza su questo, passiamo ora alle foto presenti sulla pagina.

Alcune immagini mostrano una serie di aperture circolari poste sulla parte inferiore di un aeroplano. 

Immagine postata sul forum oggetto della nostra analisi come prova dell’esistenza delle “scie chimiche”

Fori di questo tipo possono essere visti, ad esempio, su un Boeing 747 SuperTanker (come si può verificare qui e qui) un aereo antincendio che può trasportare circa 75mila litri di acqua e liquidi ritardanti di fiamma. Gli ugelli sono utilizzati per erogare questo tipo di sostanze per dominare gli incendi.

Un’altra serie di foto inserita nella pagina del forum oggetto della nostra analisi mostra diversi ponti aerei in cui sono presenti serbatoi di varie forme e colori.

Immagine postata sul forum oggetto della nostra analisi come prova dell’esistenza delle “scie chimiche”

Come avevamo già spiegato su Facta, questo tipo di barili sono in realtà dei serbatoi di zavorra, cioè dei contenitori riempiti d’acqua e utilizzati durante le prove di volo di un nuovo modello di aeroplano, per testare il centro di gravità a terra e durante il volo. I barili possono essere isolati o collegati con tubi, in modo da poter pompare l’acqua in volo per simulare i movimenti dei passeggeri. L’esistenza di queste cisterne di zavorra è documentata da svariate foto pubblicate sul web (qui, qui, qui e qui).

Inoltre, una delle immagini presenti sulla pagina che stiamo verificando mostra una serie di barili neri su cui è stato apposto un simbolo che rivelerebbe che il serbatoio contiene sostanze chimiche tossiche. In realtà l’immagine è uno screenshot di un video pubblicato dall’emittente britannica Bbc, che mostra i barili di zavorra neri ai quali non è apposto nessun adesivo.

Ancora, nella lista di foto sono presenti gli scatti di alcune cisterne installate all’interno di diversi velivoli.

Immagine postata sul forum oggetto della nostra analisi come prova dell’esistenza delle “scie chimiche”

Anche in questo caso non si tratta di serbatoi che contengono sostanze nocive disperse con le “scie chimiche”, ma di contenitori adibiti allo stoccaggio di altri materiali. Alcuni aerei, infatti, hanno al loro interno una serie di serbatoi utilizzati per contenere il ritardante di fiamma destinato alla dominazione degli incendi, come si può verificare qui, qui, qui e qui.

Altre tipologie di velivoli, invece, utilizzano le cisterne per contenere combustibile o altre sostanze come disperdenti, cioè agenti chimici che alterano il comportamento fisico del petrolio sulla superficie del mare (come si può vedere qui, qui e qui). Oppure, nei barili sono contenute sostanze utilizzate per la disinfestazione aerea, come si può verificare in questo blog dove viene mostrata la foto di un aereo esposto nel 2008 al Great New England Air Show presso la Westover Air Reserve Base, negli Stati Uniti, usato per la disinfestazione di zanzare in diverse regioni statunitensi.

Altre immagini si riferiscono, invece, alle cosiddette operazioni di “cloud seeding“, una tecnica con cui le nuvole vengono spruzzate con particelle di aerosol o polvere di cloruro di sodio o di ioduro d’argento per provocare precipitazioni, come si può vedere in questo video, in cui si vede un’operazione in Malesia, realizzata dalle autorità statali. Altre immagini legate a questo tipo di tecnologia si possono vedere qui e qui

Oltre alle foto delle cisterne, nella pagina oggetto della nostra verifica, sono presenti anche le foto di altri strumenti che, a loro volta, secondo quanto riportato, rappresenterebbero la tecnologia necessaria per la dispersione delle “scie chimiche”. 

Immagine postata sul forum oggetto della nostra analisi come prova dell’esistenza delle “scie chimiche”

Anche in questo caso si tratta di immagini presentate senza il contesto necessario per la loro comprensione che veicolano una notizia falsa. In realtà, gli strumenti mostrati nelle foto servono per le azioni più disparate come il controllo della formazione di ghiaccio in volo o il rifornimento del velivolo stesso.

Inoltre, tra le immagini a sostegno della teoria cospiratoria, ci sono alcune foto che mostrano degli aerei e del personale di bordo rilasciare delle sostanze nell’aria. 

Immagine postata sul forum oggetto della nostra analisi come prova dell’esistenza delle “scie chimiche”

Nella maggior parte dei casi, si tratta di fotografie che immortalano degli aerei mentre spruzzano acqua, sostanze chimiche per la dispersione del petrolio o pesticida, oppure durante le operazioni di cloud seeding, come si può verificare qui.

Infine, non mancano le foto ironiche come in questo caso in cui il meteorologo Jacob Wycoff, che si era già espresso sui social riguardo la teoria cospiratoria, aveva pubblicato sul suo profilo Facebook la foto del pannello di controllo di un aereo a cui era stato applicato un adesivo con scritto «chemtrails» (in italiano: «scie chimiche»), accompagnandola con un commento spiritoso nei confronti di chi crede a questo tipo di complotto.

Nessuna delle fotografie pubblicate nella pagina oggetto di analisi, quindi, mostra delle tecnologie utilizzate per lo stoccaggio e l’erogazione le cosiddette “scie chimiche”, ma si tratta di strumenti impiegati per scopi ben diversi e noti.

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