Esagerazione, razzismo e xenofobia caratterizzano la disinformazione sulle proteste in Francia - Facta
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Esagerazione, razzismo e xenofobia caratterizzano la disinformazione sulle proteste in Francia

Un’analisi di EDMO. Organizzazioni che hanno contribuito: Pagella Politica/Facta news; AFP; France TV; Les Surligneurs; Maldita.

In molte città della Francia si sono verificate ripetute violenze urbane dopo la morte di Nahel, un diciassettenne ucciso da un poliziotto durante un posto di blocco a Nanterre il 27 giugno 2023. Le rivolte sono oggetto di molta disinformazione in diversi Paesi Ue. Varie storie – che le organizzazioni di fact-checking che fanno parte del network  Edmo hanno dimostrato essere false – sfruttano la situazione di caos causata dalle manifestazioni. 

Le informazioni false sembrano voler alzare ulteriormente il livello di allarme,  spesso in linea con le narrazioni di organizzazioni politiche estremistiche intente a diffondere messaggi razzisti o xenofobi.

Amplificazione delle proteste
Esplosioni impressionanti (ma decontestualizzate), presunto rilascio di animali selvaggi (ad esempio zebre, leoni, rinoceronti) e rivoltosi che fuggono in veicoli rubati alla polizia. Sono alcune delle storie false utilizzate per amplificare la portata delle proteste, già di per sé molto violente e distruttive. La maggior parte della disinformazione rilevata sembra finalizzata a ingigantire il disordine. 

A questo proposito, diverse notizie false hanno riutilizzato vecchi video e foto, presentandoli come inerenti alle proteste in corso. Un esempio è il video dell’incendio in un deposito di auto avvenuto in Australia ad aprile, che è stato condiviso con la didascalia “Criminali antifascisti e immigrati africani e marocchini di seconda e terza generazione nati in Francia bruciano un parcheggio con migliaia di auto”. Un altro è quello di un edificio residenziale andato a fuoco negli Emirati Arabi Uniti, rilanciato con la didascalia “Macron silenzia i social media. Censura totale e divieto di ogni segnalazione in Francia”. E c’è anche il video del saccheggio del negozio di un noto marchio, avvenuto però nel 2020 negli Stati Uniti. Un video del 2016 che mostra alcuni manifestanti che attaccano una macchina della polizia poi è stato riproposto con messaggi come “È la mafia viziata e sovvenzionata che odia l’Occidente, contro la legge, la ragione e il buon senso” e “L’Europa sotto attacco islamico”.

Un’altra significativa narrativa di disinformazione è quella della presunta folla oceanica di manifestanti nelle strade di Nanterre. Il filmato questa volta è preso da un concerto in Messico. Si tratta di una tecnica nota, già usata in passato per altre proteste in Francia e in Europa. Descrivere un tale contesto (a volte in maniera apocalittica) rende più semplice diffondere altre informazioni false, come quella del prete aggredito nella sua chiesa e quella del vigile del fuoco ucciso nella scia di proteste, anche se nessuno dei due eventi è legato alle rivolte. Il prete è stato rapinato fuori dalla chiesa mentre indossava abiti civili. La morte del vigile del fuoco è ancora sotto indagine, ma il dipartimento dei vigili del fuoco di Parigi ha escluso relazioni con i disordini e la prefettura di polizia francese ha detto che le cause sono “ignote”.

Per spettacolarizzare le manifestazioni e accrescere la gravità della situazione nella percezione dell’opinione pubblica, alcune storie false hanno usato filmati presi direttamente da film e serie tv. Oltre alla già menzionata corsa nel furgone rubato alla polizia (in realtà presa da Athena, un film del 2022), un video spacciato come reale mostra delle macchine che cadono da un edificio ed è stato realizzato invece nell’ambito delle riprese del film Fast and Furious 8. Il filmato, messo in relazione alle proteste per la morte di Nahel, circola in Francia, Italia, Spagna, Austria, Paesi Bassi, Belgio e altri Paesi Ue.

Razzismo e xenofobia
Oltre a esagerare le proteste, alcune storie false hanno fatto leva sulle origini etniche di Nahel e di molti dimostranti per veicolare messaggi xenofobi e razzisti (come capitato in molti dei testi di accompagnamento delle notizie false già trattate). Più nello specifico, la disinformazione si è concentrata sul presunto comportamento pericoloso del diciassettenne, usando anche foto di un cantante trap per supportare questa rappresentazione ingannevole. Un video decontestualizzato è stato usato per accusarlo di guidare in maniera spericolata, giustificando le azioni della polizia. Il giovane è stato anche incolpato di un assalto armato in un supermercato di Nizza, di fare parte di una gang criminale, di aver rapinato 78 persone e di aver dato fuoco a una concessionaria di auto, anche se non aveva commesso nessuno di questi crimini e non aveva precedenti penali. Nahel era noto alle autorità solo per un’accusa di “resistenza a pubblico ufficiale”, ma il processo per accertare la sua eventuale colpevolezza non era stato ancora celebrato. 

Nella rappresentazione dei “manifestanti immigrati” come pericolosi, una storia falsa molto significativa (e diffusa in Francia, Italia, Spagna e Austria) è quella del cecchino appostato su un edificio con un fucile per sparare ai passanti. In realtà il video circolava già da marzo 2022 e non è chiaro né se l’arma sia reale o un giocattolo, né è conosciuta l’identità dell’uomo col cappuccio (presentato come un “terrorista africano” dalla disinformazione). In Francia, c’è stato anche il caso di una falsa lettera aperta di un famoso regista che si sarebbe scagliato contro un noto attore nero. 

Presunta censura
Parecchi testi e post sui social network hanno fatto riferimento a una supposta volontà politica di censurare gli eventi avvenuti in Francia. “I media non ti mostrano queste immagini” è il senso di questi messaggi, ma ci sono anche storie appositamente inventate. Specialmente in Francia e Spagna, è stato fatto circolare un documento falso che annunciava restrizioni all’uso di Internet dal 3 luglio. Il contenuto era completamente fasullo e nessuna autorità aveva previsto una simile misura, ma è stato comunque condiviso con testi del tipo “Benvenuti nell’era della dittatura e del controllo digitale”.

Sfruttamento del problema a fini politici
Tutte queste “notizie”, concepite per incitare alla rabbia e all’odio contro gli immigrati e le presunte politiche migratorie permissive, sono spesso accompagnate da testi che suggeriscono il fallimento di questi provvedimenti e delle istituzioni che li hanno promossi. 

La natura stessa di queste informazioni false e il modo in cui sono state condivise rivelano una chiara aderenza alla retorica usata dalle organizzazioni di estrema destra. Non è una coincidenza che alcune di esse siano state anche pubblicate sui profili social di politici che promuovono approcci estremisti, soprattutto in tema di immigrazione. Per esempio, Tom Van Grieken, presidente del partito indipendentista belga Vlaams Belang, ha scritto in un post Facebook che Nahel ”era parte di una banda armata, mentre i media dicono che consegnava pizze”. E Paul Golding, leader dell’organizzazione di estrema destra Britain First e già noto per diffondere notizie false, ha ricondiviso un tweet della presidente di Britain First, Ashlea Simon, che mostra una foto del vigile del fuoco morto, mettendola in relazione alle proteste, anche se questo è stato escluso dalle autorità competenti. 

In Italia, c’è anche un caso di sovrapposizione con la propaganda russa: si afferma che contro i poliziotti francesi vengono usate armi statunitensi provenienti dall’Ucraina, ma la foto è del 2012. Più in generale, molti account che diffondono disinformazione filorussa in Ue stanno usando le rivolte in Francia, esagerandole o prendendole a pretesto per rilanciare disinformazione già nota, in modo da far passare messaggi di propaganda che avversano l’Occidente ed esaltano la Russia.

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