Nei primi giorni del 2023 l’Unione europea ha autorizzato l’immissione in commercio di prodotti alimentari a base di farina parzialmente sgrassata di Acheta domesticus, ovvero il grillo domestico. Inoltre, nello stesso mese è entrato in vigore un regolamento europeo che autorizza la commercializzazione delle larve di Alphitobius diaperinus (o verme della farina minore) congelate, in pasta, essiccate e in polvere.
Non è una novità, però, perché prima della farina parzialmente sgrassata, l’Ue aveva approvato già nel marzo 2022 l’immissione sul mercato dei grilli in polvere, congelati, in pasta ed essiccati. Nelle stesse forme sono già commercializzate anche la locusta migratoria, dalla fine del 2021, e la larva gialla della farina dal marzo dello scorso anno.
La decisione di ammettere questa nuova tipologia di alimenti sul mercato deriva anche da motivazioni ambientali. Per limitare il cambiamento climatico, infatti, le fonti proteiche sostenibili dovranno svolgere un ruolo primario e gli insetti commestibili possono avere un ruolo chiave in questa transizione. Questo perché, ad esempio, possono essere allevati utilizzando dal 50 al 90 per cento in meno di terra rispetto al bestiame convenzionale e producono circa cento volte meno emissioni di gas serra.
L’arrivo degli insetti sulle tavole dei cittadini europei ha scatenato una serie di polemiche e pareri contrari da parte di politici e personaggi pubblici che si sono schierati in difesa della cucina “tradizionale” e del “made in Italy”. Non solo: anche molti cittadini si sono dimostrati critici verso questa decisione. Un’indagine Coldiretti-Ixè ha rilevato che il 54 per cento degli italiani è contrario agli insetti a tavola, mentre solo il 16 per cento è favorevole.
Questa ostilità diffusa ha creato terreno fertile per una serie di episodi di disinformazione, alcuni più seri e altri più ironici, che continuano ad avere ampio spazio soprattutto sui social network. Ma qual è la verità sul cosiddetto novel food?
“Cibo proteico” non è sinonimo di “farina di insetti”
Una delle principali tendenze disinformative diffuse tra gli utenti è sicuramente quella di associare in maniera errata i cibi proteici e le proteine negli alimenti alla presenza di insetti.
Le proteine sono delle sostanze organiche con una struttura molto complessa e di fondamentale importanza biologica. Insieme a carboidrati e grassi fanno parte di quelle sostanze chiamate macronutrienti, cioè elementi nutritivi che sono necessari al corpo umano quotidianamente e in grandi quantità.
Il valore nutrizionale degli insetti varia in base alla dieta, allo stadio di sviluppo, alla specie, all’ambiente di crescita e ai metodi di misurazione, ma i ricercatori concordano sul fatto che gli insetti sono estremamente ricchi di proteine, grassi e vitamine. I grilli, per esempio, hanno un contenuto medio di proteine superiore a 70 grammi ogni 100 grammi di polvere.
Questi macronutrienti, però, non si trovano certo solo negli insetti, ma nella maggior parte dei cibi che consumiamo quotidianamente. Carne, legumi e frutta a guscio ne sono ricchi, ma sono presenti anche in alimenti come la farina di grano. La farina ottenuta dalla macinazione di varie tipologie di grano contiene proteine, principalmente glutenina e gliadina, che insieme formano il glutine e sono essenziali nella panificazione.
Una tipologia di cibi che ha tratto in inganno alcuni utenti dei social network è quella dei “cibi iperproteici”. Anche in questo caso non si tratta per forza di alimenti che contengono insetti, ma di una categoria di prodotti che riportano in evidenza l’elevato contenuto proteico ottenuto grazie alla presenza di legumi, soia, grano e altri ingredienti, e spesso legati al mondo delle diete alimentari.
Ecco perché la presenza di proteine in un alimento non è per nulla un segnale rispetto alla presenza di insetti.
La presenza di insetti negli alimenti non può essere nascosta o camuffata
La polemica che si aggira intorno agli insetti spesso prende la forma di una lite in cui uno degli interlocutori intima all’altro «mangiateli tu!», come se le regole dell’Unione europea non permettessero una scelta. In questo filone della disinformazione si inseriscono anche coloro che affermano che esisterebbe un complotto secondo cui alcune catene di distribuzione o aziende di produzione includono già oggi gli insetti nei prodotti senza dichiararlo.
Si tratta di informazioni infondate, o almeno presentate senza nessuna prova credibile a sostegno. In Europa e in Italia oggi sarebbe illegale per le aziende di produzione e catene di distribuzione vendere prodotti alimentari senza indicarne gli ingredienti.
Le norme di riferimento sono due, il regolamento dell’Unione europea 1169 del 2011 relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori e il decreto legislativo italiano numero 109 del 1992 che riguarda l’etichettatura, la presentazione e la pubblicità dei prodotti alimentari.
Entrambe le norme prescrivono una serie di elementi obbligatori relativi alle informazioni che devono essere presenti sulle confezioni dei prodotti alimentari, tra cui la denominazione dell’alimento, la lista degli ingredienti contenuti e in quale quantità sono presenti. Alcune tipologie di insetti, infatti, potrebbero causare reazioni allergiche nei soggetti già a rischio con crostacei, acari della polvere e, in alcuni casi, molluschi. Pertanto la loro presenza dovrà essere sempre segnalata in etichetta o sulla confezione.
Inoltre, la farina di grilli, per esempio, è un prodotto ancora abbastanza costoso rispetto ad altri – 100 grammi di farina di grillo costano circa 8 euro, mentre un etto di farina di grano tenero costa meno di un euro – e includerlo in alcune categorie di alimenti senza dichiararlo non sarebbe economicamente favorevole per le aziende.
Attenzione a contestualizzare le etichette
In alcuni casi, però, sono state proprio le scritte sulle confezioni a generare disinformazione rispetto agli ingredienti di alcuni prodotti. È un esempio il caso creato attorno al Pan Bauletto prodotto da Mulino Bianco, marchio italiano di prodotti da forno che produce biscotti, panificati e torte, di proprietà del Gruppo Barilla.
Alcuni utenti hanno condiviso sui social le foto della confezione di questo prodotto, denunciando il fatto che sulla confezione apparisse la scritta «insetti». In realtà non si trattava di uno degli ingredienti. La frase completa riportata sull’etichetta chiarisce che Mulino Bianco, insieme a Wwf, organizzazione di protezione ambientale, «supporta il lavoro della comunità di agricoltori e protegge la biodiversità favorendo anche gli insetti impollinatori».
Questa precisazione fa riferimento solo al fatto che l’azienda dichiara di sostenere il lavoro di alcuni gruppi di agricoltori, ma non dice nulla sugli ingredienti del prodotto.
Gli insetti non sono dannosi per la salute
Oltre alla reticenza nel cambiare le proprie abitudini alimentari, molte persone lamentano il fatto che gli insetti sarebbero dannosi per la salute umana, in particolare perché contengono due sostanze chiamate chitina ed ecdisterone.
La chitina è il secondo polisaccaride più diffuso in natura dopo la cellulosa ed è presente negli esoscheletri degli insetti, ma anche negli invertebrati marini, nei funghi, nei lieviti e in alcune alghe.
Come avevamo già precisato su Facta.news, questo componente è stato oggetto di numerosi studi e diversi esperti hanno confermato che non vi sono rischi per la salute se si assumono alimenti che contengono chitina. Uno studio pubblicato nel marzo 2020, per esempio, ha dimostrato che «è stato stabilito un legame tra la chitina e il miglioramento della microbiologia intestinale nell’essere umano». Più di recente, un’altra ricerca ha spiegato che la chitina può essere definita come un componente alimentare funzionale.
Mareike Janiak, ricercatrice scientifica e autrice di uno studio pubblicato nel 2018 su Molecular Biology and Evolution, ha dichiarato nell’agosto 2022 ad Afp che «gli esseri umani, insieme a molti altri primati, hanno un gene funzionale per questo enzima, quindi è possibile che si possa effettivamente assorbire la chitina nel nostro apparato digerente. Detto questo, anche se non potessimo, la sostanza passerebbe semplicemente attraverso il nostro sistema, come la cellulosa del sedano e di altre verdure».
L’ecdisterone è un ormone naturale che si trova in alcuni insetti e piante (ad esempio gli spinaci) regolandone lo sviluppo. Questa sostanza non è dannosa per l’essere umano ed è ampiamente commercializzata già oggi come integratore alimentare per migliorare le prestazioni fisiche degli atleti.
L’autorizzazione operativa dell’immissione degli insetti sul mercato da parte dell’Unione europea si basa su un parere scientifico dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) che ha valutato i prodotti e ha concluso che, nelle dosi proposte, questi non costituiscono un pericolo per il consumo umano. In generale, il regolamento dell’Ue del 2015 sui nuovi alimenti comprende molte categorie, compresi gli insetti, e ha definito che questi devono essere valutati e autorizzati prima di essere immessi sul mercato.
In conclusione
La decisione dell’Ue di implementare i prodotti a base di insetti in vendita nel territorio europeo ha scatenato una serie di polemiche e narrative della disinformazione. È possibile comunque dimostrare che questo tipo di alimento si può inserire in commercio in maniera trasparente, seguendo regole stringenti e precise e, soprattutto, non è dannoso per la salute umana.
Le nostre abitudini alimentari, probabilmente, cambieranno come hanno sempre fatto ed è possibile che negli anni ci si abitui a mangiare cibi che fino a poco tempo prima venivano considerati inadatti o completamente estranei alla tradizione. Ne è un esempio l’aragosta, che per molti anni è stata considerata un alimento altamente indesiderabile e spesso servita nelle carceri, fino a diventare in seguito un bene di lusso.