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Questo memorandum di accordo per l’acquisto di «vaccini contro l’influenza pandemica» è del 2019, ma non riguarda la Covid-19

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3 novembre 2020
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Lunedì 2 novembre 2020 la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione via WhatsApp che chiedeva di verificare un articolo pubblicato il 14 maggio 2020 da Secondo Piano News, che si definisce una «testata giornalistica periodica» dedicata alle notizie «dalla Calabria, dall’Italia e dal mondo».

L’articolo oggetto della nostra verifica si intitola «Covid e la Pandemia pilotata. L’Unione europea sapeva. Ecco i documenti» e si concentra su «una “memo” datata marzo 2019», pubblicata dall’Unione Europea e dedicata alla «sottoscrizione di Contratti quadro per i vaccini contro l’influenza pandemica». Lo scopo dell’accordo, secondo l’articolo, sarebbe stato quello di «preparare gli Stati membri per la prossima pandemia influenzale». Nel pezzo si legge ancora: «il passaggio più curioso, quanto inquietante, è quando il documento, stilato in una sorta di Faq (domande e risposte) tratta la questione della reperibilità del patogeno su cui sperimentare il vaccino. “Sarà fornito dall’Oms”, è scritto nero su bianco»

La tesi sostenuta da Secondo Piano News è che a marzo 2019 l’Unione Europea fosse al corrente della futura emergenza sanitaria di Covid-19 e che il piano per produrre il vaccino di un’emergenza non ancora scoppiata fosse liberamente disponibile online.

Si tratta di una notizia falsa.

Il documento citato nell’articolo esiste davvero ed è liberamente disponibile a questo link. Si tratta di un memorandum di accordo-quadro lungo tre pagine, che mette nero su bianco la disponibilità di alcuni Paesi membri dell’Unione Europea – Belgio, Croazia, Cipro, Estonia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Malta, Olanda, Portogallo, Slovacchia, Slovenia e Spagna – a collaborare per sviluppare un meccanismo di approvvigionamento rapido ed economico in caso di influenza pandemica.

Il riferimento contenuto nel documento non è naturalmente alla pandemia di Covid-19, che sarebbe esplosa solo nove mesi più tardi, ma all’esperienza della pandemia influenzale di A/H1N1, dovuta a un virus completamente differente dal coronavirus Sars-Cov-2. L’influenza causa, come tutti sappiamo, epidemie stagionali con ceppi virali ogni anno leggermente diversi (motivo per cui ogni anno bisogna ripetere la vaccinazione antinfluenzale), e occasionalmente pandemie in cui si diffonde maggiormente, causando a volte anche un numero importante di decessi.

Il concetto è esplicitato nello stesso documento, quando si spiega che l’esigenza di un accordo è nata nel 2010, nel corso di una conferenza organizzata dalla presidenza di turno belga del Consiglio dell’Unione Europea sulle «lezioni imparate dalla pandemia di A/H1N1». Le debolezze identificate erano quelle relative «a prezzo, responsabilità e disponibilità» dei vaccini e per questo si è reso necessario questo «accordo per la produzione e la fornitura di vaccini contro l’influenza pandemica» firmato dagli stati membri su base volontaria con l’azienda farmaceutica leader nella produzione di vaccini Sequirus.

Sempre secondo quanto si legge nel documento, il ceppo della futura influenza pandemica sarebbe stato fornito a Sequirus dai «laboratori di riferimento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità» e il contratto avrebbe avuto validità di 48 mesi, con la possibilità di rinnovo per ulteriori 24 mesi. Come ha confermato Sequirus in un comunicato dello scorso 14 ottobre 2020, la produzione del vaccino anti-influenzale procede a ritmo sostenuto e l’azienda ha già fornito «un numero record» di dosi per «far fronte all’aumento delle richieste» di vaccino anti-influenzale durante la pandemia di coronavirus.

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