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Tutte le teorie del complotto sull’attentato alla Crocus City Hall a Mosca

Dal coinvolgimento dell’Ucraina a quello dei servizi segreti russi, la strage dell’Isis a Mosca ha generato speculazioni di ogni tipo

29 marzo 2024
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di Leonardo Bianchi

È passata esattamente una settimana dall’attentato all’auditorium della Crocus City Hall a Mosca, avvenuto la sera del 22 marzo 2024. La strage – che ha causato almeno 143 morti e 205 feriti – è stata rivendicata dall’Isis-K, il ramo afghano dell’organizzazione terroristica islamica di stampo jihadista conosciuta con il nome di Isis.

Quest’ultima, attraverso i suoi canali sui social network, ha condiviso le foto degli attentatori e i video con alcuni momenti dell’attentato. Il 29 marzo ha ulteriormente ribadito la propria responsabilità nel bollettino che diffonde ogni settimana. Le autorità russe hanno arrestato undici persone, accusandone quattro di aver materialmente eseguito l’attentato.

Il 25 marzo il presidente russo Vladimir Putin ha affermato pubblicamente che l’attacco è stato compiuto da militanti islamisti ma ha anche suggerito, senza fornire prove, che l’Ucraina potrebbe aver avuto un ruolo nell’attentato. Il governo di Kyiv ha smentito ogni responsabilità nell’attacco terroristico.

A tal proposito, sin dalle prime ore sul massacro della Crocus sono circolate numerose teorie del complotto e notizie false, di cui ci siamo occupati negli ultimi giorni. Molte di queste, per l’appunto, puntano ad attribuire la colpa all’Ucraina; altre invece implicano il coinvolgimento di servizi segreti stranieri, come la CIA, o l’intervento degli apparati di sicurezza russi. Vediamo di seguito quali sono le più diffuse.

Il deepfake in cui un funzionario ucraino ammette la responsabilità dell’attentato
Il giorno successivo all’attentato è circolato un video in cui Oleksiy Danilov, che fino al 26 marzo 2024 è stato il segretario del Consiglio per la sicurezza e la difesa nazionale dell’Ucraina, ammette la responsabilità dell’Ucraina nell’attentato durante un’intervista a United News, un canale informativo ucraino. In Italia è stato diffuso su X anche dallo scrittore russo naturalizzato italiano Nicolai Lilin, candidato per le prossime elezioni europee nella lista “Pace Terra Dignità” del giornalista Michele Santoro. Il post di Lilin è stato poi rimosso.

Tuttavia, come ha ricostruito Shayan Sardarizadeh, giornalista investigativo della BBC specializzato nel contrasto della disinformazione online, il video è un deepfake creato utilizzando due recenti interviste di Danilov e di Kyrylo Budanov, capo dell’Intelligence della difesa dell’Ucraina. Sul falso video è stato inoltre aggiunto un audio di Danilov, generato con programmi di intelligenza artificiale generativa.

Il furgone con la targa ucraina nel parcheggio del Crocus
Un altro video, postato nell’immediatezza della strage su vari social media, mostra un furgone bianco ispezionato dalle forze di sicurezza russe nel parcheggio della Crocus. Secondo vari post il furgone in questione avrebbe una targa ucraina, e dunque gli attentatori proverrebbero dall’Ucraina.

Il video è reale ed è stato originariamente pubblicato il 22 marzo 2024 su Telegram dal canale russo Shot. Tuttavia, la targa non è ucraina ma bielorussa. Nella targa si legge infatti «94 IX-6»; il numero 6 indica che il veicolo è stato registrato nella regione di Mogilëv, nel sud-ovest della Bielorussia. Le targhe ucraine sono invece formate in modo differente: due lettere, seguite da quattro numeri e due lettere finali.

La rivendicazione del capo dell’intelligence ucraina
Sulla stessa falsariga dell’ammissione di Danilov c’è la falsa “rivendicazione” del già citato Kyrylo Budanov, capo dell’Intelligence della difesa dell’Ucraina. Nei giorni successivi all’attentato è infatti circolata un’intervista realizzata dall’emittente televisiva statunitense Abc News, in cui Budanov annuncia che ci saranno altri attacchi «sempre più in profondità» nel territorio russo.

In questo caso il video è reale, ma è presentato in maniera fuorviante. L’intervista è andata in onda il 4 gennaio del 2023, più di anno prima dei fatti della Crocus. Budanov si stava infatti riferendo all’attacco con droni alla base aeronautica russa di Engels del 26 dicembre 2022, dicendosi soddisfatto di quell’episodio e promettendo nuovi attacchi a infrastrutture militari.

Uno degli attentatori del Crocus è un comandante ceceno filo-ucraino
Il coinvolgimento ucraino emergerebbe anche dall’identità di uno dei terroristi arrestati dalle forze di sicurezza russe. Secondo un post circolato su Facebook in cui compaiono tre foto – una di un uomo ferito con le mani dietro la schiena; una di un documento d’identità; e l’ultima di un’infografica con un uomo armato al suo interno – uno dei fermati si chiamerebbe Rustam Azhiev. Quest’ultimo avrebbe ricevuto la cittadinanza ucraina nell’ottobre del 2022, dopo «aver combattuto tra le file delle unità cecene anti-russe che lavorano per Kiev».

In realtà, come comunicato dalle stesse autorità russe, l’uomo ritratto nella prima foto si chiama Dalerdzhon Mirzoyev ed è un cittadino del Tagikistan, uno Stato dell’Asia centrale. È una persona diversa rispetto a Rustam Azhiev, che è il comandante di una fazione islamica cecena che ha combattuto nella guerra tra Russia e Ucraina dalla parte ucraina.

Il film statunitense “Tenet” ha anticipato l’attentato
Un post su Facebook pubblicato il 23 marzo 2024 afferma che il film statunitense “Tenet”, uscito nel 2020 e diretto dal regista britannico Christopher Nolan, avrebbe «simulato un attacco terroristico nello stesso teatro in Russia dove si sono verificati gli attacchi a Mosca attribuiti all’Isis». Di conseguenza, l’attentato alla Crocus sarebbe una false flag – cioè un’operazione sotto falsa bandiera per incolpare altri gruppi, in questo caso l’Isis – organizzata dalla CIA e dall’MI5, rispettivamente i servizi segreti degli Stati Uniti e del Regno Unito.

La notizia del coinvolgimento di CIA e MI5 è priva di fondamento. Inoltre, nelle scene iniziali di “Tenet” viene mostrato un attacco armato in un auditorium, che tuttavia è quello del Teatro dell’Opera di Kyiv in Ucraina. Tra l’altro, la scena è stata in realtà girata alla Linnahall, un grande complesso sportivo nella città portuale di Tallinn in Estonia, costruito per ospitare le gare di vela in occasione dei Giochi Olimpici di Mosca nel 1980.

A Mosca si è svolta una «prova generale» dell’attentato nel 2022
Il filone complottista della false flag è stato declinato in vari modi. In un altro post su Facebook pubblicato il 24 marzo del 2024, ad esempio, si vede un video in cui compaiono alcune persone armate in tuta mimetica, disposte lungo la platea di un teatro. Nella didascalia si afferma che «gli eventi di Crocus hanno avuto persino una sorta di prova generale» perché nel 2022 – la data in cui è stato girato il video – «la Russia ha tenuto un’esercitazione simulando la presa di ostaggi da parte dei soldati ucraini presso il municipio di Crocus».

L’affermazione è però fuorviante. Il video in questione mostra un momento dello spettacolo teatrale “Polite People andato in scena nel novembre del 2022 nella città russa di Kaluga. Si tratta di un’opera propagandista russa sul conflitto iniziato nel 2014 nel Donbass, regione dell’Ucraina orientale, tra le forze separatiste filorusse – sostenute dalla Russia – e l’esercito ucraino.

L’attentato è stato organizzato dai servizi segreti russi
Infine, sempre negli ultimi giorni, diversi utenti su varie piattaforme hanno sostenuto che l’attentato sarebbe stato organizzato dall’FSB, ossia il servizio segreto russo. In un post pubblicato il 26 marzo su X – e che finora ha raggiunto più di tre milioni e mezzo di visualizzazioni – il media bielorusso Nexta afferma che alcuni agenti dell’FSB sarebbero stati presenti alla Crocus, per poi ricomparire in un video che riprende l’arresto dei terroristi. Lo si evincerebbe dal loro abbigliamento: un paio di jeans e un maglione di colore blu.

https://twitter.com/nexta_tv/status/1772690913854173434

Come ha puntualizzato il giornalista del New York Times Aric Toler, uno degli agenti dell’FSB che si vede nel video dell’arresto indossa i jeans e un indumento di colore blu, ma ha pure la barba. Nessuna delle persone indicate da Nexta (e altri post analoghi) come agenti alla Crocus ce l’ha: è dunque impossibile che sia cresciuta in sole 12 ore, ossia il tempo trascorso tra l’attentato e la cattura dei terroristi.Un altro presunto agente FSB alla Crocus – ha scritto su X il giornalista russo Roman Dobrokhotov, fondatore del sito investigativo indipendente The Insider – è in realtà un dipendente dell’azienda petrolifera Vniist di nome Alexey Druzhkov, che era lì con la figlia per assistere al concerto della band Picnic. Come ha confermato lui stesso all’agenzia di stampa russa Tass, «non ho nulla a che fare con l’FSB né con altri servizi di sicurezza». 

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