Vaccini e Covid-19: viaggio nella disinformazione europea - Facta
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Vaccini e Covid-19: viaggio nella disinformazione europea

Questo articolo è stato scritto originariamente in inglese per l’Osservatorio europeo contro la disinformazione – SomaQui trovate la versione originale.

Fin dai primi mesi della pandemia di Covid-19, quasi 100 diverse società hanno iniziato a lavorare su una soluzione in grado di immunizzare la popolazione mondiale contro il nuovo coronavirus Sars-CoV-2. 

In appena 11 mesi, due di queste – BioNTech in collaborazione con il colosso farmaceutico Pfizer, e Moderna – sono riuscite a sviluppare, testare, e iniziare a distribuire vaccini con un livello di efficacia superiore al 90 per cento. Il primo è stato approvato dall’Unione europea, dal Regno Unito, dal Canada e dagli Stati Uniti; mentre quello di Moderna è attualmente disponibile negli Usa e in Canada, e sarà probabilmente approvato anche dall’Agenzia europea dei medicinali il prossimo 6 gennaio. 

Purtroppo, ma non in modo inaspettato, i vaccini contro la Covid-19 sono presto diventati uno dei temi portanti dell’infodemia in corso, l’ondata di disinformazione che da mesi si diffonde in modo tanto rapido ed esteso quanto il virus vero e proprio, dando vita a una lunga serie di narrative false: cure e rimedi miracolosi, i pericoli rappresentati dalle mascherine, il legame tra Covd-19 e 5G, e il ruolo di Bill Gates come grande architetto di tutto il sistema. 

Mentre le compagnie farmaceutiche si avvicinavano allo sviluppo di un vaccino sicuro la disinformazione sul loro operato diventava sempre più aggressiva, facendo nascere dubbi e favorendo un atteggiamento scettico tra i cittadini. 

Facta e Pagella Politica, in collaborazione con i colleghi del network SOMA – l’Osservatorio europeo per la disinformazione – hanno condotto un’indagine volta ad analizzare gli esempi più comuni di notizie false a tema Covid-19 e vaccini circolate in Europa. 

Abbiamo così potuto isolare quattro macro-categorie di bufale: i vaccini non sono stati testati a sufficienza; alcune persone sono morte dopo aver ricevuto il vaccino; i vaccini causano spesso effetti collaterali preoccupanti; e i vaccini possono modificare il nostro Dna. 

Prima di analizzare queste notizie, è importante fare un passo indietro e guardare a due elementi chiave che vengono spesso utilizzati oggi dai cospirazionisti per legittimare le proprie teorie: l’incredibile rapidità con la quale sono stati sviluppati i vaccini e l’uso della tecnologia mRNA. 

Tempistiche da record e mRNA

I due vaccini attualmente disponibili contro la Covid-19 sono stati sviluppati in meno di un anno: tempistiche da record se consideriamo che, per un processo simile, in passato sono stati necessari fino a 10 anni di lavoro. 

La rapidità del processo è stata largamente dovuta alle enormi risorse messe a disposizione dei ricercatori da governi e istituzioni, spronate dalla necessità di risolvere sia una pandemia globale che una preoccupante crisi economica. 

Per fare qualche esempio, una teleconferenza organizzata dall’Unione europea ha permesso di raccogliere 8 miliardi dollari per la ricerca, mentre il Congresso americano ha destinato 10 miliardi di dollari all’operazione Warp Speed, il programma federale volto a sviluppare e distribuire i vaccini contro il nuovo coronavirus. 

Inoltre, l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha affermato che le operazioni «hanno visto la partecipazione di un numero assai elevato di persone: dieci volte superiore agli standard degli studi analoghi per lo sviluppo dei vaccini», e anche le agenzie regolatorie incaricate di approvare o meno l’uso di un vaccino – come la Food and Drug Administration americana (Fda), o l’Agenzia europea dei farmaci (Ema) – hanno lavorato a ritmi accelerati (ma senza comunque saltare alcun passaggio) in modo da raggiungere un verdetto in tempi brevi. 

Per quanto riguarda invece le tecnologie utilizzate per sviluppare i vaccini, sia quello di Pfizer-BioNTech che quello di Moderna non hanno sfruttato le modalità tradizionali – la somministrazione del virus in forma indebolita, o di suoi frammenti – ma sono invece basate sull’mRNA.

Per semplificare, un vaccino a mRNA inietta nel nostro organismo le istruzioni necessarie per creare anticorpi contro un particolare virus – in questo caso, il Sars-CoV-2 – per poi auto-degradarsi senza lasciare tracce nel corpo (in questo nostro articolo trovate una spiegazione più dettagliata).

Come spiegato dalla Harvard Medical School, la possibilità di sfruttare l’mRNA per immunizzare i cittadini contro determinate malattie è allo studio da ormai più di 30 anni, ma quelli di Pfizer-BioNTech e Moderna sono i primi due vaccini di questa tipologia a essere approvati per l’utilizzo su larga scala. 

I vaccini a mRNA sono inoltre più sicuri ed economici da produrre, poiché non implicano la creazione o manipolazione di un virus vero e proprio, ma “soltanto” la sintesi di sequenze di mRNA.

Nonostante le rassicurazioni e spiegazioni fornite dai principali scienziati e dalle autorità sanitarie internazionali, questi due elementi – la velocità con la quale sono stati sviluppati i vaccini, e il fatto che utilizzino una tecnologia diversa da quella tradizionale – hanno comunque acceso il dibattito pubblico, e si possono spesso leggere tra le righe delle notizie false. 

Andiamo ora ad analizzare le quattro macro-categorie di disinformazione a cui abbiamo sopra accennato. 

Bufala #1: I vaccini non sono stati testati a sufficienza

Una prima notizia falsa ricorrente sostiene che i vaccini attualmente disponibili contro la Covid-19 non siano stati testati a sufficienza, e quindi non possiamo sapere se e quanto siano affidabili. 

In un primo momento, quando era ormai diventato chiaro che l’approvazione di un vaccino sarebbe stata imminente, un certo livello di diffidenza poteva essere considerato come legittimo, e anche scienziati normalmente affidabili hanno espresso qualche perplessità iniziale. 

Durante un’intervista con SkyTG24 del 23 novembre, ad esempio, il microbiologo Andrea Crisanti ha detto che si sarebbe vaccinato solo una volta visionati i dati completi, e non solo i comunicati stampa scritti e diffusi autonomamente dalle aziende. 

Una tesi simile è stata sostenuta anche dal medico francese Eric Caumes, capo del dipartimento di malattie infettive all’ospedale di La Pitié-Salpêtrière. Sia Caumes che Crisanti hanno poi cambiato toni, dichiarando di essere favorevoli alla vaccinazione. 

Come abbiamo già spiegato, le aziende farmaceutiche sono solite rilasciare i risultati completi dei propri test mesi, o addirittura anni, dopo la fine degli studi. In ogni caso, però, prima di poter essere distribuito tra la popolazione un vaccino deve sempre essere approvato da agenzie internazionali, come l’Ema o la Fda, che hanno accesso a tutti i dati disponibili. 

Se quindi uno scetticismo iniziale può essere comprensibile alla luce della velocità che ha caratterizzato tutto il processo, alle opinioni informate e autorevoli sì è ben presto affiancata una lunga serie di notizie false o fuorvianti riguardo alle procedure e ai test condotti per testare il vaccino.

I nostri partner dell’Institute for future media and communications dell’Università di Dublino, membri del network SOMA, ci hanno indicato un articolo in cui i fact-checker del giornale irlandese TheJournal.ie hanno verificato l’affermazione secondo cui i regolatori «di altri Paesi» avevano intenzione di bloccare il vaccino contro la Covid-19 a causa della mancanza di dati. Ovviamente, si tratta di un’affermazione falsa: al momento, gli Stati Uniti, l’Unione europea, il Regno Unito, il Canada e altri Stati hanno approvato uno o entrambi i vaccini di Pfizer-BioNTech e Moderna.

I ricercatori di eVAI Intelligence invece hanno evidenziato una bufala, diventata popolare in Germania, secondo cui le autorità svizzere avrebbero definito il vaccino come «troppo rischioso e imprevedibile», e non lo avrebbero quindi approvato. I fact-checkers di Correctiv hanno fatto chiarezza, spiegando che durante una conferenza stampa svoltasi l’1 dicembre 2020 i rappresentanti di Swissmedic – l’autorità svizzera per i medicinali e i dispositivi medici – hanno effettivamente affermato di voler aspettare ulteriori dati prima di prendere una decisione finale, ma non hanno mai descritto i vaccini nei termini citati dalla bufala. Swissmedic ha approvato il vaccino di Pfizer-BioNTech il 19 dicembre. 

Come segnalatoci dai nostri colleghi di Debunkeu, in Lituania è circolato un articolo pubblicato dal sito Sarmatai che afferma: «Un vaccino contro la Covid-19 deve essere testato per almeno cinque anni per essere sicuro ed efficace. Ora non è passato nemmeno un anno, e la Lituania sta già comprando le dosi… non è da pazzi?». L’articolo prosegue elencando una serie di teorie cospirazioniste, definendo anche coloro che vogliono vaccinarsi come «cavie da laboratorio».

In ogni caso, anche se i vaccini attualmente disponibili sono stati sviluppati in una frazione del tempo generalmente necessario per il processo, le autorità europee confermano che i ricercatori hanno seguito tutte le procedure standard e hanno eseguito ogni test necessario per garantire sicurezza ed efficacia.

Inoltre, nel corso del 2020 una serie di compagnie farmaceutiche hanno lavorato senza sosta per sviluppare diversi vaccini che combattano lo stesso virus, e hanno ricevuto un enorme supporto economico da governi e donatori privati. Tutti questi fattori hanno contribuito a rendere più rapide le procedure, arrivando a una soluzione nel minor tempo possibile. 

Bufala #2: Alcune persone sono morte dopo essersi vaccinate

Un altro filone popolare di notizie false sostiene che alcune persone che hanno ricevuto il vaccino contro la Covid-19, come gli operatori sanitari o i partecipanti ai test clinici, sono morti poco dopo l’iniezione della prima dose. 

In ottobre, ad esempio, diversi articoli affermavano che un volontario brasiliano coinvolto nella sperimentazione del vaccino di AstraZeneca fosse morto durante gli studi. 

La notizia è circolata in Italia, Spagna, Francia, Germania e negli Stati Uniti, ma presto testate locali e internazionali hanno spiegato che il volontario faceva parte del gruppo di controllo e quindi non aveva ricevuto il vaccino ma soltanto un placebo. La causa di morte è stata invece la Covid-19. 

In dicembre, Facta ha verificato un post di Facebook secondo cui sei persone sarebbero morte durante i test clinici per il vaccino di Pfizer-BioNTech. La notizia è vera, ma va contestualizzata: quattro volontari facevano parte del gruppo di controllo, mentre i due che hanno realmente ricevuto il vaccino sono morti per cause indipendenti rispetto alle procedure di sperimentazione (in particolare, un attacco di cuore e complicazioni legate all’arteriosclerosi). 

Un’altra bufala diventata molto popolare sosteneva che Tiffany Dover, un’infermiera americana del Tennessee, fosse morta poco dopo aver ricevuto il vaccino di Pfizer-BioNTech. La notizia è circolata in Italia, Francia, Irlanda, Spagna, Germania, negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Come mostra questo video, Dover è effettivamente svenuta durante la conferenza stampa organizzata per l’inizio della campagna vaccinale, ma l’ospedale in cui lavora ha confermato che l’infermiera si è poi rimessa ed è tornata in salute. 

Infine, nelle nostre ricerche abbiamo trovato diversi casi di disinformazione riguardanti altri vaccini. I colleghi irlandesi dI TheJournal.ie, ad esempio, hanno verificato una notizia secondo cui due residenti di una casa di riposo sarebbero morti 48 ore dopo aver ricevuto il vaccino anti-influenzale. L’affermazione non trova però alcuna conferma nei documenti ufficiali. 

Bufala #3: I vaccini hanno spesso effetti collaterali pericolosi

La terza categoria di notizie false è relativa ai presunti rischi posti dai vaccini contro la Covid-19. Tra questi troviamo una serie di effetti collaterali preoccupanti, che nella maggior parte dei casi sono stati inventati, presi fuori dal proprio contesto, o largamente esagerati. 

Prima di guardare alle bufale è importante chiarire che i vaccini possono avere effetti collaterali minori, che generalmente passano in un paio di giorni. Secondo l’Aifa, durante la fase di sperimentazione circa 1 volontario su 10 ha sofferto di «stanchezza, mal di testa, dolore ai muscoli e alle articolazioni, brividi e febbre». Tutti questi sintomi, comunque, sono spariti senza portare a ulteriori complicazioni. 

Ci sono state anche alcune reazioni avverse piuttosto allarmanti.  Nel Regno Unito, due operatori sanitari hanno avuto reazioni allergiche dopo aver ricevuto il vaccino di Pfizer-BioNtech. Negli Stati Uniti, invece, un’operatrice ha avuto una reazione anafilattica, mentre un’altra ha sviluppato occhi gonfi, vertigini e mal di gola. Dopo aver ricevuto assistenza medica, le complicazioni sono rientrate e tutti gli operatori sono ora in salute. 

È comunque importante inserire questi casi nel contesto generale, considerando che ogni giorno migliaia di persone vengono vaccinate senza particolari problemi. Nonostante questo, però, i rari casi di complicazioni verificate sono stati sfruttati dai cospirazionisti per creare una lunga serie di bufale relative ai presunti effetti irreversibili dei vaccini contro la Covid-19. 

Da questo punto di vista, una notizia falsa che ha attraversato l’Europa sosteneva che i vaccini potessero causare infertilità nelle donne. Facta ha smentito questa correlazione a metà dicembre, quando è diventata popolare tramite una petizione online che chiedeva di fermare i test clinici di Pfizer-BioNTech poiché il loro vaccino era in grado di prevenire la formazione della placenta «in umani e mammiferi». Vale la pena sottolineare che la petizione è stata lanciata da Wolfgang Wogard, medico e rappresentante del partito politico tedesco Spd, e Michael Yeadon, responsabile scientifico della divisione su allergie e malattie respiratorie di Pfizer fino al 2011 e noto diffusore di teorie pseudoscientifiche sulla pandemia.  

I nostri colleghi del network SOMA hanno confermato che notizie relative al falso legame tra vaccino e infertilità sono circolate anche in Spagna, Irlanda e Germania, e anche in Francia e nel Regno Unito

Su Facta abbiamo anche smentito il legame tra i vaccini in questione e la paralisi di Bell, e il fatto che il vaccino di Moderna provochi il «21 per cento di reazioni avverse gravi». Niente di tutto ciò è accurato.

Sebbene, come abbiamo detto, spesso i vaccini possono provocare effetti collaterali minori, episodi più gravi sono decisamente meno frequenti, e di sicuro non rappresentano il 21 per cento dei casi. In particolare, Moderna ha affermato che durante le fasi di sperimentazione l’1 per cento dei pazienti ha sviluppato reazioni gravi, mentre il dato scende a 0,5 per cento negli studi di Pfizer-BioNTech. 

Bufala #4: Il vaccino può modificare il nostro Dna

L’ultimo filone di notizie false sostiene che il vaccino contro la Covid-19, sviluppato con tecnologia mRNA, sia in grado di modificare il nostro Dna. Questa tesi è spesso stata associata al fatto che il vaccino possa impiantare un microchip nel nostro corpo, in modo da controllare la popolazione.

Entrambe queste teorie sono false e prive di qualsiasi fondamento scientifico. Come abbiamo spiegato, sia il vaccino di Pfizer-BioNTech che quello di Moderna contengono delle molecole che “insegnano” al nostro sistema immunitario come rispondere a una possibile infezione da nuovo coronavirus Sars-CoV-2, ma si degradano autonomamente dopo poco tempo, senza lasciare alcuna traccia nell’organismo.

Nonostante questo, notizie false legate ai presunti effetti del vaccino sul nostro Dna sono comunque circolate in diversi Paesi europei.

In Irlanda, i fact-checker di TheJournal.ie hanno verificato un tweet che affermava: «Qualsiasi vaccino che abbia bisogno di essere trasportato a una temperatura di -80 gradi [Celsius] non è un vaccino, è un agente di trasfezione, che viene tenuto in vita per infettare le tue cellule e trasferire materiale genetico». Come spiegato nell’articolo di smentita, «i vaccini a Rna devono essere conservati a temperature estremamente basse per rallentare le reazioni chimiche che rompono le catene di Rna. Questo non ha nulla a che fare con il fatto che il vaccino sia “vivo”, e non cambia il fatto che questo rimanga pur sempre un vaccino».

Notizie simili sono circolate in Italia, Belgio, Francia e Regno Unito

In Spagna, un video diventato virale sosteneva che il vaccino introdurrebbe nei nostri corpi un biosensore chiamato «luciferasa», capace di raccogliere informazioni relative alle funzioni vitali. Il termine “luciferasi” esiste, ma si riferisce a un particolare tipo di enzima, innocuo, che produce bioluminescenza e viene utilizzato per confermare visivamente la presenza di anticorpi contro la Covid-19 in seguito all’iniezione del vaccino.

In Germania, poi, una notizia falsa sosteneva che le «grandi aziende farmaceutiche e Microsoft», la compagnia fondata da Bill Gates, fanno parte di un’alleanza volta a impiantare microchips nei nostri corpi tramite i nuovi vaccini. Questa teoria è circolata in diversi Paesi tra cui Italia, Regno Unito e Francia, ma è stata smentita: i vaccini non inietteranno alcun microchip. 

Nonostante questo, il legame tra vaccini, microchip e Bill Gates ricorre spesso. In Belgio, ad esempio, i colleghi di Fact-check Vlaanderen hanno smentito una notizia secondo cui il miliardario avrebbe affermato durante un’intervista che i vaccini «modificheranno il nostro Dna per sempre». 

Spesso queste bufale sono state diffuse tramite i social media o siti di notizie considerati poco affidabili, ma in alcuni casi hanno ricevuto supporto anche da figure pubbliche. 

Lo scorso agosto, ad esempio, la deputata indipendente Sara Cunial ha affermato in un post su Facebook che i vaccini sviluppati da AstraZeneca, Moderna e ReiThera «fanno terapia genica», modificando il Dna. In Francia, idee simili sono state avanzate da Christian Perronne, responsabile del Dipartimento di malattie infettive all’ospedale di Garches (Île-de-France). Perronne aveva anche partecipato a Hold-Up, il documentario negazionista che riunisce una serie di teorie cospirazioniste contro la pandemia. 

Altre bufale

Non tutte le notizie false riguardanti i vaccini e la Covid-19 sono riconducibili alle quattro categorie che abbiamo appena analizzato.

In diversi Paesi, ad esempio, è circolata la notizia secondo cui il vaccino sarà reso obbligatorio dalle autorità nazionali, e tutti i cittadini saranno quindi costretti ad accettare l’inoculazione delle due dosi. Al momento, il vaccino contro la Covid-19 non è obbligatorio in nessun Paese europeo, ma questa idea ha comunque trovato un certo supporto tra rappresentanti del mondo scientifico, giuridico e politico. 

In Italia, la sottosegretaria al ministero della Salute Sandra Zampa (Pd) si è detta favorevole a rendere il vaccino obbligatorio per il personale sanitario, mentre il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri ha affermato che, se nel giro di un anno solo una piccola percentuale della popolazione (indicata come «il 30 per cento») si sarà vaccinata, allora sarà necessario inserire «qualche forma di obbligatorietà». Una tesi simile è stata appoggiata anche dalle autorità spagnole. 

Pur basandosi su norme differenti, sia il magistrato Raffaele Guariniello che il giurista Pietro Ichino hanno sostenuto che, secondo la legge, i datori di lavoro possono licenziare i dipendenti che rifiutano il vaccino.

La discussione è diventata centrale anche in Francia, dove una proposta di legge presentata il 21 dicembre ha accennato alla possibilità di negare l’accesso ai mezzi di trasporto pubblici o ad altri servizi a coloro che non sono in grado di presentare un test negativo per la Covid-19, o che non stanno seguendo alcun regime preventivo come, appunto, un vaccino. Dopo una serie di polemiche la discussione riguardante il disegno di legge è stata posticipata e il ministro della Salute Olivier Véran ha confermato che il vaccino non sarà obbligatorio. 

Se quindi la possibilità di rendere inderogabile la vaccinazione contro la Covid-19 è stata appoggiata da diversi esponenti pubblici, i social network e diversi siti poco affidabili hanno contribuito a diffondere una serie di notizie false e allarmanti, secondo cui l’obbligo sarebbe già in vigore o lo diventerà presto. 

In Spagna, per esempio, il network televisivo Rtve ha smentito l’utilità di un presunto modulo da inviare al ministero della Sanità per evitare la vaccinazione, implicando così che questa fosse quindi obbligatoria per tutti i cittadini. 

In Germania, un messaggio circolato su Telegram affermava che, il 18 novembre, il Bundestag era in procinto di approvare una legge per rendere obbligatorio il vaccino. Deutsche Welle ha verificato l’affermazione, spiegando che la legge citata dal testo esiste e contiene effettivamente misure sanitarie volte a contenere la pandemia, ma non menziona i vaccini. 

In Lituania invece un articolo ha suggerito che in un prossimo futuro le persone non vaccinate verranno trattate al pari degli ebrei durante la seconda guerra mondiale, «costretti a cucire la “Stella di David” sui loro vestiti» per farsi riconoscere.

Infine, un’ultima notizia falsa diventata estremamente popolare sosteneva che la prima vaccinazione contro la Covid-19 fosse avvenuta nel Regno Unito il 22 ottobre, e non l’8 dicembre. La teoria è circolata in Italia, Germania e Spagna, ed è stata collegata a uno screenshot di un articolo pubblicato dalla Cnn il 22 ottobre in cui però si può vedere anche il video in cui Margaret Keenan riceve la prima dose del vaccino di Pfizer-BioNTech: questa associazione ha fatto pensare ai cospirazionisti che la vaccinazione fosse avvenuta in ottobre, e non in dicembre. 

In realtà, come abbiamo spiegato su Facta, il video è stato girato l’8 dicembre 2020 ed è stato aggiunto solo successivamente all’articolo del 22 ottobre, con lo scopo di presentare ai lettori un contenuto più aggiornato su cui, se interessati, avrebbero potuto cliccare. 

In conclusione

Fin dai primi mesi della pandemia, un vaccino contro il nuovo coronavirus Sars-CoV-2 è stato considerato come l’unico reale elemento in grado di farci tornare alle nostre abitudini, facendo calare i contagi e abbandonando gradualmente mascherine e distanziamento sociale. 

Incoraggiati da questa prospettiva, ma anche spinti dalla necessità di mettere fine a una crisi economica che si è sviluppata parallelamente all’emergenza sanitaria, governi, istituzioni internazionali e benefattori privati non hanno guardato a spese e hanno devoluto enormi risorse alle operazioni di ricerca e produzione di nuovi vaccini. 

Mentre i ricercatori si avvicinavano a una soluzione sicura ed efficace, però, la disinformazione relativa a questo processo ha cominciato a diffondersi in modo sempre più rapido e capillare. Facta e Pagella Politica hanno collaborato con i colleghi europei del network SOMA per individuare i principali esempi di bufale e notizie false circolate in Europa riguardo a questa tematica. 

Abbiamo individuato quattro macro-categorie legate alla disinformazione sul tema: i vaccini non sono stati testati a sufficienza; alcune persone sono morte poco dopo aver ricevuto la prima dose; i vaccini causano spesso effetti collaterali preoccupanti; e questi possono modificare o controllare il nostro Dna. 

Come abbiamo visto, spesso queste notizie prendono spunto da fatti realmente accaduti: la rapidità che ha caratterizzato il processo di ricerca e sviluppo, la morte di alcune persone coinvolte nelle fasi di sperimentazione (anche se per cause indipendenti da essa), le rare reazioni avverse che hanno seguito alcune delle prime vaccinazioni, e l’uso di uno tecnologia non tradizionale basata sull’mRNA.

Partendo da queste premesse, i cospirazionisti hanno costruito una lunga serie di bufale e notizie false o fuorvianti, che possono portare allo sviluppo di idee distorte in coloro che cadono nella trappola della disinformazione.

Nonostante gli sforzi di fact-checker e reti di informazione affidabili per verificare e smentire queste teorie, la disinformazione riguardante i vaccini contro la Covid-19 continua a circolare in diversi Paesi europei. 

Facta, Pagella Politica, Globograma, Institute for future media and communications at DCU, eVAI Intelligence, Debunk.eu, Stephanie Winkler, Les Surligneurs, e Fact-check Vlaanderen hanno contribuito a questo articolo.

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