L’età di Joe Biden è un problema politico serio, ma ciò non vuol dire che la disinformazione sul tema non esista - Facta
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L’età di Joe Biden è un problema politico serio, ma ciò non vuol dire che la disinformazione sul tema non esista

di Andrea Zitelli

Joe Biden, sia prima di essere eletto presidente degli Stati Uniti che dopo, è stato al centro di svariati filoni di disinformazione. Sono circolati in Rete contenuti che lo accusavano falsamente di essere stato contestato e insultato durante alcuni eventi pubblici fuori dagli Stati Uniti, di essere stato arrestato, di essere un pedofilo e di bere il sangue dei bambini. Queste ultime due notizie false, in particolare, sono state diffuse in maniera virale dai sostenitori del movimento complottista noto come QAnon, che credono che l’ex presidente Donald Trump sia segretamente impegnato a combattere un deep state formato da importanti esponenti del Partito Democratico, imprenditori, celebrità di Hollywood pedofile e sataniste. 

Queste storie inventate hanno poi lasciato spazio, con il tempo, a speculazioni complottiste e notizie ingannevoli incentrate su un aspetto in particolare di Biden: la sua età. Ma quello che era nato come un filone della disinformazione totalmente appannaggio della destra e dell’estrema destra americana, si è trasformato in un vero e proprio problema politico per il presidente degli Stati Uniti, che deve oggi difendersi da critiche legittime riguardanti la sua capacità di guidare il Paese e da spin propagandistici che puntano ad accentuare e a decontestualizzare ogni suo passo falso. Una storia che non ha a che fare solo con gli Stati Uniti, ma che parla in generale del nostro dibattito pubblico e del ruolo dell’informazione.

Biden e la questione politica sulla sua età 

L’età del presidente statunitense, con le sue condizioni fisiche e mentali, è un tema politico che media, analisti e oppositori politici discutono pubblicamente. A 81 anni, Biden è infatti il presidente in carica più anziano nella storia degli Stati Uniti. Come riporta il New York Times, «Biden è incline a errori verbali, a volte trascina i piedi (il suo medico ha detto che ha un’andatura “rigida”, in parte a causa dell’artrite) e mostra comunque i segni della sua età». A marzo 2024 un sondaggio ha mostrato come tra gli stessi elettori democratici, la maggioranza degli intervistati fosse preoccupata per la sua età in vista delle elezioni presidenziali del prossimo novembre. Un’opinione legata anche a diversi episodi pubblici che negli anni della presidenza sono accaduti a Biden.

A marzo 2021, due mesi dopo l’inizio del suo mandato, Biden aveva perso l’equilibrio per tre volte mentre saliva le scale dell’Air Force One, l’aereo del presidente. Un portavoce della Casa Bianca aveva attribuito la causa di questa caduta al vento presente quel giorno. A giugno 2022, il presidente era caduto dalla bicicletta vicino a Rehoboth Beach, nello Stato del Delaware, mentre stava frenando per parlare con alcuni cittadini. Nel fermarsi non era riuscito a sganciare le scarpe da bici dalle gabbiette dei pedali. Un anno dopo, era inciampato in un sacchetto di sabbia presente sul palco mentre distribuiva i diplomi durante la cerimonia di laurea dell’Accademia aeronautica militare statunitense di Colorado Springs.

In altre occasioni pubbliche, Biden è poi sembrato stanco e lento nelle risposte, come ad esempio a settembre 2023 durante una conferenza stampa in Vietnam, al termine di un lungo viaggio tra India e Sud-Est asiatico, per affrontare questioni di politica estera. In altre occasioni ha commesso delle gaffe, come quando a febbraio di quest’anno in un comizio elettorale a Las Vegas ha confuso Emmanuel Macron, l’attuale presidente francese, con François Mitterrand – che guidò la Francia dal 1981 al 1995 e morì nel 1996 – o come quando, a giugno 2023, aveva affermato che il presidente russo Vladimir Putin stava «perdendo la guerra in Iraq», quando in realtà intendeva dire la guerra in Ucraina. L’11 luglio, durante la conferenza stampa al termine del vertice NATO a Washington, Biden ha erroneamente chiamato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky «Presidente Putin», per poi correggersi successivamente.

Come la disinformazione ha trasformato un problema reale in un’arma politica

Fin qui i fatti, che sono incontrovertibili e che tratteggiano uno scenario piuttosto chiaro di come l’età avanzata di Biden sia un problema reale, entrato prepotentemente nella campagna elettorale per le presidenziali e potenzialmente problematico dal punto di vista politico. Ciò non esclude, comunque, che la disinformazione abbia comunque utilizzato la sua anzianità come un’arma politica da puntargli contro. 

Ad esempio, secondo alcune teorie di QAnon, Joe Biden sarebbe morto nel 2020 (o nel 2019) e sepolto segretamente all’Arlington National Cemetery, uno dei due cimiteri sul suolo statunitense gestiti dall’esercito. Per alcuni, quindi, Biden sarebbe un “presidente fantoccio” o addirittura un personaggio interpretato dall’attore Jim Carrey. Dopo la caduta in Colorado, sui social è stata fatta circolare una foto manipolata che mostrava il presidente a terra sul palco con un pannolone per anziani che spuntava da sotto i pantaloni. In un’altra occasione è stato condiviso il video di una persona che cadeva sulle scalette dell’aereo presidenziale, da poco atterrato in Polonia, affermando falsamente che si trattasse di Biden. 

Con il passare del tempo sono così iniziati a circolare sui social media immagini e video manipolati o utilizzati in maniera fuorviante contro Biden. Nel 2022 una foto è stata fatta circolare per accusare in maniera infondata il presidente di aver messo una medaglia al contrario a un veterano del Vietnam. Lo stesso anno è diventato virale un video falso in cui sembrava che Biden avesse abbandonato una conferenza stampa per seguire un furgoncino di gelati. Nel 2023 è stata diffusa la notizia inventata che Biden non avesse riconosciuto l’allora primo ministro inglese Rishi Sunak durante una visita istituzionale in Irlanda. Tra il 2023 e il 2024 altri video tagliati o decontestualizzati sono stati utilizzati per accusare falsamente il presidente statunitense di essersi addormentato, di “vagare” sul palco, di parlare com persone inesitenti e di tentare di sedersi su sedie invisbili durante eventi pubblici, dibattiti e cerimonie. 

L’ultimo caso di questo filone disinformativo, che ha fatto il giro del mondo, ha utilizzato un filmato fuori contesto per far credere che durante un’esibizione paracadutistica al G7 in Italia, lo scorso giugno, Biden avesse perso lucidità, distaccandosi dal gruppo degli altri leader e iniziando a vagare smarrito e fare gesti verso nessuno. In realtà, come foto e video integrali hanno dimostrato, Biden si era girato al termine dell’esibizione, dirigendosi verso i paracadutisti atterrati in precedenza e facendo loro il gesto del pollice alzato. Un gesto perfettamente razionale, dunque, seppur accompagnato dai movimenti naturalmente goffi figli dell’età.

Si tratta di contenuti definiti da alcuni esperti di disinformazione “cheapfake”, un termine che si rifà a “deepfake”. Se quest’ultimi indicano video realizzati con strumenti complessi di intelligenza artificiale, i cheapfake sono contenuti creati con strumenti basilari di editing o con semplici tecniche di manipolazione (cheap in inglese significa infatti “economico”, “a buon mercato”), come appunto mostrare solo un inquadratura di un video evitando di inserire il contesto integrale. Questi post di semplice e rapida realizzazione creano un effetto moltiplicatore distorto degli episodi reali descritti in precedenza con Biden in apparente difficoltà.

Zeve Sanderson, direttore esecutivo del Center for Social Media and Politics della New York University, ha spiegato a France 24 che simili contenuti sono molto efficaci perché risultano essere meno palesemente fuorvianti rispetto ai contenuti interamente inventati o generati dall’intelligenza artificiale. Inoltre, questi post sono presi per veri a prescindere perché esistono, come già detto, alcune clip vere che ritraggono Biden non in forma perfetta o muoversi con difficoltà, continua l’esperto. «Si allineano a una sorta di sentimento generale che già esiste nell’opinione pubblica. Se la gente pensasse che Joe Biden fosse giovane e vivace, è improbabile che queste fake news si diffonderebbero così tanto», ha detto sempre Sanderson, che ha concluso: «Questo è uno schema che le campagne di propaganda sanno essere estremamente efficace». 

Non a caso, i dati di una recente analisi della società informatica PeakMetrics hanno mostrato che i post su X riguardanti l’età di Biden e le sue capacità mentali sono aumentati di quasi il 2.000 per cento nelle prime due settimane di giugno 2024, rispetto all’attività media. Questi notizie fuorvianti non sono state diffuse solo da singoli utenti contrari a Biden, ma sono state rilanciate, ottenendo maggiore popolarità, anche da media e influencer di destra e dalla propaganda social del Partito Repubblicano. 

La portata di questa tipologia di disinformazione e le sue possibili conseguenze negative sull’opinione pubblica hanno spinto la campagna di Biden a iniziare a rispondere rapidamente sui social a simili contenuti e ad alimentare a sua volta interrogativi sull’età di Trump (il repubblicano ha 3 anni di meno di Biden) e sulla sua salute mentale. Anche a Trump, infatti, è capitato in alcuni eventi pubblici di commettere gaffe verbali e di sbagliare nomi, date o fatti. Il profilo X della campagna di Biden ha pubblicato un montaggio di clip che mostrerebbe Trump «confuso, perso, che si allontanava e non salutava nessuno». Sono iniziati anche a circolare, diffusi da diversi utenti, contenuti falsi sul candidato repubblicano che sostenevano come lo scorso autunno in Florida, durante un comizio, avesse avuto bisogno di un aiuto per scendere dal palco perché non sarebbe stato in grado di farlo. Questa contro-narrazione, tuttavia, difficilmente sembra poter funzionare. Secondo recenti sondaggi, la percentuale degli elettori preoccupati per l’età di Trump nello svolgere il lavoro da presidente risulta essere nettamente inferiore rispetto alla percentuale degli elettori preoccupati per l’anzianità di Biden.

Il ruolo del giornalismo

Il 28 giugno poi c’è stato il primo dibattito televisivo tra Joe Biden e Donald Trump. Durante la serata il presidente statunitense ha perso il filo del discorso in diverse occasioni nelle sue risposte, apparendo agli spettatori impacciato e debole rispetto allo sfidante repubblicano. Al termine del dibattito, i media statunitensi e internazionali hanno titolato sul fatto che il duello aveva messo in mostra la più grande debolezza di Biden: la sua età. Da quel momento, la questione è divenuta ampiamente dibattuta anche all’interno del Partito Democratico, con diversi esponenti dem che, insieme ad alcuni elettori vip e a diversi donatori del partito, hanno chiesto a Biden di rinunciare alla candidatura. Biden finora ha respinto più volte tale richiesta, affermando sì di essere anziano, ma difendendo la sua acutezza mentale e il suo stato di salute. In un’intervista televisiva del 6 luglio, Biden ha spiegato che rinuncerebbe alla corsa elettorale «solo se il signore onnipotente scendesse e me lo dicesse». In base alle ultime notizie, sembra tuttavia che il presidente sia diventato più ricettivo di fronte alle richieste di farsi da parte.

La pessima performance di Biden al dibattito di giugno ha avuto anche un’altra conseguenza. I repubblicani e i media di destra hanno accusato «i democratici e la stampa mainstream di aver ordito una cospirazione per nascondere la mancanza di forma fisica e mentale di Biden», ha scritto Politico. Il consigliere di Donald Trump, Stephen Miller, alla National Conservatism Conference di Washington di lunedì 8 luglio, ha sostenuto (senza citare prove specifiche) che i democratici di alto rango avevano cospirato con elementi favorevoli nei media per nascondere la verità sulla salute di Joe Biden. 

Al di là delle teorie su presunte cospirazioni prive di riscontri fattuali, diverse analisi hanno posto l’interrogativo se alcuni media e lo staff del presidente, prima del dibattito televisivo di giugno, avessero sottovalutato e tenuto nascoste le condizioni di salute di Biden. In base a quanto si legge in una recente inchiesta dell’Associated Press (AP), basata su interviste con una ventina di persone che hanno trascorso regolarmente del tempo con Biden, ci sono stati segni visibili del suo invecchiamento nell’ultimo anno che il team del presidente non è riuscito ad affrontare completamente: «La performance del dibattito ha accelerato le preoccupazioni su quello che era già un problema latente, anche se Biden ha offerto rassicurazioni sul fatto che può ancora governare efficacemente», scrivono i giornalisti di AP.

Secondo un’analisi di Vox i media nazionali non hanno affatto eluso la notizia: nel corso degli ultimi quattro anni, analisi e lunghi articoli sullo stato mentale e fisico di Biden sono stati pubblicati dai maggiori quotidiani del Paese. Il problema emerso, invece, continua il sito statunitense, è che le domande sulla forma fisica di Biden in relazione alla sua carica non sono state enfatizzate quanto avrebbero dovuto: «La copertura giornalistica di questo tema sarebbe dovuta essere più decisa, il volume avrebbe dovuto essere più alto», ha concluso la testata. 

C’è poi anche un’ulteriore questione da affrontare legata a questo tema. Una vicenda che riguarda il lavoro che a Facta facciamo ogni giorno: verificare le notizie. Come gli altri siti di fact-checking in giro per il mondo, anche noi abbiamo smentito le immagini e i video manipolati e decontestualizzati su Biden e la sua salute che negli ultimi tempi sono proliferati sulle piattaforme social. Questo lavoro non punta tuttavia a smentire o a sottovalutare il problema politico legato all’età del presidente degli Stati Uniti, come sostenuto in diverse critiche. Analizzare infatti un’informazione su un determinato argomento non significa negare in sé quell’argomento. Capire invece se una notizia è vera o falsa contribuisce ad alimentare un confronto non inquinato da manipolazioni e a rafforzare il processo democratico. Diversi esperti concordano infatti che una delle possibili conseguenze di una simile disinformazione sia quella di allontanare i cittadini dalla politica.

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