Tra il 2 e il 9 aprile 2021 la redazione di Facta ha ricevuto più volte via WhatsApp la segnalazione di un video, diffuso su Facebook e Youtube con minime varianti nella grafica (ad esempio qui, qui o qui) che mette in dubbio l’affidabilità dei tamponi molecolari. Dei contenuti che riassumono il concetto alla base del video sono stati pubblicati anche come status su Facebook, come in questo e in questo caso. Nel video, che nella versione a noi segnalata dura 2 minuti e 15 secondi, viene mostrato un uomo in impermeabile che parla durante un evento pubblico all’aperto. L’uomo, parlando in prima persona plurale, dice che avrebbero «teso una trappola» all’Ecdc (European centre for disease control and prevention, l’agenzia dell’Unione europea che si occupa della difesa e prevenzione dalle malattie infettive). Alla domanda «Qual è il riferimento del numero di cicli perché si possa ritenere che il tampone Pcr sia preciso?» l’Ecdc avrebbe risposto che la Pcr è affidabile solo fino a 24 cicli e non è credibile oltre. I protocolli di test Pcr come descritti dal Ministero della Salute e dall’Istituto superiore di sanità (Iss), che introdurrebbero come valore limite i 35 cicli, o quello di un non identificato documento della Ausl Romagna che direbbe «noi operiamo test da 35 a 41 cicli», non sarebbero pertanto affidabili.
Abbiamo contattato l’Ecdc che ci ha confermato che si tratta di una notizia priva di fondamento. Andiamo con ordine.
Innanzitutto, la persona che parla nel video è l’avvocato Mauro Sandri (iscritto all’ordine degli avvocati di Milano, come si può cercare qui). Il filmato è stato girato durante il “No Paura Day” – nome di una serie di eventi che si presenta come «iniziativa nata a Cesena contro la disinformazione sul COVID» ma che ha ospitato per esempio Mariano Amici e ha partecipato a eventi assieme al Movimento 3V – svoltosi a Cesena il 20 marzo 2021. La pagina Facebook ufficiale di Sandri ospita l’intervento completo e l’estratto a noi segnalato inizia al minuto 12:42. Mauro Sandri è un attivo partecipante alle iniziative, anche legali, del Comitato per le Libertà Costituzionali (ComiCost), ente che tra le altre cose ha presentato ricorsi al Tar contro i Dpcm introdotti durante la pandemia e contro l’obbligo di misure di sicurezza a scuola quali il distanziamento sociale o l’uso di mascherine. Sul tema dei tamponi, l’avvocato Sandri ha espresso analoghi argomenti anche nella sala stampa della Camera dei Deputati, invitato dalla deputata Sara Cunial insieme ad altri due avvocati del ComiCost, Maurizio Giordano e Nino Filippo Moriggia, il 24 marzo 2021.
Veniamo però al video segnalato a Facta e parliamo dei tamponi molecolari. Il tema alla base dell’argomento di Sandri è quello dei cicli di amplificazione della Pcr (Polymerase chain reaction), la tecnica di biologia alla base dei tamponi molecolari. Come avevamo spiegato in dettaglio su Facta, la Pcr agisce ricopiando ciclicamente una sequenza specifica del genoma del virus Sars-CoV-2, fino a quando il Dna presente nella provetta diventa rilevabile. Se per arrivare a rilevare il genoma virale servono molti cicli, aumenta la possibilità che il risultato sia un falso positivo, come avevamo raccontato: esiste quindi un numero limite di cicli oltre il quale il test viene dichiarato negativo.
Come ci è stato confermato direttamente dagli esperti dell’Ecdc, contattati da Facta, le linee guida Ecdc indicano che la soglia da non superare è di 35 cicli. Tale documento è peraltro disponibile in traduzione italiana proprio sul sito dell’Iss. Non è quindi vero che l’Ecdc dichiari ufficialmente come soglia i 24 cicli. L’Ecdc indica invece che, se il test è positivo sotto i 25 cicli, si è in presenza di «alta carica virale» e riporta anche un caso di un paziente giovane ricoverato in ospedale per Covid-19 con un test positivo oltre i 35 cicli. Secondo uno studio dell’Università di Torino pubblicato l’11 febbraio 2021 esiste una correlazione tra la gravità dei sintomi e il numero dei cicli necessari per identificare il virus (minore il numero di cicli, maggiore la gravità), ma anche i pazienti identificati oltre i 28 cicli possono presentare sintomi importanti se non addirittura morire a causa della Covid-19. Abbiamo domandato via email all’avvocato Sandri di condividere i documenti che, secondo lui, l’Ecdc avrebbe fornito a supporto delle sue affermazioni, ma siamo al momento in attesa di una risposta.
In conclusione, non è vero – in base ai documenti pubblicamente disponibili e alle dichiarazioni ufficiali rilasciate sul tema – che l’Ecdc ritenga i test Pcr alla base dei tamponi molecolari inaffidabili oltre i 24 cicli di amplificazione, a meno di aggiornamenti non pubblici ma disponibili all’avvocato Sandri che non abbiamo avuto modo di consultare.
Non è poi vero che le attuali procedure per i tamponi molecolari siano inaffidabili: i pazienti positivi al tampone oltre i 24 e anche vicino ai 35 cicli possono essere effettivamente malati di Covid-19, anche gravi.
Su Facta ci siamo occupati numerose volte di casi di disinformazione sui tamponi molecolari, filone che vuole screditarne l’efficacia.