Logo
Questo articolo ha più di 31 mesi

Notizie false, sport e pandemia: il caso dei malori degli atleti

Il presunto legame tra i (reali) malori degli atleti e la loro vaccinazione anti-Covid

27 aprile 2022
Condividi

Di questo tema abbiamo scritto anche per Il Corriere del Ticino, qui l’articolo

Insieme al conflitto russo-ucraino, la disinformazione a tema Covid-19 rimane oggi uno dei temi principali delle notizie false che circolano online nel nostro Paese. Continuano infatti a farsi strada specifici filoni della disinformazione sulla pandemia, nati ormai mesi fa ma che trovano ancora terreno fertile per diffondersi.

Tra questi c’è una falsa narrazione che ha avuto particolare successo: il presunto legame tra i (reali) malori di alcuni atleti e la loro più o meno recente vaccinazione anti-Covid. Capiamo meglio di che cosa si tratta, partendo da un’importante premessa: gli infortuni degli atleti sono reali, il legame con la vaccinazione però non c’entra.

La (falsa) narrazione che si ripete
Prima di passare in rassegna qualche esempio, facciamo chiarezza sul tipo di narrazione di cui stiamo parlando. Da diversi mesi a questa parte, la dinamica che si ripete in occasione di eventi sportivi di portata internazionale è sempre la stessa.

Se, durante la competizione, uno degli atleti coinvolti si ritira perché colpito da un malore, il principale imputato è il vaccino anti-Covid e le presunte reazioni avverse da esso causate. In realtà poi, analizzando le dinamiche e basando le proprie ricostruzioni sui documenti ufficiali, si scopre che la vaccinazione non ha nulla a che vedere con il malore e che alcuni atleti non avevano ricevuto neppure una dose di vaccino.

La redazione di Facta si è imbattuta in questo specifico filone della disinformazione sulla pandemia molte volte: è successo di recente con i Miami Open (torneo di tennis disputato negli Stati Uniti tra la fine di marzo e i primi di aprile 2022) e, parlando sempre di tennis, la stessa narrativa si era diffusa in seguito al ritiro di Rafael Nadal dal torneo di Indian Wells e, ancora prima, con gli Australian Open.

Ma non è una narrativa tipica solo del tennis. Lo stesso fenomeno si ritrova anche riguardo al calcio. Il malore di Christian Eriksen durante gli Europei del 2021 e un presunto documento Fifa sull’incremento dei decessi cardiaci tra gli sportivi sono solo due dei casi di disinformazione che hanno riguardato il gioco del pallone e in cui si faceva riferimento ad un infondato legame malore-vaccino. Le notizie false non hanno poi risparmiato né l’equitazione, né il football australiano e neppure il basket, caso in cui si è fatta disinformazione su atleti, allenatori e arbitri.

Scopriamo, sport dopo sport, quali notizie false sono circolate.

Tennis: Australian Open, Rafael Nadal e Miami Open
A gennaio 2022, quando il tennista Novak Djokovic è stato espulso dagli Australian Open per il mancato rispetto delle regole anti-Covid, sui social si è parlato per giorni di sport e vaccinazione.

In quell’occasione era diventato virale un filmato che passava in rassegna i malori di oltre venti atleti, collegandoli più o meno direttamente al vaccino anti-Covid. Tra questi c’erano anche tennisti che si erano realmente sentiti male, ma l’episodio non aveva nulla a che fare con la pandemia.

Alcuni esempi: il tennista britannico Jack Draper nel 2021 si era sentito male a causa di un colpo di calore, dopo aver giocato per più di un’ora ad una temperatura che aveva raggiunto i 29 gradi centigradi. Episodio simile per il tennista georgiano Nikoloz Basilašvili, costretto al ritiro durante l’Atp Cup di Sydney a gennaio 2022 a causa del troppo caldo, ma che è tornato in campo qualche giorno dopo.

Infortunio di natura diversa quello che ha visto Rafael Nadal protagonista di una serie di notizie false quando, a marzo 2022, si è ritirato dalla finale dei Masters 1000 di Indian Wells, in California. In una conferenza stampa successiva al ritiro il campione di tennis aveva spiegato di aver avuto difficoltà respiratorie, ma non ha mai parlato di una possibile miocardite associata alla vaccinazione, come invece hanno erroneamente fatto diversi utenti sui social network. Il 22 marzo 2022 Nadal ha spiegato su Twitter che le difficoltà respiratorie erano in realtà dovute a una «frattura da stress a una costola».

Infine, un altro caso di disinformazione che ha riguardato il tennis e in cui la redazione di Facta si è imbattuta è quello che ha recentemente visto protagonisti alcuni tennisti che avrebbero dovuto partecipare ai Miami Open, competizione che si è tenuta negli Stati Uniti tra marzo e aprile 2022.

Stando a quanto riportato da alcuni utenti dei social network, i ritiri dei tennisti sarebbero collegati alla vaccinazione contro la Covid-19: nulla di vero. Come hanno dichiarato in molti casi loro stessi, alcuni atleti hanno subito infortuni fisici e altri hanno sofferto di malattie di diverso tipo, come colpi di calore o malattie virali non precisate.

Calcio: Eriksen e gli altri calciatori
Nel corso dell’ultimo anno il calcio non è rimasto escluso dalla disinformazione a tema Covid-19, complice anche la presenza di eventi di risonanza internazionale come gli Europei. L’origine del filone calcistico della disinformazione che stiamo analizzando può essere fatto risalire al malore del giocatore danese Christian Eriksen durante la partita degli Europei Danimarca-Finlandia dello scorso 12 giugno.

Dalle ore successive all’accaduto si è diffusa la falsa notizia secondo cui l’episodio avrebbe avuto qualche legame con la vaccinazione anti-Covid, informazione smentita dalla dirigenza dell’Inter (squadra in cui il giocatore al tempo giocava) che aveva chiarito che Eriksen non era stato né vaccinato contro la Covid-19, né era risultato positivo al nuovo coronavirus. Il malore, come ricostruito in seguito, era in realtà dovuto ad un arresto cardiaco che ha portato in seguito il giocatore a sottoporsi ad un’operazione per l’installazione di un defibrillatore sottocutaneo.

Eriksen non è però l’unico finito vittima della disinformazione: è successo anche al calciatore brasiliano Alex Apolinário, deceduto a gennaio 2021 durante una partita della terza serie portoghese, ma non a causa della vaccinazione: non aveva ricevuto nemmeno una dose. L’attaccante franco-maliano Moussa Dembélé ha perso i sensi in un allenamento il 23 marzo 2021, ma si è poi ripreso, tornando negli spogliatoi in autonomia e guidando fino a casa. O, ancora: il calciatore nigeriano del Bordeaux Samuel Kalu è svenuto in campo per un colpo di calore durante una partita con il Marsiglia del 15 agosto 2021, ma il vaccino non c’entrava. Episodio simile anche per il giocatore del Besiktas Fabrice N’Sakala, che dopo lo svenimento ha ricollegato il malore al calore eccessivo e ai ritmi serrati di allenamenti e partite.

Differente è il caso del calciatore argentino del Barcellona Sergio Aguero, piegatosi al suolo indicandosi il petto durante la partita tra Barcellona e Alaves del 30 ottobre 2021. Nei giorni successivi l’attaccante è risultato non idoneo all’attività sportiva a cui è seguito il ritiro a causa di problemi cardiaci. Roberto Peidro, medico di Aguero dal 2004, ha dichiarato che i problemi del calciatore «non hanno nulla a che fare con il Covid o con il vaccino contro il Covid». Infine, concludiamo questa rassegna con un caso italiano: il calciatore del Napoli Piotr Zielinski ha accusato problemi respiratori durante la partita giocata il 12 dicembre 2021 contro l’Empoli. Nei giorni successivi lo staff medico del Napoli ha comunicato che quello del calciatore è stato un «attacco di tracheite».

In tutti questi casi, dunque, si tratta di malori reali sofferti davvero dagli atleti coinvolti ma che nulla hanno a che fare con la vaccinazione anti-Covid.

Infine, non è reale il presunto documento attribuito alla Fifa, la federazione calcistica internazionale, che denuncerebbe un aumento di cinque volte dei decessi cardiaci tra i calciatori. In realtà, la Fifa non solo ha smentito la paternità del documento, ma ha anche dichiarato di non essere a conoscenza di simili dati né di aver riscontrato trend di crescita rispetto al passato.

Dall’equitazione al football australiano
Anche sport dal pubblico relativamente più contenuto, come l’equitazione o il football australiano, sono finiti al centro di disinformazione riguardante il vaccino..

A novembre 2021 si era diffusa senza prove la notizia di un presunto legame tra il malore dell’atleta equestre Cienna Paris Knowles e la recente vaccinazione anti-Covid. Il legame è però stato prontamente smentito dai sanitari che avevano curato la campionessa.

Il giocatore di football australiano Jake Lever ha perso i sensi per qualche secondo durante un allenamento del 6 dicembre 2021. Si è trattato di uno svenimento dovuto alla fatica, come ha precisato lo stesso atleta nei giorni successivi.

Basket: atleti, arbitri e allenatori
Negli ultimi mesi la disinformazione si è avvicinata anche al mondo della pallacanestro: diversi giocatori di basket sono finiti, loro malgrado, al centro di casi di disinformazione che erroneamente collegavano dei reali malori alla vaccinazione anti-Covid.

Il cestista Keyontae Johnson, ad esempio, aveva sofferto un malore il 12 dicembre 202o e il legame con la vaccinazione era stato smentito dalla famiglia. Situazione simile per il giocatore di basket dominicano Oscar Cabrera, svenuto il 18 dicembre 2021 durante una partita per una sincope che non aveva alcun legame con il vaccino.

Ma non solo: almeno un arbitro e un allenatore di basket sono stati vittime di disinformazione.

È il caso dell’arbitro Bert Smith, svenuto durante la finale regionale di National Collegiate Athletic Association (Ncaa) del 29 marzo 2021 a causa di un coagulo di sangue nei polmoni, risolto qualche giorno dopo. Non è chiaro cosa abbia causato il coagulo, ma Smith non aveva ricevuto il vaccino. D’altra parte, l’allenatore di basket Duggar Baucom, svenuto all’inizio della partita tra Citadel e Duke del 22 novembre 2021 aveva perso i sensi per qualche secondo ed era stato ricoverato per una notte in via precauzionale. Il team medico non aveva riscontrato alcuna condizione medica particolare tanto che l’allenatore era tornato al lavoro già il giorno successivo.

Potrebbero interessarti
Segnala su Whatsapp