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Come sarà la disinformazione nel 2021?

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31 dicembre 2020
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Quello che sta per concludersi è stato l’anno che più di tutti ci ha dato la sensazione di vivere un pezzo della storia umanai: sono ancora vive nella memoria collettiva le immagini delle 65 bare portate via con veicoli militari da una Bergamo in ginocchio, le parole con cui il governo ha istituito la prima zona rossa nel lodigiano, la ripida curva dei contagi a marzo e il senso di frustrazione per non essere riusciti a scongiurare l’arrivo di una seconda ondata a ottobre.

Come da tradizione, gli ultimi giorni di un anno solare sono quelli ideali per tirare le somme su quelli appena trascorsi, ma rappresentano anche un necessario momento di riflessione prima di avventurarsi in quello che viene spesso percepito come un nuovo capitolo della propria storia. Più volte, in questi giorni, abbiamo raccontato il 2020 di Facta: di cosa ci siamo occupati, in che modo quei contenuti sono giunti fino a noi e con quale intensità. È arrivato ora il momento di concentrarci su ciò che ci aspetta da qui in avanti.

Se il 2020 è stato un anno anomalo per quasi tutta la sua durata, il 2021 si candida a esserne l’ideale continuazione, dal momento che la maggior parte delle trame non si concluderanno certo allo scoccare dell’ultima mezzanotte sul calendario. Proviamo dunque a riprendere il filo di quelle trame, per cercare di capire dove potrebbero portarci e cosa dovremo aspettarci dalla disinformazione da gennaio in poi. Un modo come un altro per tenere insieme tutti i capitoli della nostra storia e tracciare un quadro d’insieme, come sempre senza fare previsioni ma prediligendo i fatti, quello che sappiamo fare meglio.

La pandemia, innanzitutto

È inutile girarci attorno: i primi mesi del prossimo anno saranno ancora monopolizzati dalla pandemia da Covid-19. Sotto questo punto di vista il 2020 si è concluso con qualche buona notizia e con almeno una novità che avremmo preferito non dover affrontare, ma andiamo con ordine.

Salvo intoppi al momento molto difficili da prevedere, il 2021 sarà l’anno delle vaccinazioni contro la Covid-19. Tra il 16 e il 23 novembre 2020 Pfizer, AstraZeneca e Moderna hanno annunciato l’esito positivo della fase 3 della sperimentazione dei rispettivi vaccini, che così hanno ottenuto il via libera dalle autorità per il controllo dei farmaci negli Stati Uniti e in Europa.

La campagna vaccinale anti-Covid è già partita nel Regno Unito (l’8 dicembre) e negli Stati Uniti (il 14 dicembre), segnando un traguardo storico per il genere umano, che mai era riuscito a sviluppare un vaccino in un lasso di tempo così breve (qui abbiamo provato a spiegare il perché). In Italia i primi vaccini saranno somministrati a partire dal 27 dicembre, mentre già da ora su Facta potete trovare una sezione speciale con tutti i nostri articoli sul tema.

Per questo a dicembre 2020 la disinformazione a tema vaccini è stata la più diffusa (ce ne siamo occupati qui, qui e qui, ad esempio), una dinamica che difficilmente migliorerà con l’aumentare della popolazione vaccinata. Si tratta di un tipo di disinformazione già particolarmente in voga prima della pandemia, che ha sfruttato l’emergenza sanitaria globale per riemergere con forza, ma soprattutto di una disinformazione pericolosa e potenzialmente in grado di influenzare il comportamento della popolazione su un tema molto delicato per la salute pubblica. In questo articolo abbiamo provato a spiegare perché i vaccini, nonostante vi sia stato in passato qualche episodio che ha provocato danni, sono oggi sicuri.

Fin qui le buone notizie. Negli ultimi giorni del 2020, però, abbiamo anche scoperto che il virus Sars-CoV-2 ha subito una mutazione – la cosiddetta variante inglese – che sembra diffondersi più rapidamente delle altre. Al momento non ne sappiamo molto di più, ma sul tema si è già scatenata la macchina della disinformazione, che parla di «mutazione programmata» a tavolino. I primi giorni del 2021 saranno cruciali per comprendere esattamente l’evoluzione del virus, ma nel frattempo la mole di informazioni contrastanti circolate sui mezzi di comunicazione potrebbero favorire l’intensità del diffondersi di notizie false o prive di fondamento scientifico.

Il 7 gennaio 2021 è infine la data fissata per la riapertura delle scuole, un argomento molto caldo per la disinformazione, che abbiamo già affrontato durante l’ultimo anno e che è reso più impervio dall’assenza di dati precisi sui contagi che avvengono in classe. Il tema della riapertura delle scuole è diventato oggetto di un duro confronto politico, che ha contrapposto il leader della Lega Matteo Salvini alla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina e che è stato particolarmente bersagliato dalla disinformazione online (soprattutto per la questione dei banchi a rotelle, di cui abbiamo parlato un bel po’).

Le elezioni americane, ancora

Il 2021 sarà anche l’anno dell’insediamento del presidente eletto degli Stati Uniti Joe Biden, dopo quattro anni di amministrazione Trump e una tornata elettorale particolarmente colpita dalla disinformazione. Come abbiamo più volte raccontato, la corsa alla Casa Bianca è stata caratterizzata dalle accuse (infondate) di brogli rivolte da Donald Trump all’avversario democratico, un crescendo di false notizie che dovrebbe avere fine il prossimo 20 gennaio, data in cui avrà ufficialmente inizio il mandato Biden.

Il condizionale tuttavia è quanto mai d’obbligo, dal momento che l’opinione pubblica americana non è mai stata così polarizzata e tra le pieghe del tessuto sociale statunitense si è insinuata una pericolosa e pervasiva teoria del complotto nota come QAnon, che non si è ancora arresa all’idea che Donald Trump sia stato sconfitto. Da qui al 20 gennaio dovremo per questo attenderci una nuova ondata di bufale sul tema, che potrebbero anche proseguire per tutta la prima metà dell’anno (ma questo dipenderà dalle mosse di Donald Trump e dalla sua volontà di ricandidarsi nel 2024). In ogni caso, la figura di Joe Biden appare di per sé piuttosto invisa alla disinformazione italiana, che negli ultimi tempi ha diffuso una serie di notizie false volte a screditarne la credibilità politica e la reputazione.

La politica, come sempre

Il 2021 sarà un anno particolare anche per il resto della politica – nazionale e internazionale – che negli ultimi mesi si è concentrata soprattutto sulla gestione della pandemia. Iniziamo da casa nostra, dove il nuovo anno porterà con sé le elezioni amministrative in ben sei capoluoghi di regione, tra cui Roma, Milano, Napoli, Bologna e Torino. La data da cerchiare sul calendario non è ancora stata scelta, ma sappiamo che (salvo contrattempi, che non sono da escludere vista l’emergenza sanitaria in corso) i cittadini dei comuni dovrebbero essere chiamati alle urne in primavera.

Negli ultimi giorni sono arrivate le ricandidature di Virginia Raggi, sindaca uscente della Capitale alla caccia di un secondo mandato, e del sindaco di Milano Beppe Sala, amministratore di uno dei comuni più colpiti dalla pandemia. Si tratterà di una tornata elettorale particolarmente importante anche per le dinamiche interne all’esecutivo, con Partito democratico e Movimento 5 Stelle che dovranno decidere se darsi battaglia nei comuni o proseguire nel percorso di avvicinamento iniziato con la formazione del governo Conte II. Come sempre in questi casi, la campagna elettorale è il clima più adatto al proliferare della disinformazione.

Allargando lo sguardo, il 1 gennaio 2021 scatterà ufficialmente la Brexit, questa volta senza possibilità di proroga. E se i termini del divorzio tra Europa e Gran Bretagna non sono ancora completamente definiti, la prima volta degli inglesi fuori dal Vecchio continente sarà una novità assoluta anche per la disinformazione (che comunque è stata una costante durante l’intero dibattito sulla Brexit).

Tempo di prime volte anche in Germania, che dopo più di quindici anni dovrà fare a meno di Angela Merkel, da tempo chiamatasi fuori dai giochi per il futuro governo del Paese. La cancelliera è una delle figure politiche più colpite dalla disinformazione internazionale (ne abbiamo parlato qui e qui) e, visto il periodo storico e la contemporanea defezione della sua erede designata Kramp-Karrenbauer, sono in molti a chiederle un ripensamento. C’è tempo per decidere (le elezioni federali tedesche sono state fissate per il 26 settembre 2021), ma sarà un tema da tenere d’occhio anche sotto l’aspetto della disinformazione.

Il 2021 sarà infine l’anno in cui partirà il principale strumento comunitario per bilanciare la crisi economica provocata dalla pandemia da coronavirus, noto come Recovery Fund (anche se in realtà sarebbe corretto definirlo Recovery and Resilience Facility, ovvero “Dispositivo di ripresa e resilienza”). Come hanno raccontato i nostri colleghi di Pagella Politica, si tratta di una quantità di denaro senza precedenti per l’Unione europea che, tra prestiti e sussidi, distribuirà in tutto 750 miliardi di euro nei prossimi cinque anni. All’Italia ne spetteranno circa 209 (81,4 miliardi in sussidi e 127,4 miliardi in prestiti), ma il nostro Paese non ha ancora deciso come spenderli: anche in questo caso, siamo di fronte a una dinamica che potrà facilmente prestare il fianco alla disinformazione.

I grandi classici

Anche nel 2021 purtroppo potremmo avere a che fare con i grandi classici della disinformazione. Possiamo essere certi, seppur con una certa dose di approssimazione, che il nuovo anno porterà con sé nuove bufale su Bill Gates (principale finanziatore dell’Organizzazione mondiale della sanità, nonché di dieci aziende produttrici di un potenziale vaccino contro il coronavirus), sul 5G e su George Soros.

Probabilmente torneremo a parlare dei vaccini stagionali e dell’infondata correlazione con l’autismo, di falsi documenti governativi diffusi ad arte, di inesistenti buoni spesa per venire incontro alle famiglie in difficoltà, della fantasiose teorie del complotto diffuse da presunti esperti e di lunghi audio WhatsApp che veicolano leggende metropolitane. Sarà un altro anno di disinformazione, insomma, che la redazione di Facta è pronta ad affrontare insieme a voi.

In conclusione

Il 2021 si annuncia come l’ideale continuazione dell’anno che sta per terminare e molte delle trame in corso non si concluderanno allo scoccare dell’ultima mezzanotte sul calendario. Questo vale anche per la disinformazione, che anche nel 2021 troverà terreno fertile sul tema della Covid-19, soprattutto vista l’imponente campagna di vaccinazione in corso.

Nell’anno che verrà parleremo ancora delle infondate accuse di brogli lanciate da Donald Trump, anche se l’insediamento del presidente eletto Joe Biden (prevista per il 20 gennaio 2021) dovrebbe mettere un punto sulla questione. Parleremo di politica, con le elezioni a Milano, Roma, Bologna, Torino e Napoli, ma anche per la lunga campagna elettorale tedesca che probabilmente non vedrà Angela Merkel tra i protagonisti. Dovremo vedercela anche con le bufale su Brexit e Recovery Fund, temi per i quali il 2021 rappresenterà un anno di svolta.

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