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Ucraina o Sud globale, diverse nazionalità ma stessi argomenti e tecniche di disinformazione per incitare all’odio contro i migranti

L’analisi di Edmo sulle narrazioni disinformative sui migranti ucraini e del Sud globale più diffuse in Europa

10 novembre 2023
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di Tommaso Canetta ed Enzo Panizio

Un’analisi di Edmo. Organizzazioni che hanno contribuito: Pagella Politica/Facta news; AFP; Correctiv; Delfi; Demagog.cz; Demagog.pl; Demagog.sk; Ellinika Hoaxes; Factcheck Vlaanderen; Factual; Knack; Lakmusz; Maldita; Oštro; Polígrafo; Pravda; Freedom House Romania; Re:Baltica; The Journal Fact-Check, Verificat, VRTNWS.

La disinformazione sui migranti* che arrivano in Europa è stato un fenomeno costante negli ultimi anni. Soprattutto a partire dall’incremento dei flussi migratori del 2014, la disinformazione ha sfruttato alcune caratteristiche come il colore della pelle, la religione e la diversità culturale per colpire gruppi di persone provenienti in particolare dal Sud globale, termine con cui si raggruppano i Paesi più svantaggiati o in via di sviluppo. Dal febbraio 2022, un nuovo flusso di migranti ha interessato l’Europa: gli ucraini in fuga dall’invasione russa. Anche queste persone sono diventate oggetto di campagne di disinformazione.

Dalla fine dell’anno scorso, la disinformazione che prende di mira i migranti è sembrata in crescita. Con i nuovi numerosi arrivi dell’estate 2023 e una nuova centralità nel dibattito europeo degli ultimi mesi, poi, la questione dell’immigrazione è stata oggetto di una serie di storie che sono state dimostrate false dalle organizzazioni indipendenti di fact-checking che formano la rete Edmo.

Per questo, abbiamo messo a confronto le narrative di disinformazione su questi due gruppi di migranti, gli esuli ucraini e le persone che arrivano dal Sud del mondo, per trovare somiglianze e differenze. Il confronto è stato effettuato analizzando una raccolta di articoli di verifica delle notizie pubblicati da circa due dozzine di organizzazioni di fact-checking europee, che coprono più di venti Paesi. Il periodo di tempo considerato va dall’inizio del 2023 a oggi, ma anche storie false più datate sono state prese in considerazione, quando rilevanti nelle narrative di disinformazione.

Narrativa falsa n.1 – I migranti sono criminali o violenti
Una delle più comuni e note narrative di disinformazione sui migranti che arrivano in Ue da tutto il mondo è quella che li rappresenta come un pericolo per le società europee.

I migranti sono il bersaglio di notizie false che li dipingono come violenti, pericolosi, criminali o apertamente contrari ai valori e modi di vivere occidentali. Queste falsità sono pensate per rappresentare in maniera travisata tutti i migranti come intrinsecamente inclini alle attività criminali e refrattari alle norme sociali e democratiche, rafforzando così i pregiudizi sul loro conto.

A – Migranti dal Sud globale 
Per rappresentare i migranti provenienti dal Nord Africa, Medio Oriente, Asia e altre varie parti del mondo come violenti o criminali, la maggior parte delle storie false enfatizza le diversità etniche e culturali, e spesso anche la religione, per inasprire i sentimenti xenofobi. Per diffondere questi messaggi, i disinformatori usano diverse tecniche.

La più comune è la pubblicazione di contenuti vecchi e non correlati (ad esempio, video e immagini), con didascalie fuorvianti che li collegano a eventi attuali. Ad esempio, tra le tante storie false di questo tipo, nel luglio 2023, un video di tifosi di calcio in Francia è stato sottotitolato in modo ingannevole in Grecia, per suggerire che le persone nel filmato stessero dicendo «stupreremo tutte le donne bianche in Europa e decapiteremo tutti gli uomini», mentre in altri Paesi sono stati utilizzati video o addirittura spezzoni di film per sostenere falsamente che i migranti sono cannibali o trafficanti di bambini.

Una storia falsa molto diffusa ha sfruttato l’arrivo di migliaia di persone sull’isola di Lampedusa a settembre 2023: un video vecchio e non correlato è stato condiviso sui social network, con l’affermazione che le persone che stavano attaccando la polizia nel filmato erano migranti appena arrivati in Italia. Come evidenziato in precedenza da un brief di EDMO, questa falsa informazione è stata diffusa in diversi Paesi dell’UE, tra cui Francia, Spagna, Austria, Slovacchia, Lituania e Germania, dove un’altra storia falsa ha affermato che i migranti a Lampedusa avevano addirittura dato fuoco a un intero edificio.

A parte la pubblicazione di materiale decontestualizzato, spesso le storie sono semplicemente inventate e presentate come notizie effettive, oppure si attribuisce la commissione di reati ai migranti senza nessuna prova fattuale. Queste tecniche sono usate da svariati attori pubblici. Il senso di paura o addirittura panico che ne risulta è spesso sfruttato da account sui social che promuovono messaggi estremisti. In diversi Paesi, alcuni politici hanno diffuso informazioni infondate su presunte aggressioni perpetrate dai migranti. I politici spesso citano anche statistiche che non esistono o che non menzionano o fanno riferimento a gruppi etnici specifici, suggerendo ingiustamente così la loro propensione alla violenza.

Altre storie rilevanti sfruttate per veicolare contenuti falsi coerenti con questa narrativa sono state le proteste avvenute in Francia dopo l’uccisione di un ragazzo di diciassette anni da parte della polizia a luglio – che sono state prese a occasione per diffondere xenofobia e razzismo in diversi Paesi UE – e i devastanti incendi in Grecia ad agosto, per i quali sono stati accusati i migranti con storie false circolate in Grecia, Germania, Bulgaria e Croazia, che hanno portato persino ad alcune aggressioni fisiche contro i richiedenti asilo.

B – Migranti ucraini
Sebbene il numero di storie false sui migranti ucraini individuate all’interno di questa narrativa sia minore, i messaggi generali trasmessi sono molto simili e similmente distribuiti in tutta Europa. Gli ucraini sono allo stesso modo descritti come violenti e pericolosi per le società europee. Le tecniche di disinformazione sono le stesse utilizzate nel caso di migranti di altre nazionalità: vecchi contenuti decontestualizzati, notizie completamente inventate o veri episodi di violenza attribuiti arbitrariamente agli ucraini.

Come nel caso dei migranti in generale, una delle storie false più diffuse nell’UE ha utilizzato il video di una rissa in strada, sostenendo si trattasse di un gruppo di ucraini che picchiava cittadini polacchi perché si rifiutavano di dire “Slava Ukraini”, il saluto nazionale e il grido di battaglia dell’esercito ucraino. Nonostante le autorità di Varsavia hanno dichiarato che nessun ucraino era coinvolto nella rissa, questa specifica storia falsa è circolata in Polonia, Repubblica Ceca, Germania, Lituania, Italia, Bulgaria, Slovacchia, Spagna, Grecia e Finlandia.

Nel caso degli ucraini, la religione non è una caratteristica che li differenzia significativamente da molti europei. Pertanto, le false storie sugli ucraini li dipingono talvolta come persone i cui valori sono ultranazionalisti e antidemocratici, in linea con la narrativa della propaganda russa che li descrive come sciovinisti o nazisti.

Come per gli altri migranti, i presunti aumenti di criminalità sono attribuiti arbitrariamente agli esuli di guerra da statistiche false o male interpretate sui social media, che a volte sono rilanciate anche dai politici. In Lettonia un politico – sfruttando un caso di cronaca – ha incolpato gli ucraini anche di essere responsabili del problema delle cimici dei letti a Parigi (diffondere la paura sui migranti e sulle malattie utilizzando notizie false o fuorvianti è un’altra tecnica di disinformazione ben nota).

Per indebolire il sostegno dell’opinione pubblica all’accoglienza dei migranti dall’Ucraina, altre importanti storie hanno presentato presunte iniziative contro di essa ed è stato persino affermato che tra di loro si nascondevano mercenari della compagnia Wagner, associando la loro presenza a pericoli per la sicurezza.

Narrativa falsa n.2 – I migranti sono parassiti e sprecano le nostre risorse 
Oltre a dipingerli come pericolosi per le società europee, l’altra principale narrativa di disinformazione descrive i migranti – sia ucraini che del Sud globale – come profittatori o parassiti che sfruttano i Paesi europei che li accolgono. Secondo questa narrazione così, anche se fossero innocui, la loro accoglienza rappresenterebbe un costo insostenibile per i Paesi ospitanti e uno svantaggio per i loro cittadini. Questo esaspera il risentimento nei confronti di queste persone con storie false o infondate che spesso cercano di ritrarle come non bisognosi di aiuto, ma sfruttatori delle risorse del Paese ospitante, che usano per condurre una vita agiata.

È interessante notare che la stragrande maggioranza delle storie false in questa narrazione si basa su dichiarazioni del tutto inventate e senza nessun riscontro fattuale, che prevalentemente circolano sulle piattaforme social. Nei casi restanti, immagini o video decontestualizzati vengono utilizzati per trasmettere informazioni false e fuorvianti oppure leggi inesistenti o temporanee vengono presentate come reali e già in vigore.

Questa narrazione ha tre filoni principali tra loro interconnessi:

  1. I migranti prosciugano le nostre risorse

Sud globale –  La falsa retorica che negli ultimi anni ha dipinto i migranti (provenienti dal Nord Africa, dal Medio Oriente, ecc.) come approfittatori ha fatto ampio uso di storie false per sostenere che essi ricevono ingenti somme di denaro dai Paesi ospitanti (somme di solito superiori alle pensioni minime e ad altre misure sociali disponibili per i cittadini). Negli ultimi mesi sono state identificate diverse storie false in linea con questa narrazione. Ad esempio, storie prive di fondamento affermano che vivono di assistenza sociale, che truffano per ottenerla e che i trasferimenti di denaro sono così cospicui che possono permettersi vacanze lussuose.

A seconda dei casi, a volte si sostiene che rubano il lavoro ai cittadini locali, altre volte si sostiene – anche da parte dei politici – che non sono impiegabili sul mercato del lavoro, esponendo così i Paesi ospitanti a gravi conseguenze economiche. Gli effetti delle migrazioni sul tessuto sociale sono spesso portati all’estremo citando presunte esperienze di altri Paesi: in Grecia, ad esempio, è stato affermato che la città di New York costringe i suoi cittadini ad accogliere i migranti nelle loro case, e in Francia e in Italia che il Giappone li escluda completamente dalla cittadinanza e dalla vita pubblica, anche se nessuna di queste circostanze è realmente accaduta.

Ucraina   Anche se il tono è più sfumato nel caso dei migranti ucraini, dato che si tratta di persone che fuggono da un Paese invaso, la narrativa precedente è presente con caratteristiche molto simili. Il costo dell’accoglienza degli esuli di guerra viene esagerato – attraverso storie o statistiche false diffuse da account di social media e influencer, o anche da politici – fino a sostenere che beni statali di grande valore storico o simbolico vengono venduti per coprire le spese. Le false storie sugli ucraini affermano che essi hanno diritto a varie agevolazioni – come case, lavoro, prestiti, assistenza sanitaria e medicinali, o campi estivi esclusivi per i loro figli – ovviamente a spese dei cittadini. In alcuni casi, vengono dipinti come particolarmente ricchi, ma nonostante questo chiedono più soldi.

  1. I migranti ricevono un trattamento migliore rispetto ai cittadini 

Sud globale – La presunta insostenibilità economica dell’accoglienza è ulteriormente aggravata da notizie false secondo le quali molte agevolazioni e sussidi sono garantiti o estesi in base alla nazionalità straniera, diffondendo così un senso di rabbia e sfruttando le reazioni alla presunta ingiustizia. La distribuzione territoriale in Europa di questo tipo di false storie è diversa tra le due categorie di migranti considerate.

Per quanto riguarda i migranti non ucraini, un Paese particolarmente suscettibile a questa retorica nel recente passato è stato la Spagna, dove le questioni economiche e sociali legate all’immigrazione sono particolarmente sentite. Diverse storie false affermano che il governo assicura agli immigrati reddito garantito, eredità universale, vari tipi di assistenza economica o persino smartphone di ultima generazione. Inoltre, si sostiene falsamente che agli stranieri bastano due anni per ricevere una pensione o che molti di loro ricevono pensioni non contributive. In Italia, dove questo tipo di storie false è stato molto comune negli ultimi anni, è stato affermato che questi sussidi venivano dati agli immigrati ancora prima del loro arrivo.

Informazioni che non trovano riscontro nei fatti suggeriscono che questo favoritismo si basa proprio sulle differenze culturali. Ad esempio, in Spagna è stato affermato che esiste un aiuto economico speciale per le donne che indossano il velo comunemente associato all’Islam, in Irlanda i migranti ricevono un assegno di disoccupazione più alto, e in Germania circola dal 2017 la falsa storia di un assegno mensile di trentamila euro garantito a un siriano con quattro mogli e 23 figli. Una storia simile, priva di fondamento, è stata ampiamente diffusa in Italia, anche da politici di spicco, sostenendo senza prove che per i migranti era possibile ottenere un reddito di cittadinanza per ogni eventuale moglie avuta.

Questa retorica è portata all’estremo da storie false in vari Paesi che affermano che diversi Stati stanno espropriando case e altre proprietà ai cittadini, in modo da ospitarci i migranti. In Grecia, è stato falsamente affermato che le morti dei migranti in mare sono onorate con il lutto nazionale, mentre quelle dei cittadini greci morti in disastri non lo sono, suggerendo un trattamento preferenziale perfino dopo la morte.

Ucraina – Per quanto riguarda i migranti ucraini, le storie false sono molto simili, ma gli Stati membri dell’UE in cui circolano maggiormente sono quelli dell’Europa centrale e orientale, come la Polonia, la Repubblica Ceca, la Slovacchia e la Germania: Paesi che ospitano un alto numero di ucraini che hanno lasciato il loro Paese dopo l’invasione russa.

L’alloggio è uno degli argomenti maggiormente usati per suggerire presunte ingiustizie. Le storie false presentano presunti espropri, sussidi per l’acquisto di case e costruzioni speciali destinate esclusivamente agli ucraini. Gli altri presunti benefici che riceverebbero sono molti e vari: prelievi bancomat illimitati, sovvenzioni e borse di studio riservate a loro, assegni per i figli e accesso prioritario agli asili, nessun esame di ammissione per gli studenti, nessun pedaggio stradale e copertura assicurativa incondizionata.

Per enfatizzare il confronto tra questi presunti benefici e le condizioni dei cittadini locali, alcune storie infondate hanno suggerito che gli ucraini ricevono più soldi dei pensionati, dei veterani o dei senzatetto, oppure che basta un solo giorno di lavoro per ricevere la pensione. Una storia falsa particolarmente significativa circolata in Polonia sosteneva che gli ospedali stessero dimettendo i bambini malati di cancro per far posto ai bambini ucraini.

  1. La maggior parte di loro sono uomini e/o non possono essere rifugiati 

Sud globale – Oltre alle questioni socio-economiche, i migranti sono accusati a livello “morale”. Secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr), «i rifugiati sono persone che fuggono da guerre, violenze, conflitti o persecuzioni e hanno attraversato un confine internazionale per trovare sicurezza in un altro Paese». Sui social media e anche da parte di alcuni politici, è stato affermato che i migranti provenienti dal Sud globale non possono essere veri e propri rifugiati, perché non starebbero fuggendo dalla guerra e sono per lo più uomini sani che non meritano asilo, e/o fingono di essere minorenni.

Ucraina – Questo biasimo morale è ancora più forte nel caso degli sfollati ucraini. Una narrativa di disinformazione particolarmente diffusa è che anche loro sono per lo più maschi, tanto che l’Ucraina ne chiede l’estradizione dai Paesi ospitanti per metterli sul campo di battaglia. Questa falsa storia che li accusa di codardia è stata identificata in Polonia, Irlanda, Francia e Italia.

Altre storie false affermano che non sono o non sono più rifugiati, presumibilmente perché vogliono tornare a casa, sono andati in vacanza nella loro patria o vogliono andare nei territori occupati dalla Russia.

Questa seconda narrativa veicola un messaggio insidioso. Diffondere notizie false che fanno leva sulle reali necessità economiche dei cittadini per additare i migranti come causa della loro situazione di difficoltà sembra molto efficace per alimentare sentimenti razzisti e xenofobi.

*In questo articolo adottiamo la definizione di “migrante” data dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM), che include i rifugiati e altri tipi di migranti.

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