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16 bufale sulle elezioni americane

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12 novembre 2020
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Il 3 novembre 2020 si è conclusa ufficialmente la lunga corsa verso la Casa Bianca, iniziata il 3 febbraio con i primi caucases in Iowa e culminata con l’assegnazione della maggioranza dei delegati al candidato democratico Joe Biden. Il newyorkese Donald Trump sarà dunque il primo presidente degli Stati Uniti in oltre 25 anni a non essere confermato per un secondo mandato: l’ultima volta era toccato a George H. W. Bush, sconfitto da Bill Clinton nel 1993.

Nonostante il risultato appaia piuttosto netto (la Cnn ha assegnato la vittoria a Biden con 279 delegati sui 270 richiesti, l’affidabile sito di risultati elettorali Decision Desk Hq gliene riconosce 290) alla data del 12 novembre il presidente uscente non ha ancora accettato la sconfitta, facendo riferimento (senza alcuna prova) alla presunta esistenza di brogli elettorali. 

La lunga coda polemica delle presidenziali americane è stata particolarmente significativa sul web, dove a partire dalla notte del 3 novembre hanno iniziato a circolare numerosi contenuti di disinformazione sulle elezioni. In questo articolo passeremo in rassegna le principali bufale dedicate al processo elettorale e ai risultati delle urne negli Stati Uniti d’America. 

 

Questa immagine non mostra i risultati delle elezioni americane

Il 4 novembre 2020, a spoglio elettorale ancora in corso, su Facebook è comparsa un’immagine che mostrava una cartina elettorale degli Stati Uniti d’America e una divisione dei grandi elettori tra Donald Trump e Joe Biden, i due sfidanti nelle presidenziali americane del 2020, molto favorevole al presidente uscente. 

 

 

Era una notizia falsa. L’immagine mostra in realtà una previsione del risultato elettorale realizzata negli scorsi mesi da Helmut Norpoth, professore presso la Stony Brook University a Long Island (Stati Uniti d’America), e basata un suo modello di previsione del risultato elettorale. 

 

…e nemmeno questa

Sempre il 4 novembre è circolata anche questa cartina elettorale a prevalenza di colore rosso (quello assegnato agli stati conquistati dal Partito Repubblicano). Si trattava in realtà di una mappa interattiva realizzata da Abc News che l’utente può utilizzare per creare una propria cartina elettorale, come si può verificare qui.

 

Il (falso) 138 mila a zero di Biden in Michigan

Il 4 novembre 2020 su Facebook è stata pubblicata un’immagine che mostra due momenti del conteggio dei voti nello stato del Michigan, durante lo spoglio dei risultati delle elezioni presidenziali. Tra il primo e il secondo momento, Biden sembra guadagnare oltre 138mila voti, Trump neanche uno. Si tratta di un’evenienza statisticamente molto improbabile. 

La notizia è falsa. I due screenshot sono stati pubblicati al contrario e dunque è stato Biden a perdere 138mila voti, dopo che in un primo momento gli erano stati erroneamente attribuiti a causa di un errore di battitura da parte di un’impiegata della contea.

 

In Wisconsin non ci sono stati più voti che votanti

Il 4 novembre 2020 è circolata un’immagine secondo cui nello stato del Wisconsin il numero dei voti contati (3.170.206) sarebbe più alto di quello dei votanti registrati (3.129.000). Si tratta di una notizia falsa, diffusa anche da Matteo Salvini in diretta in un’intervista con Radio 24

Mentre il numero di voti contenuti nell’immagine è corretto (3.239.920, come riporta il New York Times) il numero di 3.129.000 elettori registrati arriva infatti dalle elezioni di metà mandato del 2018. Il numero di elettori registrati per le presidenziali del 2020, come spiega la commissione elettorale del Wisconsin, era salito a 3.684.726. Quasi 400 mila più dei voti effettivamente scrutinati.

 

La schermata di Fox sui votanti registrati due volte a Detroit è del 2019

Il 5 novembre 2020 su Facebook è stata pubblicata un’immagine che mostra una schermata televisiva con il logo dell’emittente televisiva Fox 2, secondo cui nella città di Detroit sarebbe stata avviata un’azione legale a causa di 4.788 registrazioni di voto duplicate, 32.519 votanti registrati più degli aventi diritto al voto e 2.503 persone decedute registrate per votare. 

Si trattava di una notizia del 2019 e la causa, intentata da uno studio legale  statunitense di orientamento conservatore che si dedica alla correttezza delle elezioni elettorali, era stata in seguito ritirata. 

 

La contea di Fairfax, in Virginia, non ha assegnato 100 mila voti in più a Biden

Il 5 novembre 2020 è stata pubblicata un’immagine che mostra un tweet pubblicato dall’account “Arizona Informer” in cui si legge che la Contea di Fairfax, in Virginia, avrebbe dato accidentalmente al candidato democratico Joe Biden 100.000 voti in più, durante lo spoglio delle elezioni presidenziali americane.

Contattato dai colleghi di Snopes, Gary Scott, direttore delle elezioni della contea di Fairfax, ha chiarito che il giorno delle elezioni, mentre venivano inseriti i conteggi dei voti in un foglio di calcolo Excel, il programma ha accidentalmente contato i risultati per il decimo distretto elettorale tre volte. Scott ha aggiunto che l’errore è stato corretto nel giro di dieci minuti e specificato che la cifra errata non è stata comunque mai inclusa nel conteggio statale della Virginia. 

 

La Cnn non ha aperto per sbaglio Pornhub durante la diretta elettorale

Il 6 novembre 2020 su Facebook è stata pubblicata un’immagine in cui si vede una notifica con la scritta «Pornhub» su un monitor di un giornalista della Cnn, durante lo spoglio dei voti delle elezioni presidenziali statunitensi. Si trattava di un’immagine modificata: il video originale è disponibile qui.

 

Il falso titolo del Washington Times

Il 9 novembre 2020 è stata pubblicata su Facebook un’immagine che mostra una presunta prima pagina del quotidiano Washington Times dedicata alle elezioni presidenziali statunitensi del 2000 in cui si legge «President Gore». Il riferimento è ad Al Gore, il candidato democratico dell’epoca che venne sconfitto (per pochi voti) da George W. Bush. 

Si tratta anche in questo caso di una foto modificata, come ha confermato lo stesso quotidiano sul proprio profilo Twitter ufficiale. Il titolo originale recitava «President Bush».

 

Non ci sono stati più votanti che aventi diritto in 7 stati americani

Il 5 novembre 2020 su Facebook è stata pubblicata un’immagine che mostra una tabella dove vengono riportati i presunti “votanti registrati” e i “voti previsti” delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti dello scorso 3 novembre. I voti previsti superano il numero di elettori registrati in sette stati: Nevada, Pennsylvania, Minnesota, North Carolina, Wisconsin, Michigan, Arizona e Georgia.

Si trattava di un errore nella pubblicazione dei dati commesso dal sito WorldPopulationReview.com, che il 5 novembre 2020 ha aggiornato i dati specificando che «una precedente versione di questa pagina conteneva dati del 2018».

 

Le schede elettorali americane non contenevano «isotopi»

Il 5 novembre è stato pubblicato un post che recitava: «Nessuno sapeva che nei seggi erano presenti infiltrati con telecamere negli occhiali e nessuno era al corrente che le schede buone hanno innesti di isotopi di dimensione manometrica, e sono  rintracciabili via satellite una per una. Quelle usate per truffa “voto postale” sono state fatte in Cina. Esiste la tecnologia e la possibilità per eliminare dal conteggio tutte le schede contraffatte. Trump alla fine avrà pure la maggioranza al senato e alla camera». 

È una notizia infondata, smentita dall’Agenzia federale per la Cybersecurity (Cisa) statunitense. Cisa ha infatti chiarito che nessuna agenzia federale ha stampato o controllato schede elettorali, dal momento che il controllo delle operazioni elettorali spetta agli «uffici elettorali locali».

 

Una donna è stata accusata di frode elettorale, ma nel 2019

Il 9 novembre 2020 su Facebook è stata pubblicata un’immagine composta dalla foto di una donna nera e da un testo in spagnolo in cui si legge che si tratterebbe di una funzionaria elettorale democratica arrestata per frode. Si tratta di Sherikia Hawkins, realmente accusata di alterazione dei registri elettorali. Ma nel 2019, per un presunto reato commesso durante le elezioni di medio termine del 6 novembre 2018, come si può verificare qui, qui, qui e qui.

 

La Cnn non ha «tolto» l’Arizona a Biden

Il 9 novembre 2020 su Facebook è stata pubblicata un’immagine catturata dal sito dell’emittente statunitense Cnn che mostra una cartina elettorale degli Stati Uniti d’America e una divisione dei grandi elettori tra Donald Trump e Joe Biden, con Alaska, Arizona, North Carolina e Georgia non sono attribuite a nessuno dei due candidati. 

La Cnn non ha in realtà mai attribuito i grandi elettori dell’Arizona a Biden e quindi è impossibile che glieli abbia tolti. A smentire la notizia falsa è stata la stessa emittente televisiva su Twitter in risposta al quotidiano italiano Libero che la riportava in un articolo (poi cancellato dalla testata italiana).

 

Il sito RealClearPolitics.com non ha «tolto» la Pennsylvania a Biden

Il 10 novembre 2020 su Facebook è stata pubblicata un’immagine proveniente dal sito di informazione politica americana RealClearPolitics.com. L’immagine mostra una cartina elettorale degli Stati Uniti d’America e una divisione dei grandi elettori tra Donald Trump e Joe Biden in cui Alaska, Arizona, Pennsylvania, North Carolina e Georgia non sono attribuiti a nessuno dei due candidati.  

Tom Bevan, co-fondatore e presidente di RealClearPolitics, ha chiarito dal suo profilo ufficiale di Twitter che il sito non ha mai attribuito la Pennsylvania a Joe Biden (come invece fatto il 7 novembre da altri media. Ad esempio da CNN, Fox News, Associated Press).

 

Bill Gates non ha finanziato la campagna elettorale di Biden

L’11 novembre ha iniziato a circolare su WhatsApp un’immagine secondo cui il magnate e filantropo Bill Gates avrebbe finanziato la campagna elettorale di Joe Biden.

È una notizia falsa. Il database della Commissione elettorale federale contiene i nominativi dei donatori di cifre superiori a 2mila dollari. I nomi di Bill e di Melinda Gates compaiono diverse volte, ma solo a sostegno di candidati al Congresso degli Stati Uniti. Si tratta tra l’altro sia di democratici che di repubblicani: Bill Gates ha ad esempio finanziato la campagna di Marco Rubio e Mike Braun, repubblicani, ma anche dei democratici  Chris Coons e Kyrsten Sinema. Bill e Melinda Gates non figurano come finanziatori della campagna elettorale di Joe Biden.

 

Un video che non mostra brogli alle elezioni americane, ma polli scaricati in Arabia Saudita nel 2016

Il 6 novembre 2020 su Facebook è stato pubblicato un video in cui si vede una serie di camion fermi e alcune persone che gettano a terra il contenuto dei loro rimorchi. Nel video compare anche una scritta in inglese, secondo cui si tratterebbe di schede elettorali con voti per il presidente uscente e candidato repubblicano Donald Trump alle presidenziali 2020.

Le immagini si riferiscono invece a una scena verificatasi a novembre 2016 in Arabia Saudita e mostra in realtà un’operazione sotto la supervisione delle autorità locali nella provincia di al-Qassim (nella parte centrale del paese) in cui funzionari pubblici hanno smaltito 80 mila pacchi di pollo scaduto, confiscati all’interno di 25 camion prima della loro distribuzione, come si può verificare qui e qui.

 

Una mappa elettorale che non è di Fox News, ma di un sito che diffonde la falsa notizia di brogli elettorali

L’11 novembre è stato pubblicato su Facebook un post contenente una mappa elettorale che assegnava 212 delegati a Joe Biden e 219 delegati a Donald Trump e recante una differente colorazione per gli stati in cui sarebbero avvenuti «presunti brogli», ovvero Nevada, Arizona, Georgia, Wisconsin, Michigan, Pennsylvania, Virginia e North Carolina.

La mappa non proviene da Fox News, come riportato nel post, ma da un sito che diffonde la teoria senza fondamento secondo cui le elezioni americane sarebbero state condizionate da brogli contro il presidente uscente Donald Trump. Fox News ha solo mandato in onda la mappa, durante un’intervista al fondatore del sito J. Keet Louis.

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