Lo abbiamoraccontatoa più riprese, la cattiva informazione online prolifera nei momenti di maggiore confusione, quando il nostro sistema informativo è più esposto all’influenza di manipolazioni esterne e diventa più difficile distinguere i fatti dai contenuti diffusi con intenti propagandistici. A farne le spese, come spesso in questi casi, sono i soggetti più deboli, spaventati e privi degli strumenti necessari per orientarsi in un’attualità fin troppo complessa.
Non sempre, però, i diffusori di contenuti falsi ci mettono lo stesso impegno e alcuni tentativi di disinformazione finiscono per assumere toni grotteschi e assomigliano a vere e proprie parodie. Abbiamo dunque deciso di raccogliere le dieci antibufale più goffe incontrate quest’anno, dieci bizzarri casi di scorretta informazione da gustare rigorosamente sotto l’ombrellone, mentre si fa tappa ad un rifugio o nel tragitto tra una città e l’altra, così da ricaricare le pile in vista del prossimo autunno.
Cominciamo da un personaggio di cui si è parlato spesso quest’anno, visto il suo ruolo nella gestione della pandemia negli Stati Uniti: Anthony Fauci. Avevate mai fatto caso alla somiglianza tra Madre Teresa di Calcutta – religiosa deceduta nel 1997, proclamata beata da papa Giovanni Paolo II nel 2003 e poi santa nel 2016 da Papa Francesco – e l’immunologo Anthony Fauci, direttore dell’istituto americano per le allergie e le malattie infettive (Niaid)? Neanche noi.
Qualcuno deve però esserne stato particolarmente convinto, come dimostra l’immagine pubblicata il 5 giugno 2021 su Facebook, secondo cui Fauci sarebbe il figlio della religiosa e quest’ultima sarebbe stata, tra le altre cose, anche una trafficante di bambini.
Si tratta di notizie prive di fondamento: Madre Teresa di Calcutta, nome religioso di Gonxha Agnes, fece la sua professione dei voti perpetui – che comprendono i voti di castità, povertà e obbedienza – nel 1937 e non risulta che abbia mai avuto figli. Anthony Stephen Fauci è invece nato il 24 agosto 1940 a Brooklyn, New York (Stati Uniti d’America) da Stephen e Eugenia Fauci.
Quanto alle accuse di traffico di minori, queste hanno realmente investito la congregazione delle Missionarie della Carità, fondata da Madre Teresa nel 1950 e guidate fino al giorno della sua morte. Il caso risale però al 2018, ventuno anni dopo il decesso della religiosa avvenuto il 5 settembre 1997, e si è concluso con l’arresto di una suora e di un’assistente sociale vicina alla congrega, accusate di vendere bambini partoriti da donne indiane non sposate. Dal 2015 le Missionarie della Carità hanno smesso di occuparsi di adozioni in India.
Non succede tutti i giorni che il più alto rappresentante della Chiesa cattolica venga giustiziato in una prigione di massima sicurezza americana. Anzi, a dirla tutta non è proprio mai successo, ma il 6 luglio 2021 una falsa copertina del magazine Time ha ingannato un bel po’ di persone, in larga parte seguaci della teoria del complotto nota come QAnon.
La storia è un po’ contorta, ma potremmo sintetizzarla così: Papa Francesco sarebbe stato arrestato con l’accusa di traffico di minori da un governo-ombra composto dai più alti esponenti militari americani e da Donald Trump, ex presidente degli Stati Uniti che secondo i suoi fan più accaniti non sarebbe mai stato battuto alle urne. Naturalmente niente di tutto ciò corrisponde al vero, a partire dalla presunta copertina del Time, realizzata con Photoshop.
La disinformazione applicata alla pandemia di Covid-19 è un argomento decisamente poco leggero, ma alcuni tentativi di intorbidire le acque attorno alla campagna vaccinale sono stati decisamente degni di nota. È il caso di questa notizia circolata molto sui social network tra marzo e aprile 2021, secondo cui il nome dell’azienda AstraZeneca – tra i produttori di uno dei vaccini contro la Covid-19 – sarebbe composto dalla parola «Astra» (che in sanscrito significherebbe “arma”), da «ze» (“che” in polacco) e dal verbo latino «necare» (ovvero uccidere). Dunque, si tratterebbe di un’arma che uccide.
In realtà, anche se la traduzione delle singole sillabe abbia una reale corrispondenza nelle lingue indicate, il vero significato del nome AstraZeneca non è quello immaginato da diversi utenti sui social network. Per quanto “astra” in sanscrito indichi realmente un’arma soprannaturale, «że» in polacco significhi “che” e “necāre” in latino voglia dire “uccidere”, questo approccio selettivo alla sintassi risulta un fuorviante rispetto alla traduzione e all’etimologia del nome dell’azienda.
AstraZeneca, che nasce nel 1999 dalla fusione della casa farmaceutica svedese Astra AB con quella britannica Zeneca Group, a ottobre 2019 aveva spiegato su Twitter l’origine del proprio nome. «Astra» deriva dal greco e significa stella, mentre la parola «Zeneca» non vuol dire sostanzialmente nulla. È stata appositamente creata da un’agenzia incaricata di trovare un nome che iniziasse con la lettera iniziale o finale dell’alfabeto, fosse foneticamente facile da ricordare, non più lungo di tre sillabe e che non avesse un significato offensivo o negativo in alcuna lingua.
Ma non finisce qui. Se con il sanscrito, il polacco e il latino era andata male, con la lingua māori è andata persino peggio. Il 1 aprile 2021 la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione che chiedeva di verificare la notizia secondo cui il nome AstraZeneca significherebbe in realtà «eterno riposo» in māori, lingua polinesiana parlata in Nuova Zelanda.
Come abbiamo già visto, le cose non stanno così, ma se mai vi capitasse di dover dire «eterno riposo» in Nuova Zelanda, ecco, sappiate che la formula corretta è «Te Okiokinga Mutunga Kore».
Questo primo scorcio di 2021 non si è fatto mancare neanche una bufala in tema di giganti, intesi come enormi creature mitologiche che sarebbero vissute nel passato. “L’intuizione” è arrivata il 22 marzo su Facebook e ha sfruttato sette immagini che, stando a chi le ha condivise, ritrarrebbero scheletri di esseri dalle sembianze umane ma di mastodontiche dimensioni.
C’è solo un particolare: nessuna di quelle foto era reale. Tra creazioni grafiche, installazioni artistiche e abili giochi di prospettiva, la redazione di Facta ha dimostrato fatti alla mano che non ci sono prove esistano i giganti e che per inventarne di credibili servirà molto più impegno di così.
Il 27 giugno 2021 ci siamo occupati di una storia riguardante Arnold Pointer, un pescatore australiano che nel 2019 avrebbe salvato da morte certa uno squalo bianco femmina e che da quel momento verrebbe seguito dall’animale in ogni suo movimento, come segno di riconoscenza. La storia è molto bella, in alcuni tratti anche divertente, ma si tratta, purtroppo, di una notizia falsa.
La notizia è nata in realtà come un pesce d’aprile pubblicato dalla rivista francese di pesca Le Magazine des Voyages de Pêche nel 2006, ricostruzione confermata nel 2008 dalla stessa rivista al blog Il Disinformatico.
La storia è spesso accompagnata da una foto che testimonierebbe il rapporto tra l’animale e l’uomo. In realtà lo scatto risale al 2005 e, come raccontato dall’autore Andy Casagrande, mostra un momento di un evento benefico organizzato in Sudafrica dalla White Shark Trust, organizzazione senza scopo di lucro nata nel 2002 per promuovere progetti di ricerca e conservazione del grande squalo bianco.
L’assurdità di un’affermazione è talvolta proporzionale alla distanza geografica del Paese che gli fa da sfondo. È il caso di questa foto, che mostra dei sacchetti di plastica contenenti delle mele legate ad una staccionata bianca, pubblicata su Facebook come un classico esempio della solidarietà norvegese. Secondo l’autore del post, infatti, «in Norvegia, quando le persone vedono di avere mele in eccesso nei propri alberi, le lasciano appese all’esterno delle abitazioni in modo che gli altri possano prenderle e consumarle».
Le cose non stanno proprio così. Come abbiamo ricostruito con l’aiuto dei colleghi di Afp, l’immagine è stata pubblicata originariamente il 7 settembre 2018 sul profilo Facebook di una donna di nome Inger Garås che vive a Mjøndalen, in Norvegia, con la didascalia «oggi tante mele, chi prima arriva, prima si serve». La foto è stata successivamente pubblicata sul quotidiano norvegese Drammens Tidende il 14 settembre 2018. Nell’articolo la donna raccontava che siccome quell’anno il suo frutteto aveva prodotto tante mele, per non buttarle le aveva raccolte inserendole in sacchetti di plastica da regalare ai passanti.
Quanto fatto dalla donna non è però una pratica comune in Norvegia, come erroneamente sostenuto dal post oggetto della nostra verifica. A smentirlo è stata la stessa Garås, contattata a febbraio 2021 da Afp. La donna ha raccontato infatti che molti passanti, prima di prendere i sacchetti pieni di mele, domandavano «Posso davvero prenderli?». A volte, insomma, un sacchetto di mele è semplicemente un sacchetto di mele.
Questa volta voliamo negli Stati Uniti – e più precisamente in South Carolina – per raccontare la storia di un uomo che si sarebbe travestito da cervo e che sarebbe finito in ospedale dopo essere stato colpito per errore da due cacciatori.
Com’era facile sospettare, la notizia era nata come un contenuto satirico prodotto dal sito web World News Daily Report, che nelle proprie informazioni specifica di pubblicare contenuti inventati. La foto è invece tratta da un video pubblicato su Youtube il 19 gennaio 2018 e intitolato «Cervo nel bosco», parte di un progetto dedicato alla pubblicazione di filmati che ritraggono persone mascherate da vari animali. Una storia decisamente diversa.
Il 24 gennaio 2021 su Facebook è stata pubblicata la foto di un oggetto simile ad una console per videogiochi portatile costruita utilizzando del cartone. Nella stessa immagine compare anche la foto del volto di un bambino, il presunto autore della creazione, che secondo il post sarebbe stato citato in giudizio dal Ceo di Nintendo, Dough Bowser, per 200 milioni di dollari.
Una storia strappalacrime, ma totalmente inventata: l’immagine proviene infatti da un video diventato virale nel 2018 che mostrava una console di cartone costruita da un bambino di nome Rubén (e non Paco Gutierrez, come sostenuto nel post che abbiamo analizzato) in Venezuela. Naturalmente – e per fortuna – non esiste alcun riscontro di un’eventuale azione legale intrapresa da Nintendo.
Nello scorso mese di aprile la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione che chiedeva di verificare la notizia secondo cui lo psichiatra norvegese Finn Skårderud avrebbe ipotizzato che l’essere umano ha un deficit di alcol nel sangue e che il nostro organismo potrebbe funzionare alla perfezione solo con un tasso di alcol nel sangue dello 0,05 per cento (tema discusso anche nel recente film Un altro giro).
Prima che a qualcuno venga in mente di riutilizzare questa teoria in presenza di pubblici ufficiali, vale la pena precisare che si tratta di una notizia falsa. Come ha riportato l’11 ottobre 2015 il quotidiano norvegese Dagbladet e come è stato poi confermato il 26 aprile 2021 durante un’intervista alla radio norvegese Nrk riportata da France24, Skårderud stesso ha dichiarato che si tratta di un travisamento della sua opinione e che non ha mai voluto dare seriamente consigli su una quantità ottimale di alcol da avere nel sangue (e, quindi, da consumare).
L’equivoco nasce dalla prefazione che Skårderud scrisse per l’edizione norvegese de Gli effetti psicologici del vino, un breve libro pubblicato nel 1881 da Edmondo de Amicis, autore torinese noto principalmente per il libro Cuore. La prefazione è stata ripubblicata integralmente il 30 ottobre 2020 dal sito norvegese di psicologia Psykologisk, e da questa si può capire come la «teoria» non sia che una figura retorica, peraltro immediatamente confutata. Incomprensioni a parte, l’idea che assumere piccole quantità di alcol sia innocuo o addirittura benefico per l’organismo umano è assolutamente minoritaria nel mondo scientifico, come testimoniano alcuni studiapprofonditi pubblicati nel 2018 sulla rivista The Lancet.
Vi sarà probabilmente capitato di vedere un’immagine che ritrae il presidente francese Emmanuel Macron completamente ricoperto da ghirlande di fiori, in una posa piuttosto goffa e sgraziata. Si tratta di una notizia vera a metà.
Partiamo dalla metà di questa storia che risponde al vero: nell’estate del 2021 Macron si è recato in visita nella Polinesia francese – territorio d’oltremare della Francia situato nell’Oceano Pacifico – e il 27 luglio ha fatto tappa nell’atollo di Manihi. Qui il Presidente è stato accolto, come da tradizione polinesiana, con alcune lei, le iconiche ghirlande floreali polinesiane donate agli ospiti come segno di benvenuto.
L’accoglienza non è stata tuttavia così entusiasta da ricoprirlo totalmente di ghirlande. Come si può verificare al minuto 00:54 di questo video, le corone floreali sono effettivamente tante, ma non in numero tale da cingere le gambe di Macron, come invece mostrato nell’immagine oggetto della nostra verifica.
In conclusione
Le notizie bizzarre in questi primi sette mesi del 2021 non sono decisamente mancate e la cattiva informazione che circola sul web ci ha ripetutamente posti di fronte a storie divertenti e surreali come quelle appena elencate. Non sempre, però, le cose vanno così bene.
La maggior parte delle false notizie immesse nel flusso informativo sono molto più pericolose di così e sono spesso create ad arte per suscitare una reazione emotiva da parte di chi legge. Che si tratti del tentativo di screditare la campagna vaccinale o di mettere in dubbio la pericolosità della pandemia di Covid-19, gli intenti o gli effetti della disinformazione possono essere pericolosi e potenzialmente dannosi per molte persone.
Per questo il nostro consiglio è quello di controllare sempre la provenienza di un’informazione, prima di condividerla, e di prestare particolare attenzione ai dati e alle informazioni contenute in una notizia. Tutti insieme possiamo migliorare il nostro ambiente informativo mettendo in pratica alcuni utili consigli e, nel caso qualcosa non vi convincesse, potrete sempre interagire con la nostra redazione (anche via WhatsApp).